Tanacetum Parthenium

di Laura Nicoli

Famiglia: Composite, alla quale appartengono anche la Pratolina, il Tarassaco e la Calendula
Genere e specie: Chryssanthemum parthenium, Matricaria parthenium, Tanacetum parthenium
Altri nomi: Amarella, Camomilla bastarda, Camomillona, Matricale
Parti impiegate: foglie

Fin verso gli anni Settante, il Tanaceto è stato considerato una pianta di scarso valore medicinale. Oggi è tornato alla ribalta; studi recenti ne hanno infatti evidenziato la notevole efficacia nella prevenzione dell’emicrania

Storia
A quanto affermano molte fonti, il partenio era usato fin dai tempi antichi per trattare le forme febbrili ed era chiamato col nome latino di febrifugia, ma tanto l’uso quanto la denominazione sono errati.
I medici antichi, tra cui anche Dioscoride e Galeno, usavano infatti il suo nome greco, parthenion, e lo prescrivevano per problemi mestruali e di parto, e non per la febbre. In Inghilterra il nome pathenon cadde in disuso e la pianta fu ribattezzata ifeatherfoili a causa delle sue foglie dai margini pennati, nome dal quale si sviluppò feverfew. Con questo nuovo nome, il partendo iniziò ad essere utilizzato in erboristeria come trattamento febbrifugo. La pianta venne coltivata attorno alle abitazioni nella speranza di purificare l’aria e scacciare la malaria, che si riteneva erroneamente provocata dall’aria cattiva.

In merito alla cefalea
Per qualche tempo alcuni erboristi raccomandarono il partenio per altre affezioni, in particolare per la cefalea. Nel XVII secolo, in Inghilterra, John Parkinson sosteneva che il partenio «è molto efficace per tutti i dolori del capo». Cento anni dopo, John Hill scriveva: «Nella peggiore delle cefalee, questa erba supera qualsiasi altra erba nota».
La maggior parte degli erboristi, tuttavia, rimase legata al tradizionale impiego ginecologico del partenio. L'erborista inglese del XVII secolo Nicholas Culpeper lo definì un "tonico generale dell'utero", prescrivendolo in infusi per raffreddori e congestioni del petto. Culpeper riconobbe anche il declino dell'erba, dichiarandola "non molto usata nella prassi attuale".
I primi coloni introdussero il partenio nell' America settentrionale, dove la malaria era un problema assai grave, ma cadendo in disuso in Inghilterra, l'erba cessò di essere usata anche negli Stati Uniti.
Gli eclettici americani del XIX secolo lo prescrivevano prevalentemente come emmenagogo e nel trattamento dell'“isteria femminile" (disturbi mestruali) e di alcune malattie febbrili.

Curarsi con il partenio
Alla fine degli anni Settanta del nostro secolo, un caso fortuito fece sì che le precedenti osservazioni circa i benefici del partenio nei "dolori del capo" apparissero profetiche.

Cefalee da emicrania
La moglie di un ufficiale medico del Comitato Nazionale Britannico del Carbone soffriva di emicranie croniche. Un minatore le raccontò allora di essere stato in passato un sofferente cronico di emicrania, e di aver risolto il suo problema masticando quotidianamente alcune foglie di partenio. La donna provò l'erba, riscontrò miglioramenti immediati, e in 14 mesi le cefalee erano scomparse.
Il marito sottopose l'esperienza della moglie all'attenzione del Dr. E. Stewart Johnson, medico presso la Clinica per la Cura delle Emicranie di Londra (City of London Migraine Clinic). Il Dr. Johnson somministrò foglie di partenio a dieci dei suoi pazienti. Tre si dichiararono guariti, e gli altri sette riscontrarono significati­vi miglioramenti.
Il Dr. Johnson somministrò in seguito il partenio a 270 pazienti sofferenti di emicrania, osservandone l'esperien­za. Il 70 per cento riportò una signifi­cativa attenuazione del disturbo, un dato positivo, se si pensa che in molti pazienti il trattamento medico convenzionale non aveva apportato alcun sollievo.
Successivamente, il Dr. Johnson preparò un esperimento di alto rigore scientifico, in cui un gruppo di pazienti riceveva partenio, un gruppo di controllo un placebo di identico aspetto, ma né i ricercatori, né i pazienti poterono identificare i due gruppi fino alla conclusione dell'esperimento. Il gruppo trattato con partenio evidenziò miglioramenti di gran lunga più significativi di quelli riscontrati dal gruppo placebo. Poco tempo dopo, la rivista britannica di medicina Lancet rese noti i risultati di un esperimento ancor più rigoroso. A 72 pazienti sofferenti di emicrania furono somministrati con metodo randomizzato una capsula al giorno di partenio liofilizzato e polverizzato (l'equivalente di due foglie di dimensioni medie), oppure un placebo di identico aspetto. Né i volontari, né i ricercatori sapevano in che modo fossero distribuite le capsule di partenio e quelle di placebo. Dopo due mesi i gruppi furono invertiti, sicché il gruppo che aveva iniziato con il placebo riceveva ora il partenio, e viceversa.
I risultati furono strabilianti: il partenio riduceva le emicranie del 24 per cento, e le cefalee sofferte in concomitanza con l'assunzione dell'erba erano relativamente leggere, accompagnate da manifestazioni significativamente minori di nausea e vomito.

Radiografia del partenio
Per attenuare l'emicrania, masticare due foglie fresche (o surgelate) al giorno, oppure assumere una pillola o capsula contenente 85 milligrammi di materiale fogliare. Il partenio ha sapore piuttosto amaro. In genere sono preferite le pillole o le capsule, rispetto alla masticazione delle foglie. Qualora le capsule di partenio non dovessero apportare benefici nell'arco di alcune settimane, è opportuno cambiare marca prima di rinunciare a questa erba. Si preparino degli infusi di partenio per sfruttarne i possibili benefici ipotensivi, digestivi ed emmenagoghi. Per preparare un infuso, usare 1/2-1 cucchiaino da tè di erba in una tazza di acqua bollente, lasciando in infusione per 5-10 minuti. La dose massima è di 2 tazze al giorno. In Italia è disponibile la tintura madre di partenio.
Il partenio non deve essere somministrato a bambini di età inferiore a 2 anni. Per bambini di età superiore o anziani al di sopra dei 65 anni, iniziare con preparazioni leggere, aumentandone la potenza se necessario.

Fattore di sicurezza
La capacità del partenio di causare contrazioni uterine non è dimostrata, ma nella storia popolare l'erba è stata a lungo usata per scopi emmenago­ghi. È bene che le donne in gravidanza eccedano in precauzione, evitandone l'uso. Il partenio potrebbe causare ulcerazioni del cavo orale. Alcuni soggetti hanno accusato anche dolori addominali. Il partenio può inibire la coagulazione ematica. I soggetti con problemi di coagulazione o sottoposti a terapie con farmaci anti­coagulanti dovrebbero consultare il medico prima di usare il partenio.
Il partenio sopprime le emicranie, ma non le guarisce. Al termine del trattamento le cefalee ritornano tipicamente, il che significa che i soggetti sofferenti di emicrania potrebbero finire col prendere partenio per anni. A tutt'oggi, l'uso prolungato del partenio non sembra problematico, ma non esistono ricerche sugli effetti a lungo termine. Per adulti sani, non in gravidanza o in allattamento, che siano privi di disturbi di coagulazione ematica e non siano sottoposti a terapie con anticoagulanti, il partenio è considerato sicuro nelle quantità tipicamente raccomandate.
Il partenio dovrebbe essere usato in dosi medicinali soltanto sotto controllo medico. In caso di insorgenza di infiammazioni o disordini gastrici, ridurre le dosi o interrompere il trattamento. Consultare il medico qualora si manifestassero effetti indesiderati, o qualora i sintomi di partenza non migliorassero significativamente dopo due settimane di trattamento.

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