Finocchio

di Laura Nicoli

Famiglia: Ombrellifere
Nome botanico: Foenicum vulgare (sinonimo Anethum foeniculum)
Descrizione: pianta erbacea perenne che cresce fino ad un’altezza di 1,5-2 metri, fornita di grossa radice legnosa, fusto eretto, foglioline di colore verde brillante, filiformi, e fiori piccoli e gialli, raccolti in ombrelle. I frutti di colore verde chiaro hanno l’aspetto di semi striati e sprigionano un profumo dolciastro, gradevole. La pianta ha un aspetto molto aereo
Distribuzione: originario del bacino del Mediterraneo, è diffuso in tutta Europa e cresce anche in Asia e in America, allo stato selvatico e coltivato
Parti utilizzate per l’estrazione dell’olio essenziale: i semi (frutti) pressati
Profumo: dolce, erbaceo, ricorda l’anice
Colore: giallo chiaro
Energia: moderatamente yang
Simbologia planetaria: Mercurio
Proprietà: digestivo, depurativo, diuretico, tonico, galattogeno (stimola la secrezione lattea), antispastico, regolatore delle mestruazioni, lassativo
Indicazioni principali: inappetenza, aerofagia, cattiva digestione, meteorismo, colite, singhiozzo, insufficienza della secrezione lattea, amenorrea, disturbi della menopausa, cellulite, edemi, rughe Avvertenze: utilizzare dosi moderate; evitare la somministrazione nei bambini, in gravidanza e in soggetti epilettici

Descrizione
Il finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere). Conosciuto fin dall'antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al 1500. Si distinguono le varietà di finocchio selvatico dalle varietà di produzione orticola (dolce). Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti, prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati "semi").
Il finocchio coltivato (o dolce) è una pianta annuale o biennale con radice a fittone. Raggiunge i 60-80 cm di altezza. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base. Il finocchio è ampiamente coltivato negli orti per la produzione del grumolo, una struttura compatta costituita dall'insieme delle guaine fogliari, che si presentano di colore biancastro, carnose, strettamente appressate le une alle altre attorno ad un brevissimo fusto conico, direttamente a livello del terreno. La raccolta dei grumoli avviene in tutte le stagioni, secondo le zone di produzione. Si adatta a qualsiasi terreno di medio impasto con presenza di sostanza organica.

Storia
Il finocchio fa parte delle “quattro semenze calde”, con l’anice, il carvi e il cumino. Nell’antichità a questa pianta si attribuivano importanti doti terapeutiche, come quella di migliorare la vista, assumendolo sotto forma di succo che sgorgava dalla pianta. L’infuso di semi favorisce la digestione ed ha azione carminativa, nelle puerpere stimola la produzione del latte; masticare i semi stimola l’appetito, ma tradizionalmente al finocchio vengono attribuite anche proprietà dimagranti. L’essenza è tonica e stimolante, efficace in tutti i disturbi dell’apparato digerente.

Utilizzo in cucina
In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il bulbo si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati. Per quanto riguarda il finocchio selvatico, chiamato in cucina anche "finocchina" o "finocchietto", si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o “diacheni”, impropriamente chiamati “semi”, che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie (o “barba”), sia i rametti più o meno grandi utilizzati nelle Marche per cucinare i bombetti (lumachine di mare). I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale (in particolare la porchetta dell'Alto Lazio). I cosiddetti semi si usano soprattutto per aromatizzare ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. Le foglie s’usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi. È in uso nelle regioni costiere del Tirreno, un "liquore di finocchietto", per il quale s'utilizzano i fiori freschi e/o i "semi" e le foglie. Inoltre nella pasta con le sarde, nota ricetta siciliana, le foglie del finocchio selvatico sono uno degli ingredienti essenziali. L'espressione "lasciarsi infinocchiare" deriva dall'abitudine dei cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava per acquistare il vino custodito nelle botti. Il grumolo, infatti, contiene sostanze aromatiche che rendono gustoso anche un vino di qualità scadente. La comune distinzione tra finocchio femmina e finocchio maschio è solo formale: il primo è di forma allungata e il secondo tondeggiante.

Proprietà
È emmenagogo, diuretico, carminativo, antiemetico, aromatico, antispasmodico, anti-infiammatorio, epatico. È utilizzato per chi ha difficoltà digestive, aerofagia, vomito e nell'allattamento per ridurre le coliche d'aria nei bambini. È noto infatti che una forte tisana fatta con i semi di questa pianta sia molto efficace nel trattamento di gonfiori addominali da aerofagia. Inoltre combatte i processi fermentativi dell'intestino crasso, e quindi diminuisce il gas intestinale. Quindi può essere utile per ridurre la componente dolorosa della sindrome da colon irritabile. L’infuso di semi favorisce la digestione ed ha azione carminativa, nelle puerpere stimola la produzione del latte; masticare i semi stimola l’appetito, ma tradizionalmente al finocchio vengono attribuite anche proprietà dimagranti. L’essenza è tonica e stimolante, efficace in tutti i disturbi dell’apparato digerente: nausea, singhiozzo, dispepsia, aerofagia, meteorismo, stipsi, colite. L’intestino, con la sua funzione di organo di interscambio tra l’interno e l’esterno, è un organo governato da Mercurio, il dio messaggero che mette in comunicazione un piano con l’altro. Il finocchio, pianta mercuriana, ha una spiccata e benefica azione sull’intestino, in quanto regolarizza la peristalsi, eliminando le contrazioni troppo forti e stimolando quelle troppo deboli. Contiene un ormone vegetale ad attività estrogenica, che spiega la sua azione a livello dell’apparato sessuale femminile: regolarizza le mestruazioni insufficienti, riduce la ritenzione di liquidi nel periodo premestruale, in menopausa stimola la produzione di ormoni, durante il periodo dell’allattamento qualche goccia massaggiata sul seno riduce la tensione mammaria. I fitormoni in esso contenuti svolgono un’azione stimolante sulla pelle, in presenza di rughe, pelle opaca, asfittica o grassa. Ha azione diuretica, facilita l’eliminazione dell’acido urico, si combina bene con essenze quali il ginepro o il cipresso nel massaggio linfodrenante per la cellulite o gli edemi. Combatte gli effetti tossici dell’alcol nell’organismo: una o due gocce massaggiate sulle tempie danno sollievo al mal di testa conseguente ad un eccesso di bevande alcoliche.

nettuno_nl@libero.it