Lassù nel cielo... un asteroide

dal nome Nino Manfredi

di Francesco Astore

2002 NJ 34…, cosa ci dice questa cifra che sembrerebbe piuttosto il nome di una targa? Nulla apparentemente, di noto c’è soltanto l’indicazione di un anno… ma per il resto è del tutto incomprensibile, curiosa, non ci rivela un bel niente. Eppure tale sigla sta a nominare un’importante scoperta fatta appunto in quell’anno e precisamente il 13 di luglio del 2002, per merito degli scienziati dell’Osservatorio di Campo Catino sul Colle Pannunzio a Guarcino in provincia di Frosinone, giorno in cui viene scoperto un asteroide del diametro di circa 5 km e alla distanza di oltre 415 milioni km dal Sole, situato per la precisione tra Marte e Giove. Un simpatico corpo celeste dunque, nasce per noi nell’estate di quasi 6 anni fa: la cui collocazione siderale tra i due pianeti Marte e Giove parrebbe colorarlo di una natura entusiasta e bonaria, calorosa e indubbiamente sanguigna, se dovessimo caricarlo di valenze astrologiche. Per il codice zodiacale di Lisa Morpurgo l’influenza degli asteroidi non ha alcun senso poiché non rientra nella rigorosa matematica di 12 segni, Case e Pianeti.
Ma è il singolare destino tuttavia che attenderà questo asteroide a destare più stupore in noi.

Nino ManfrediNel luglio del 2004, difatti, il Minor Placet Center con sede in Massachussetts, comunica il nome con cui battezzerà il nuovo nato nell’immenso firmamento dei vari, molteplici e frammentati corpi celesti presenti nel nostro sistema solare e nell’universo tutto: si tratta del nome del simpatico artista (attore, principalmente cinematografico, ma anche teatrale, regista e mattatore televisivo) Nino Manfredi scomparso da qualche anno.
Tale designazione avviene su proposta dell’Osservatorio italiano che ha scoperto l’asteroide, a rappresentare un omaggio che sfiderà il trascorrere del tempo e delle mode, in quanto, una volta assegnato il nome, esso rimarrà per sempre legato alla memoria dell’artista ciociaro.
Nino nasce a Castro dei Volsci (Frosinone), il 22 marzo del 1921 alle ore 2 del mattino, è quindi un Ariete con ascendente Capricorno, in particolare quest’ultimo segno, governato per domicilio primario, dal saggio, misurato, paziente e a volte malinconico pianeta Saturno, mostra avere un grande rilievo nel percorso creativo ed esistenziale del grande ed amatissimo artista.
Se il nome è un presagio, nasconde sinteticamente la vera identità di un personaggio, il vero nome di Nino Manfredi è infatti Saturnino.
Saturno è nel tema brillantemente sostenuto, si trova nella ponderata Vergine ed è in congiunzione a Giove, senza alcuna sollecitazione negativa: è questo il suo modo serio di essere, che lo fa laureare in Giurisprudenza per rispetto ai suoi genitori, poi lo farà iscrivere con grande responsabilità all’Accademia d’Arte drammatica di Roma e muovere i primi passi da vero grandissimo professionista al Piccolo Teatro di Milano dove interpreta Pirandello e Shakespeare. È il suo modo di procedere lento e saturnino che gli fa pianificare diligentemente il proprio percorso, non disdegnando un lungo apprendistato, prendendosi il tempo necessario per essere accettato ed amato dal pubblico. Saturnino è il realismo che forse prepara serenamente al peggio, è l’ansia da prestazione che consente grandissimi risultati e prodigiosi successi. «Far ridere per me non è soltanto un istinto, è una grossa fatica, perciò sono pavido almeno quanto sono presuntuoso, cerco di prevedere tutto perché ho paura, una paura tremenda».
Affermazione insolita certo, questa per un Ariete, del quale Nino possiede il temperamento franco, vitale, appassionato, ma i tre governatori del segno (Sole in esaltazione, Marte e Plutone in domicilio) appaiono in posizione debole, sfuocata, neutralizzata.
Marte è sì posto nella sede appunto per lui più congeniale, ossia l’Ariete, dove manifesta una volontà di affermarsi energica e convincente, una virilità sanamente robusta, asciutta, tradizionale, ma il pianeta è completamente isolato, ovvero non forma aspetti con il resto del Tema, si trova in Casa Terza dove conserva lo schietto fascino del ragazzo di strada aperto, impulsivo ma mite, aggressività e irruenza sono sporadiche.
Il Sole forma come unico aspetto un teso e negativo quadrato a Plutone: la voglia d’imporsi, di riuscire e sfondare è fortissima, e si pone in termini di sfida lanciata agli altri, al prossimo, anche se di una sfida sotterranea e camaleontica, si tratta.
Sole e Plutone occupano rispettivamente la Terza e la Settima, due Case “sociali” dello Zodiaco, fautrici di immediato contatto con il pubblico, d’istintiva partecipazione alle occupazioni, ai drammi e alle passioni degli altri.
In particolare la Terza è la Casa astrologicamente cosignificante dei Gemelli, segno del Teatro, dell’esibizione narcisistica dell’Io, del bisogno di rendersi simpatici e seducenti: la sua vena umoristica viene alla luce principalmente sui palcoscenici e sui teatri di rivista, infatti, grazie alla caratterizzazione di tipi sapientemente osservati e studiati nel quotidiano.
Ha interpretato di tutto: il ladro, il commissario, il sottoproletariato avaro, il finto paracadutista, l’emigrante, il perseguitato. Ma come giustamente afferma Aldo Bernardini nella biografia dell’artista, è impossibile inquadrare una personalità creativa così ricca e poliedrica in uno schema che non sia riduttivo: dal varietà alla radio, dalla televisione al doppiaggio, dal cinema al palcoscenico, alla regia stessa, non v’è quasi campo nel quale non abbia avuto modo di eccellere.
Plutone, secondo signore dell’Ariete, forza celeste che esprime l’individuale potenziale creativo, è splendidamente sostenuto nel Tema natale (in trigono con Mercurio e Urano, in sestile con Venere e Luna) ed è la conferma diretta del formidabile magma attivo nel talento di Nino.
È stato diretto da De Sica, Blasetti, Risi, Loy, Zampa, Damiani, Wertmuller e tanti altri. Indimenticabile nel ruolo di Geppetto nel Pinocchio televisivo che gira con Comencini nel ’71: quell’anno Giove e Nettuno viaggiavano congiunti nel Sagittario ed in Casa Undicesima in spettacolare trigono al Sole Ariete di Nino, offrendo un’interpretazione che fa vibrare d’intensa drammaticità tutto il film.
Ancora, memorabile in C’eravamo tanto amati di Scola del ’74, dove si cala nei panni di un portantino idealista, mentre Giove transita in Seconda al perfetto e felice sestile di Venere nel Toro.
La parte notturna, sensibile, femminile e fantasiosa della personalità è data dalla Luna in Vergine, che si collega con il Sole Ariete nel comporre una personalità caparbia, metodica, determinata e senz’altro infaticabile.
La sua natura umanissima e calda è spiegabile senz’altro dall’armonizzazione di tutte le forze femminili nel Tema: Giove al felice trigono di Venere in Toro e Quarta (il nido), Luna al trigono di Venere, la moglie, la bellissima ex indossatrice Erminia, che sposa nel ’55 (con Giove e Urano transitanti nella matrimoniale Settima) con la quale condividerà un amore duraturo. Se pensiamo poi, che il bianco satellite si trova anche nei gradi virginei simboleggianti lo scorrere del Tempo, la misurazione, la puntualità, la capacità di spaccare il capello in quattro, ed è in Casa Ottava (ciò che si tiene occulto), scopriamo il perché dello pseudonimo che gli viene assegnato nell’ambiente artistico, per la capacità di disegnare, cesellare i personaggi con fine acume e pignoleria, per la precisione nel taglio dei caratteri, egli verrà soprannominato “l’Orologiaio”.

francescoastore@libero.it

28/04/2008