Rosa

di Laura Nicoli

Nome botanico:
- Varietà: Rosa damascena (fiori rosa)
- Varietà: Rosa centifolia (fiori rosa)
- Varietà: Rosa gallica (fiori rossi)
Famiglia: Rosacee
Provenienza: Oriente, Persia
Profumo: ricco, rosaceo, intenso, dolce
Azione energetica: Yin
Pianeta governatore: Venere (la rosa in genere), Giove (la rosa rossa), Luna (la rosa bianca)
Proprietà: antinfiammatoria, antidepressiva, astringente, blandamente sedativa, afrodisiaca, cicatrizzante, depurativa, emostatica, antispastica, cefalica, digestiva, tonica per l’apparato cardiocircolatorio, per l’utero e per il tubo digerente, lassativa, epatica, antisettica.
Principali indicazioni: depressione, disturbi nervosi, cefalea, stress, insonnia, impotenza, frigidità, sterilità, disturbi mestruali, tonsillite e mal di gola, insufficienza circolatoria, congestione epatica, cura della pelle.

Rosa damascena 'Rose de Resht'
ROSA DAMASCENA

L’arte di distillare i petali di rosa è indubbiamente originaria della Persia dove, sin da tempi molto antichi, si distillava l’acqua di rose. Migliaia di bottiglie di acqua di rose venivano pagate annualmente dalle regioni produttrici come tributo al tesoro di Bagdad. L’acqua di rose viene esportata in grandi quantità in Cina, India, Egitto, Andalusia. L’arte di distillare le rose fu probabilmente portata nei paesi occidentali dagli Arabi.
La parola “rosa” non deriva dall’indicazione di colore rosso o rosa attribuito al fiore; in realtà il percorso logico è inverso: rosa è una parola che deriva dal nome greco “rhòdon” (si ricorda che Rhodos è l’isola delle rose) che a sua volta deriva dalla radice vrad, con cui si indicano le spine, in particolare quelle del cespuglio di rose. La parola “rosato” o “rossastro” appare solo successivamente ed è ispirata, appunto dalle tonalità di colore della rosa.
Un tempo esisteva solo la rosa “selvatica” che era piccola, chiusa ed assomigliava più ad una conchiglia che al fiore che conosciamo. Nel tempo, attraverso incroci e ibridazioni, si sono ottenute le infinite varietà di rosa che si trovano in commercio. La più pregiata è la “Damascena” da cui si ottiene la qualità più preziosa di olio essenziale che si conosce. Occorre ricordare che la rosa di maggio è quella che produce il miglior olio ed è quella che ha il profumo più inebriante e terapeutico di tutto l’anno.
Oggi, più di uno studio ha messo in luce che nei petali di questo fiore e nelle sue foglie sono contenute sostanze che decongestionano e rivitalizzano tutto il tessuto cutaneo. Ma non solo: l’olio essenziale di rosa, purtroppo molto costoso, agisce come:

  1. Anti-arteriosclerotico
  2. anti-stress
  3. anti-stanchezza.

La rosa è davvero un fiore speciale: per la sua bellezza, forma e profumo è il fiore simbolico più diffuso in Occidente, come lo è il fiore di loto per l’Oriente. È un fiore dalla tradizione millenaria, fiore degli dei, nato, secondo la mitologia greca, da una goccia del sangue di Venere o dal sangue di Adone, giovane bellissimo amato dalla dea, per gli Arabi dal sudore di Maometto.
Nella tomba del più giovane faraone conosciuto, Tutankhamon (XIV secolo a. C.), famoso per la bellezza e la generosità, sono state scoperte, all’interno del suo sarcofago, alcune rose perfettamente conservate.
Gli Egiziani consideravano questo fiore come il luogo dell’energia della rinascita e dell’immortalità.
Citato innumerevoli volte in letteratura ed in poetica, presente in architettura, nelle arti, in araldica, in alchimia, in magia, nella medicina e nella cosmesi degli antichi, è un fiore dalla pregnante simbologia.
Per la sua grande bellezza e la sua fragilità è il simbolo della vita stessa e della sua caducità. Pegno d’amore, emblema della effimera bellezza femminile, ma anche allegoria dell’itinerario spirituale verso la divina sapienza, come è stata immortalata da Dante nella Divina Commedia: la candida rosa dell’Empireo, formata dai beati disposti in cerchi concentrici nella spirale dei petali, illuminati dalla luce di Dio.
Su di essa domina Maria, la cui immagine è spesso accompagnata da rose e roseti. E in onore della rosa – Maria si recita il “Rosario” che veniva fabbricato proprio con il legno di questa pianta per sottolineare il legame con il fiore.
Nelle Metamorfosi di Apuleio, Lucio, trasformato in asino, dopo molte peripezie che lo portano ad un progressivo processo di consapevolezza, attraverso le rose della grande dea Iside potrà finalmente recuperare il suo aspetto umano.
Per i Romani la rosa, creata da Venere, era simbolo di fecondità e di prosperità: enormi quantità di petali di rose venivano usati durante i banchetti e le feste, da sparpagliare sulle tavole imbandite, sul pavimento, da far cadere a pioggia dall’alto per salutare gli ospiti.
I rosoni rappresentano i capolavori dell’arte vetraria. Qui la luce si genera nella rosa misteriosa. Il rosone è un autentico mandala, la sua immobilità è soltanto apparente, in realtà è sempre in movimento, dalla periferia al centro e dal centro alla periferia, in sintonia con gli eterni cicli del cosmo.
La rosa è sotto il dominio di Venere che, sul piano spirituale, rappresenta l’armonia, l’equilibrio. È una funzione squisitamente femminile che mitiga, differenzia e depura. Avrà, quindi, caratteristiche rinfrescanti, depurative, antinfiammatorie, addolcenti. Venere governa la riproduzione, il processo conservante del viso, della carnagione, la circolazione venosa, gli organi generatori interni, l’armonia ed il ritmo del sistema. L’essenza di rosa tonifica il sistema vascolare in caso di insufficienza venosa e l’apparato digerente in caso di nausea e di cattiva digestione, stimola la produzione della bile, decongestiona il fegato, combatte la stitichezza.
È uno scudo a tutto campo per i più comuni problemi al femminile e regala serenità ed armonia.
La rosa manifesta una naturale affinità con l’intero universo femminile, anche se le sue potenzialità terapeutiche si esprimono al meglio in una delicata fase della vita, quello dello sviluppo, in cui il corpo ancora acerbo si prepara a “sbocciare”, la rosa è il fiore della femminilità, non solo per la tradizione floreale e letteraria, ma anche per le analogie del suo percorso botanico, che rappresenta nella donna il ciclo adolescenza-menopausa. Quando sboccia simboleggia la prima giovinezza, ovvero il momento in cui gli ormoni hanno completato la loro “opera” di maturazione, mentre la “caduta” dei petali rappresenta la menopausa, quando la pianta, pur perdendo la sua capacità fertile, continua a rafforzare radici e fusto diventando meno spinosa. Con l’arrivo di maggio il gambo verdastro si solidifica, assumendo la consistenza del legno e la vita vegetativa della pianta si arresta, per avviare il processo di rarefazione e distillazione dei succhi linfatici che culminerà nella fioritura. Giorno dopo giorno, per tutto il mese, la sua energia saprà, quindi, riequilibrare le “tempeste” ormonali delle giovanissime, ma anche le donne che stanno attraversando il delicato passaggio della menopausa ne trarranno beneficio. A seconda dei casi, riuscirà a prevenire o alleggerire i classici disturbi scatenati dal ciclo, come ritenzione idrica, tensione mammaria, gonfiore e coliche addominali. A rendere il flusso mestruale più fluido e meno doloroso per tutto l’anno e riequilibrare gli scompensi ormonali tipici della menopausa. Tonifica l’utero e il suo effetto astringente previene il prolasso; è antisettica e antinfiammatoria in caso di infezioni delle vie aeree, per inalazioni, per sciacqui e gargarismi trova impiego nel mal di gola, gengiviti e stomatiti (il miele rosato viene usato per lenire il dolore alle gengive nei bambini durante la dentizione).
Tutte le sere, prima di coricarci, vaporizziamo 6 gocce di olio essenziale di rosa nella stanza da letto. Oltre a conciliare il sonno, allontana ansia e tensione tipiche del periodo premestruale e della menopausa.
Almeno due volte la settimana, massaggiamo, con movimenti rotatori nella zona pelvica, 4 gocce di olio essenziale di rosa diluite in un cucchiaino di olio di mandorle dolci. Sarà utile per regolarizzare il flusso mestruale, stimolando anche la circolazione energetica sessuale.

  1. Menopausa: massaggiare 3 gocce di olio essenziale, diluite in un cucchiaio di olio di mandorle.
  2. Ciclo difficile: bruciare 4-5 gocce di essenza nell’aria della stanza
  3. Vaginiti e bruciori: fare uno sciacquo con 4 gocce di essenza in un bidet di acqua fredda

È consigliata alle persone tormentate, che vivono amori sofferti, passionali dai quali escono depresse, irrequiete, stressate e fisicamente sciupate. La rosa dona a queste persone l’equilibrio, la saggezza ed anche la freddezza necessaria per non farsi travolgere dalle passioni. In questi casi è bene massaggiare dolcemente il petto a livello del cuore con olio essenziale di rosa prima di addormentarsi. Questo massaggio scioglie i dolori e l’amarezza legati a dispiaceri ed a perdite affettive, delusioni, alla sensazione di non sentirsi amati ed accettati.
Conosciuta da secoli come afrodisiaco, non esercita un effetto precipuamente stimolante, come altre essenze, bensì agisce sulla tensione nervosa confortando il cuore e ravvivando lo spirito. Elimina gli umori collerici e l’amarezza (infatti lenisce e addolcisce); il suo profumo rinfranca lo spirito, è antidepressiva, combatte gli stati di abbattimento e di dolore.
Secondo gli antichi chi soffriva di malattie cardiache doveva vivere in armoniosa vicinanza con un roseto di colore rosso intenso, il cui colore richiama, per la dottrina delle Segnature, il sangue e la forma dei petali il cuore.
L’essenza di rosa calma anche le nevrosi ansiose a somatizzazione cardiaca, con palpitazioni ed accelerazione del battito. È naturale che dal fiore simbolo della bellezza della donna ci si aspetti anche che possa aiutare a mantenerla il più a lungo possibile: si dice, infatti, che l’energia della rosa emana “incarnato di vergine”.

Rosa Mosqueta
ROSA MOSQUETA

Da sempre una boccetta di rosa fa parte degli armamentari per la toilette femminile, cosparsa delicatamente sulla pelle la aiuta a ritrovare la freschezza e a tonificarsi.
Se l’acqua di rose rappresenta l’aspetto più leggero, come la rugiada che si posa sulla pelle, l’olio è qualcosa di più corposo, che penetra più in profondità, lenisce e addolcisce come una carezza: la pelle irritata, stanca e stressata trova sollievo dalle “carezze della rosa”, ritrova ciò che perde quotidianamente, si calma e si riequilibra.
L’olio essenziale di rosa ha un’azione astringente e tonificante del sistema vascolare in caso di debolezza venosa; tonifica la funzione del fegato e migliora il flusso della bile e può combattere cattiva digestione e stitichezza. Avrebbe anche un effetto benefico in caso di infiammazioni della bocca, della gola e delle vie aeree.
L’acqua di rose (quella vera ottenuta durante la distillazione dell’olio essenziale) è come una rugiada per la pelle: la rivitalizza, la decongestiona, attenua i rossori, previene la tendenza alle dilatazione dei capillari, la rinfresca se è stanca e opaca.
Particolarmente indicato come olio vegetale per il trattamento della pelle prematuramente invecchiata è l’olio di rosa mosqueta, ricco di acidi grassi vegetali che può essere aggiunto nella percentuale del 10% ad un altro olio vettore, oppure può essere usato puro come vettore per il trattamento delle piccole zone rugose.
L’olio di rosa aiuta a regolarizzare il ciclo mestruale in caso di mestruazioni irregolari; ha un effetto tonificante sulla funzione genitale femminile in quanto può aiutare a sbloccare situazioni di frigidità e diminuzione del desiderio sessuale, tendenza alle infiammazioni genitali (da utilizzare per bagni aromatici, semicupi, massaggi a livello addominale e lombare).

ROSA CANINA

Edward Bach (lo scopritore dei rimedi che portano il suo nome) ha trovato un rimedio: Wild Rose, la Rosa Canina. È un arbusto vigoroso che può arrivare a diversi metri d’altezza; i fiori solitari, semplici, a cinque petali, color rosa pallido, hanno un cuore intensamente dorato, simbolo dell’intelligenza racchiusa nella “materia organizzata”, ovvero dell’anima umana. Le robuste spine dei suoi rami indicano la capacità di lottare che sta alla base della capacità di fiorire, in senso figurato e letterale. La fase “Wild Rose” appartiene a coloro che, avendo rifiutato la responsabilità della propria vita, sono caduti in uno stato di totale apatia, di fatalismo rassegnato. Ormai non si lamentano più, sono apatici fino all’abulia, non hanno più alcun interesse per ciò che li circonda. La loro voce è monotona, inespressiva. Il colorito è pallido, la pelle afflosciata; la pressione sanguigna molto bassa non reagisce alle cure, la persona è sempre stanca. Di solito si tratta di persone di una certa età, ma anche di donne in menopausa che hanno vissuto con amarezza, come un lutto, la perdita della fertilità e si sono lasciate andare. Wild Rose ricongiunge l’anima al corpo, restituendo l’interesse e il gusto per la vita.

In erboristeria, la Rosa Canina viene utilizzata per i suoi contenuti di vitamina C, con infusi e tisane; i semi vengono utilizzati per la preparazione di antiparassitari e i petali dei fiori per il miele rosato; coi frutti si preparano marmellate.

nettuno_nl@libero.it

5/5/2008