Cipresso

di Laura Nicoli

Nome botanico: Cupressus Sempervirens
Descrizione: albero sempreverde che raggiunge l’altezza di 25 metri, con chioma stretta e colonnare, terminante a punta, ma anche piramidale. La corteccia grigio-bruna, con fessure spiraliformi; le foglie sono di colore verde scuro, simili a squame triangolari che ricoprono i ramuli. Ha piccoli fiori da cui si sviluppano coni tondeggianti verdastri.
Distribuzione: originario del sud dell’Europa, il cipresso comune cresce in Italia, Francia, Spagna, Africa Settentrionale.
Colore:: giallo chiaro
Energia: yin-yang
Simbologia planetaria: Saturno, Plutone
Proprietà: astringente, vasocostrittrice, insettorepellente
Avvertenze: è controindicato per soggetti affetti da epilessia, da evitarsi l’applicazione locale in presenza di mastopatia fibrocistica. Da non utilizzarsi in gravidanza.
Principali indicazioni: gli estratti secchi e fluidi del cipresso sono indicati nel trattamento delle emorroidi e dell’insufficienza venosa periferica e nelle turbe vascolari della menopausa. L’olio essenziale, invece, è dotato di attività balsamica, sedativa della tosse ed antinfiammatoria dell’apparato respiratorio.

Descrizione
Albero elegante, sempreverde caratterizzato dalla tipica forma a colonna, noto fin dalla più remota antichità, citato nella Bibbia e dagli scrittori classici latini e greci.
Il cipresso può raggiungere dimensioni rilevanti, anche fino a 30 m, e comprende due varietà distinte: la varietà horizzontalis ha rami inseriti quasi perpendicolarmente al tronco, con chioma tendenzialmente conica; la varietà pyramidalis (=stricta) ha la chioma fastigiata, con rami addossati al tronco, corti o lunghi.
Il cipresso, come la maggior parte delle specie forestali, predilige suoli ricchi, profondi, umidi e ben aerati con pH neutro; tuttavia la sua grande rusticità rende spesso possibili buoni accrescimenti anche in terreni poveri, aridi e superficiali.
Il Cupressus sempervirens è tollerante al freddo fino a -20 °C. Presenta generalmente tronchi dritti. L’eventuale presenza di difetti come nodi, fibratura elicoidale e sezioni irregolari del tronco dipende strettamente dalle caratteristiche dell’ambiente di vegetazione, dalla variabilità genetica della pianta e dalle cure colturali eventualmente praticate.
Il legno di cipresso ha un buon valore tecnologico per vari motivi:

  1. elevata durabilità naturale contro gli agenti biotici;
  2. variazioni dimensionali contenute che lo rendono molto stabile;
  3. buona durezza e resistenza che lo rendono idoneo per vari impieghi;
  4. tessitura fine che consente un elevato grado di finitura;
  5.  facilità di incollaggio.

Il legno ha con forte odore pepato, simile a quello del cedro e del ginepro, che agisce da repellente per vari insetti dannosi; è utilizzato prevalentemente per arredi esterni come porte, infissi, persiane, piani di calpestio e per arredi interni come armadi, cassepanche e pavimenti ed anche per costruzioni navali.

Storia
Albero sacro presso diversi popoli, il cipresso fu detto “albero della vita” per la sua longevità e per il persistere del suo fogliame: il suo legno, resistente ed inattaccabile dalle tarme, era considerato incorruttibile: nella mitologia greca erano intagliate nel cipresso le frecce di Eros, lo scettro di Zeus, la mazza di Eracle.
I Greci e i Romani lo posero in rapporto con le divinità degli Inferi e lo ritennero l’albero caratteristico delle regioni sotterranee. Fu collegato al culto di Ade (il Plutone dei Romani), signore degli Inferi, ed ancora ai giorni nostri lo si ritrova presso i cimiteri.
Il fatto che il cipresso sia stato considerato un albero funerario va fatto rientrare nel più vasto simbolismo universale delle Conifere che, con la loro resina incorruttibile ed il loro fogliame sempreverde, evocano l’immortalità e la resurrezione.
Il mito collegato al cipresso e narrato da Ovidio, racconta che un giovane, di nome Ciparisso, viveva in compagnia di un grande cervo dalle corna d’oro, sacro alle ninfe ed addomesticato. Un giorno, per errore, mentre il giovane stava giocando con un giavellotto acuminato, colpì a morte il cervo. Apollo, che amava il ragazzo, volle consolarlo, ma Ciparisso rivolse agli dei questo voto: poter mostrare un lutto eterno. E venne trasformato in un albero, il cipresso, appunto. Apollo disse, allora con tristezza: «Da noi sarai pianto, ma tu gli altri piangerai, compagno di chi soffre». Il fatto che Kiparissos (il nome greco del cipresso) sia un nome derivato dal cretese, induce a pensare che si trattasse di un “dio-albero” che aveva il cervo come animale sacro; il cervo simboleggia la rinascita annua dell’albero della vita. Pianta magica, sacra a Zeus, a Venere e ad Apollo, ma anche pianta di Plutone, dio del mondo sotterraneo, è simbolo di vita, di morte e di rinascita.
Anticamente, e ancora oggi in Oriente, questo albero evoca anche il simbolo della fertilità per il suo aspetto fallico. I Persiani vi collegavano il simbolo vegetale del fuoco, per la sua forma che ricorda la fiamma, e sostenevano che fosse il primo albero del paradiso. Il cipresso si tende tra terra e cielo: le sue radici non si espandono orizzontalmente, bensì scendono in profondità; la sua chioma si protende verso l’alto ed ha uno sviluppo prevalentemente ascensionale.
È la pianta del silenzio, del raccoglimento, della tensione spirituale. Lo si ritrova non solo presso i cimiteri e i chiostri, ma i suoi alberi punteggiano anche gli inconfondibili paesaggi toscani, che infondono pace  tranquillità. Il cipresso, infatti, non è un albero che rattrista, anzi è un albero che conforta.

Principali indicazioni
Il cipresso permette di attingere alle proprie risorse interiori, dà maggiore chiarezza e serenità nel prendere decisioni.

Quando e come utilizzarlo
Ha un forte potere emostatico ed astringente che si esplica bene nei disturbi della circolazione venosa quali varici, emorroidi, mestruazioni abbondanti. In questi casi sarà utile utilizzarne qualche goccia unita ad olio di germe di grano o ad una crema lenitiva alla calendula o ad una crema da massaggio per la cellulite.
Significativa è la somiglianza tra i coni del cipresso e le ovaie. In effetti è dimostrata l’azione di questa essenza nei disturbi mestruali specie con mestruazioni abbondanti e dolorose e nei disturbi della menopausa.
Per la sua azione astringente è indicato anche nell’enuresi notturna dei bambini, applicando qualche goccia per un lieve massaggio a livello della vescica, nella parte bassa dell’addome.

  1. Fragilità capillare: aggiungere 1-2 gocce di olio essenziale a un cucchiaio di crema base di buona qualità ad una pari quantità di gel di aloe e applicare sulla zona interessata.
  2. Tosse: porre 1 goccia di olio essenziale su un fazzoletto di carta e aspirarne il profumo all’occorrenza, oppure massaggiare 1 goccia di olio essenziale sul petto. Qualche goccia sul cuscino calma la tosse spasmodica
  3. Bronchite: 1-2 gocce da utilizzare nelle fumigazioni
  4. Varici, emorroidi, flebiti: per uso esterno, usare una crema preparata come indicato al punto “fragilità capillare”; per via interna, assumere un infuso preparato versando una tazza di acqua calda su 2 cucchiaini di foglie e frutti essiccati; lasciare in infusione per 10 minuti, poi filtrare e berne 2 tazze al giorno per 2 mesi.
  5. Eccesso di sudorazione: utilizzarla nell’acqua del bagno o per maniluvi e pediluvi.

Per il suo potere antiparassitario può essere applicata anche sul pelo di animali domestici

L’essenza di cipresso è molto potente e va usata in piccole quantità.

nettuno_nl@libero.it

2/6/2008