LA ROTTA DI ULISSE

 


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Giove, fortuna e ottimismo

Parte prima, il pianeta nei segni

di Massimo Michelini


All’apparenza, l’ottimismo non esiste in natura, come pure la fortuna. Entrambi o singolarmente, non li puoi comprare già confezionati al supermercato o in edicola. Non li puoi pesare, misurare, confinare in appositi contenitori pronti all’uso. Eppure da qualche parte devono stare, annidandosi in una singola molecola, ormone o che altro. Anzi devono essere presenti all’interno del cosmo, sia pure nascosti in posti strani, come le tanto misteriose stringhe alla base della nuova fisica, capaci di creare impensabili collegamenti nel mondo che ci circonda, anzi nell’universo.
Quindi, se pur non riconducibili con certezza a un atomo o positrone, sono ben presenti (o assenti) nel nostro modo d’essere, e sono indicati da Giove, il più grande pianeta del sistema solare che porta con sé appunto tutta una serie di caratteristiche “allarganti”. Dove stanno allora? Ormai è sicuro: certe aree cerebrali influiscono su nostri determinati comportamenti, come stanno appurando ogni giorno di più le neuroscienze, capaci ora di creare una mappa precisa e affidabile delle funzioni cerebrali, emozioni comprese.
Certo, sarebbe riduttivo assegnare al solo Giove l’ottimismo o la sua assenza, e nell’analisi di questo modo di approcciare il mondo possono influire i segni governati dal pianeta, Sagittario, Pesci, Toro e, per trasparenza, il Capricorno. Come pure un Saturno forte, o una Luna o un Nettuno lesi possono far pendere la bilancia sul versante opposto, il pessimismo.
Cos’è l’ottimismo?
Se vogliamo tentare di definirlo, si tratta di un atteggiamento mentale capace di influenzare in positivo le nostre azioni, di certo la percezione della realtà.
È alla base della salute mentale, perché il farsi sopraffare dalle sensazioni negative – paura, tristezza, mancanza di stimoli – non ti facilita ovviamente la vita. La poca fiducia fa vivere peggio, lo sanno anche i bambini.
Non bisogna però nemmeno esagerare con la tendenza contraria: una ottusa fiduciosità verso tutto e tutti, quella che gli psicologi chiamano sindrome di Pollyanna 1, magari ti fa vivere meglio ma potrebbe farti incappare in errori di valutazione capaci poi di farti precipitare in un abisso per eccesso di ingenuità. L’esser grulli, come direbbero in Toscana, dà un tipo di felicità un po’ troppo basic.
Proprio per questo sarebbe meglio non farsi prendere troppo dalla dopante ma ottusa teoria del pensiero positivo, che a volte è arrivata a diffondere semplificazioni psicologiche degne di un comico di serie C. Come quelle che affermano che sei in tutto e per tutto padrone della tua vita e del tuo modo d’essere, e pertanto DEVI renderti felice. Ignorando stoltamente, in qualche caso estremo con una protervia confinante con l’imbecillità, che - per fare un esempio preciso - la depressione è una malattia organica, in cui la volontà ha una minima parte. Al tempo stesso non ci si può abbandonare passivamente al destino, ma si deve cercare di contrastarlo, tendenze caratteriali negative incluse. Alzarsi la mattina ripetendo come un mantra che la vita fa schifo non migliora di certo la situazione.
Non si può negare poi che ci siano persone lamentose ad oltranza che si crogiolano nei propri rovelli emotivi, a volte per ricattare con il dolore esibito le persone che le circondano.
Secondo le teorie del fondatore della psicologia positiva, Martin E. P. Seligman 2, in parte condivisibili, per l’ottimista realista le situazioni negative sono:
1) Estemporanee (è convinto che tutto prima o poi cambia)
2) Esclusive (il bene o il male non sono mai ovunque)
3) Personali (si sente sempre in parte responsabile della situazione o almeno di come risponderà alla situazione)
4) Esigue (sa che forse poteva andare peggio e che comunque probabilmente ci sono problemi più gravi).
Il quarto punto mi lascia però decisamente perplesso. Ci sono infatti situazioni materiali o di altro tipo che rappresentano il peggio di quanto può accadere, e a volte non c’è scampo, tipo una malattia degenerativa. In questi casi aiuta però a vivere meglio un’altra delle simbologie di Giove, la fede, ma bisogna essere fortunati (sempre Giove) e possederla. Pure le altre situazioni elencate da Seligman vanno prese cum grano salis, ma hanno però in sé parte di verità.
Senza quindi scivolare nelle esagerazioni del “troppo” penso positivo e del volere è potere senza sfumature, forse vale la pena provare a cogliere quanto c’è di buono nella vita, e lavorare su quello.
Giove può fornirti appunto la capacità di allargarti nel mondo con quella giusta fiducia (etimologicamente parente della fede) che ti aiuta ad attenderti dalla vita più doni che disastri.
Sempre a Giove è attribuita per ovvi motivi la fortuna, ma qui si tratterebbe di individuare cosa si intende per un concetto così aleatorio e sfaccettato, perché ciascuno di noi ha la sua idea in merito. Un ingente capitale, l’amore corrisposto, una salute di ferro, trovare sempre sulla via percorsa solo semafori verdi? Nell’immaginario popolare si associa la persona baciata dalla Dea Bendata a personaggi come Gastone, l’insopportabile cugino di Paperino, che trova sul suo cammino banconote, doni infiniti, non ha mai avuto incidenti o discussioni, e sembra nato e cresciuto in un campo di quadrifogli. Al contrario del cugino, a cui tutte sembrano andare storte.
Un gran dono della fortuna è di certo un buon carattere, quello che ti consente di affrontare ogni evento con un sorriso, e di rimboccarti le maniche se necessario. Esistono però anche situazioni non determinate dalle scelte del soggetto e quindi all’apparenza casuali che possono essere ritenute a pieno titolo fortunate o sfortunate. Trovarsi ad esempio in un certo luogo in un dato momento, ed essere lì in quell’istante cambierà la tua vita nel bene o nel male. Come ad esempio il ragazzino che accompagna un amico a fare un provino cinematografico, senza avere intenzione di fare l’attore, e viene scelto per il ruolo principale del film, diventando poi una star. Esempio reale e non unico. Oppure al contrario andare in un mercato per fare la spesa e capitare nella mortale traiettoria di un terrorista, esempio purtroppo tratto dalla realtà. Come per contro accade che qualcuno nasca in una situazione di reale privilegio, materiale o psicologico, ed altri in condizioni del tutto svantaggiate.
Se analizziamo l’etimologia della parola latina fortuna 3 vediamo che si intende ciò che porta il caso, o destino. Da declinare quindi al positivo o negativo, come buona o cattiva sorte. Certo per avere un destino fortunato non basta il solo Giove, e a volte anche l’astrologia non riesce a spiegare del tutto le ragioni della mala ventura o di fortune sfacciate, ma può aiutare ad avere quell’atteggiamento positivo e fiducioso che di solito è almeno il preambolo per un’esistenza serena. In qualche caso felice ma, per la maggior parte dei comuni mortali se non per tutti, la felicità è una condizione momentanea, legata a eventi particolarmente graditi. Purtroppo quasi mai replicabili secondo la volontà del soggetto. Va aggiunto infine che, come affermò Rousseau, “Finché si desidera si può fare a meno di essere felici, perché si aspetta di esserlo... Non si è felici che prima di essere felici."
Un buon Giove però ti inclina ad aspettarti il meglio, ed è perciò un eccellente punto di partenza, e forse anche di arrivo.

Vediamo allora cosa può portare Giove nei vari segni.

 

In Ariete Giove non dà una particolare propensione per l’ottimismo, ma nemmeno per il pessimismo. Ritiene però di solito che il destino o come lo si voglia chiamare abbia a che fare con un personaggio speciale, ossia lui stesso. Proprio per questo il fato suddetto deve – o dovrebbe – portargli rispetto e trattarlo bene. O, se del caso, gli si accanirà contro in modo esagerato, eccessivo, le mezze misure non fanno per lui. Oscillando sulla carta tra il tutto o il niente, all’atto pratico poi si adegua come la maggior parte delle persone, ma solo dopo aver sacramentato e ricoperto dei peggiori insulti il fato o ordine celeste che ha avuto l’ardire di prendersela con lui. Di solito non conosce però la passività e incarna alla perfezione la massima dell’aiutati che Dio ti aiuta. Così, se pure pretenderebbe di essere fortunato per DNA e influssi astrali, prende spesso l’iniziativa non aspettando che gli piova la pappa fatta dal cielo. L’atteggiamento attivo fa propendere quindi in automatico la bilancia sul piatto dell’ottimismo, anche se il segno che lo ospita manca di Giove e di Nettuno. Ma riceve per contro l’apporto dei pianeti maschili, ossia Sole, Marte e Plutone. Se i primi due danno appunto la propensione al fare, Plutone dona il coraggio di rimboccarsi le maniche anche e soprattutto nei momenti più complicati, inclinando quindi la persona a una reattività fattiva che non gli fa contemplare l’idea della sconfitta. O almeno di una sconfitta irreversibile. Una battaglia persa la si può mettere in conto, una debacle totale nella guerra della vita proprio no. Poi ci si adatta, ribadisco, ma la tendenza è un’altra.
In Toro Giove è a casa sua, e non può perciò non essere portato ad allargarsi. E ha la tendenza ad ampliare il proprio territorio natale per essere sicuro di avere a portata di mano tutto quello che gli consente di avere una vita agiata. I beni materiali sono alla base della sua tendenza all’ottimismo. Detesta infatti l’idea sia pur remota di restare senza cibo ma, salvo casi eccezionali in cui Giove in Toro riceva fortissime lesioni, pensa quasi sempre che la terra, la Madre Terra, riuscirà a fornirgli comunque il nutrimento indispensabile per farlo star bene. Onde evitare di arrivare a momenti di carestia per lui difficili da sopportare, tende quindi ad accumulare, a stivare nella dispensa più provviste possibili, quelle capaci di sfamare molte altre generazioni successive. Se trasferiamo l’atteggiamento mentale sul piano psicologico, chi ha Giove in Toro pensa che la vita possa ancora riservare altro, e che ci sia sempre nel bagaglio che ci portiamo appresso qualcosa che riuscirà a nutrire il tuo spirito. Poi, se davvero le risorse fisiche ed economiche fossero finite, sarebbe il tempo di chiudere gli occhi per sempre, arrivando all’eterno riposo. Ma senza tragedie e capelli strappati, la vita si ingerisce meglio se gustata a piccoli morsi, giusto per assaporare ogni singolo boccone dell’esistenza. Senza credere ai miracoli, quelli non si sa se potranno accadere davvero oppure no, ma confidando nella forza della natura, ossia del ciclo vitale. Capace di creare la frutta, il grano, gli animali e, per estensione simbolica, il denaro. E ben venga se ce n’è, e quanto più ce n’è. Come dicono i calvinisti e come afferma pure Giove in Toro, la ricchezza è un dono del signore, o degli astri.
Giove in Gemelli non è a casa sua, il pianeta è domiciliato nell’opposto Sagittario. Se riesce a essere brillante sul piano verbale, e spesso possiede un buon senso dell’umorismo e una divertente capacità comunicativa, si esprime molto peggio sul piano dell’ottimismo. Per confidare nella buona sorte bisogna infatti essere meno lucidi di quanto è lui, o credere in verità ultraterrene che non sempre gli appartengono. Scettico e ironico di suo, va avanti a furia di battute, di esame logico della realtà, ma crede molto meno nei doni della provvidenza, che stenta ad accogliere e ancora più a vedere. Se una persona con un carattere fiducioso vede una giornata di sole come un segnale divino di buona fortuna, lui pensa piuttosto a un periodo di alta pressione atmosferica, smontando in automatico qualsiasi suggestione presunto-miracolosa. Per compensare questa sensazione di amaro in bocca che sempre ha in sottofondo, si gratifica con piccoli doni, con lo shopping compulsivo, con letture abbondanti ma discontinue. Gli manca infatti soprattutto la fede e, per sopperire questa carenza, prova e riprova a trovare gratificazioni di vario tipo. Per sua fortuna si distrae spesso e volentieri, trovando nuove suggestioni, e non ha quindi tempo di fissarsi in un atteggiamento di eccessiva negatività nei confronti della vita. Ma, come per molti attori comici, avverti dietro la facciata ilare un sottofondo di tristezza, più o meno velata.


Il pianeta in Cancro inclina a un pessimismo emotivo infarcito di malinconia, e guarda caso Leopardi apparteneva proprio al segno. Certo il grande poeta recanatese non aveva questo tipo di Giove, però è diventato celebre anche come esempio di pessimismo cosmico. Incarnando al meglio l’atteggiamento tipico del Cancro, ossia con l’occhio sempre teso verso il passato e con la percezione di aver perso qualcosa. Amore, protezione, sicurezza, il meglio sembra essere già avvenuto e si ha la percezione che non si ripeterà più. Va detto che, chi ben conosce i nativi del segno e pure qualche Giove in Cancro, sa che molto spesso si tratta di prudenza preventiva, e di un modo per attirare l’attenzione di quanti ti vogliono bene. Ossia, mettendo in piazza malinconia e tristezza, troverai di certo qualcuno che ti coccola e ti protegge, proprio come vuoi tu. A metà strada tra l’astuzia e un reale pessimismo, sembra far suo il motto “Il peggio deve ancora avvenire”, rivoltando come un calzino una celebre canzone di Luciano Ligabue. Non si tratta però solo di una scaltra messinscena. Questo Giove ha davvero in sé il cromosoma della dolorosa (o triste, dipende dalle sfumature) perdita del passato. Poi, come tutte le persone prudenti, non aspettandosi dal futuro nulla se non disastri, riesce quasi sempre a limitare i danni. Passetto dopo passetto, va avanti per la sua strada, rimpiangendo sempre il tempo perduto, come disse un altro Cancro celeberrimo, Marcel Proust. Quanto alla fortuna, non se l’aspetta ma, se dovesse accadere, potrebbe arrivare dalla cerchia dei familiari, oppure si può avere fortuna nel rapporto con le donne, i bambini, l’acquisto di case. Perché un’abitazione nuova rappresenta simbolicamente un ritorno nel grembo materno, quella situazione protettiva tanto amata dai Cancro e da Giove nel segno.
Come quello in Ariete, Giove in Leone ritiene che il destino debba baciarlo in fronte e, se non dovesse farlo, accadrà solo per mettere alla prova la sua Personalità Eccezionale. Non si accontenta delle mezze cosucce, pretende il massimo o, in alternativa, suppone che gli capiterà il peggio. Anzi in automatico il peggio è il non aver ottenuto il meglio. Ossia una carica da imperatore o una vita da barbone, ma di quelli molto molto sfigati. In qualche modo non pensa che la fortuna sia una cosa che viene dall’alto, da una misteriosa entità. Il soggetto stesso si ritiene infatti al di sopra di molti accadimenti dell’universo. Quindi il tanto o il poco che la vita concede è vista come possibilità dovuta al soggetto per DNA e non come il risultato dei propri sforzi. Non si parla quindi di ottimismo, ma di carica energetica più o meno connaturata al soggetto. A differenza però di quanto avviene con Giove in Ariete, il soggetto non si dà troppo da fare, salvo quando crede davvero in un progetto. Aspetta piuttosto che la fortuna si manifesti nel momento in cui espone al mondo la sua creatura, il frutto di un suo desiderio. A volte con scarse capacità reattive, se il progetto non dovesse avere il risultato sperato. Riaccendendosi poi solo nel momento in cui una nuova idea lo rapisce. Per il resto ordinaria routine, vissuta con un certo fastidio perché tenderebbe a vivere alla grande, senza però le capacità di adattamento e metamorfosi proprie di Nettuno, pianeta esaltato nell’opposto segno dell’Aquario. Nettuno, l’alleato naturale di Giove stesso, come appare ben chiaro in Sagittario e Pesci, segni dove entrambi sono in domicilio. In modo analogo, la fortuna può essere tanta o nessuna, portare molto in alto ma di rado ai piani intermedi. Salvo i casi in cui si parta da una posizione di reale svantaggio, e proprio per questo anche solo un passetto in avanti rappresenta una conquista unica e rara.
Come per la sua posizione in Gemelli, altro segno governato da Mercurio, Giove in Vergine non fa credere alla fortuna cieca, e men che meno dà un ottimismo sconsiderato. Geneticamente deprivato di fiducia in un intervento a favore da parte di qualche entità superiore – salvo casi particolari – si aspetta poco o nulla dal destino, ma si dà da fare per ottenere il meglio possibile. Passettino dopo passettino, come certe formiche capaci di trasportare carichi molto più pesanti di loro perché va fatto. A differenza del Giove in Gemelli, che a volte tende a spendere sconsideratamente per compensare una certa malinconia interiore che lo affligge, è di solito di braccino corto e preferisce riempire le dispense per far fronte all’inverno che prima o poi arriva nella vita. Anzi, arriva ogni anno. Se lo fa sul piano materiale, spendendo il minimo possibile per evitare di restare senza quello che ritiene l’indispensabile per sopravvivere, fa altrettanto sul piano caratteriale non fidandosi ciecamente della vita. Non è malinconico di solito però, pensa piuttosto di essere nato sotto una certa stella, e con quella deve convivere, e non c’è molto altro da dire. Un astro che non brilla di luce propria, ma come le dinamo di un tempo ha bisogno di essere azionata da una robusta e costante pedalata. Così il Giove in Vergine pedala, pedala, pedala. A volte non ha voluto la bicicletta, ma essendosela trovata sotto il sedere, non può permettersi di farla arrugginire. Così la sua vita non sprizza di ottimismo insensato (sempre salvo correttivi di altro tipo) ma proprio per questo si rimbocca le maniche e altri capi d’abbigliamento per ottenere dalla vita il meglio. O quello che ritiene tale, senza esagerare.


Giove in Bilancia non crede a una fortuna cieca piovuta dal cielo, anche se in certi casi gli sembra ingiusto il trattamento preferenziale capitato ad alcuni, e negato ad altri. Per tendenza prova però ad affidarsi alla Dea Ragione. È troppo misurato e razionale per pensare che domani sarà meglio di ieri e oggi. Sa però che se opera bene i frutti dovrebbero arrivare, pur con tutte le incognite imprevedibili, tipo gradine, siccità o al contrario un clima mite e favorevole alle coltivazioni. Anche in caso di catastrofi naturali ci si può però attrezzare, in fondo le assicurazioni esistono proprio per quello. Sul piano reale e su quello simbolico. Insomma il suo ottimismo è condizionato al ben operare, ed eventuali errori in corso d’opera possono nascere soprattutto dall’aver creduto che le cose devono andare in un certo modo, perché è giusto che sia così. Senza tener conto della natura matrigna, dell’ira degli dei, dei pianeti girati storti in certi periodi. Fatti tutti i distinguo del caso, è però una posizione planetaria che non crede incondizionatamente alla fortuna, altri sono i suoi valori di riferimento. Eppure, sia pure con tutta la lentezza necessaria indispensabile per mettere in atto i cambiamenti importanti, crede nella metamorfosi, che a volte può essere radicale, perché ragionata e attuata con tutti i crismi del caso. Mancando poi di solito di eccessi di entusiasmo, agisce con lentezza, ma senza pericolo di inciampare perché ha ben guardato dove metterà i piedi.
In Scorpione Giove non è al posto suo, essendo in caduta. Non si può quindi parlare per questa posizione planetaria di eccesso di ottimismo, o di ottimismo tout-court. È infatti troppo lucido e disincantato per credere nei doni gratis da parte della fortuna. Eppure parlando delle sue caratteristiche non puoi pensare alla rassegnazione, tutt’altro. La presenza nel segno di Mercurio, Marte e Plutone dà infatti il gusto del gioco e del rischio, a volte esercitato in forma inconscia giusto per vedere se puoi farcela, oppure se sarà il destino ad avere la meglio su di te. Quindi, non aspettandosi troppo se non nulla dalla sorte, è l’artefice della sua fortuna. O, salvo casi disgraziati, della carenza di bonus positivi ricevuti dall’esistenza, magari incaponendosi in una visione negativa che gli si ritorce contro. In realtà si tratta di casi rari se non unici, eppur presenti. Caratteristica comune è però una certo spreco energetico, spesso legato alla difficoltà a godere in pieno o regolarmente degli agi e del benessere che Giove procura. Ossia, anche nei casi in cui il pianeta non ha lesioni, si consuma cibo non solo per piacere, ma per placare una non totale fiducia nella vita, o in interventi miracolosi. La gratificazione del palato compensa quindi in qualche modo il senso del dramma implicito nella mentalità del soggetto. Il supporto di Mercurio rende però spesso i nativi molto spiritosi, e capaci di prenderla in ridere. Si sa poi che i grandi umoristi usano la battuta per compensare la malinconia. O almeno la maledizione scagliata dagli dei per non aver creduto in pieno ai possibili doni della Fortuna. Divinità che dovrebbe aiutare gli audaci, quindi anche i Giove in Scorpione, colpevoli però di non credere ai miracoli, e puniti per questo.
A volte chi ha Giove in Sagittario è affetto dalla cosiddetta sindrome di Pollyanna 4. Ossia guarda al mondo con lenti colorate di rosa e ogni giorno si esercita nel “Gioco della felicità”, ossia cerca il lato buono anche nelle situazioni all’apparenza più disperate. Se questo lo fa anche il solo Sole in Sagittario, con tutte le eccezioni del caso, il supporto di Giove tende a far desiderare in grande, dando la fiducia di riuscire a ottenere prima o poi (meglio prima che poi, intendiamoci) quello che si vuole. Non essendo poi di solito particolarmente ossessionato dal tempo non vive come una tragedia cosmica un eventuale ritardo nell’ottenere quanto vuole, e nemmeno una non auspicabile sconfitta. Ossia se le cose non vanno come dovrebbero, sarà per la volta successiva, e di certo andrà pure MEGLIO. Attingendo spesso e volentieri al repertorio di proverbi tipici, come “si chiude una porta ma si apre un portone”, “non tutto il male vien per nuocere” fino a scivolare nel pensiero positivo, non usato però come salvagente o come ultima spiaggia dopo averle tentate tutte, ma per autentica fiducia nella bontà della vita. Va detto che in casi estremi, per la tipica necessità del pianeta di allargare ogni cosa, possiamo trovarci di fronte a pessimisti cosmici che cercano di convincerti che la vita fa schifo, ma si tratta di casi rari. Quasi sempre invece si pensa e si crede che le cose non possono che migliorare, anche se la situazione è già ottima. La fortuna non è quindi considerata una dea ignota, ma una compagna di viaggio pronta ad accompagnarti alla meta successiva. E, se mai ti tradisse per impegni assunti in precedenza, di certo tornerebbe al tuo fianco alla prima sosta. Ripagandoti di quanto non donato in precedenza. Da invidiare, in tutta onestà, ma ognuno nasce con i propri input, e quelli deve gestire.


Il pianeta in Capricorno non si lancia in ciechi entusiasmi, ma può essere considerato un ottimista realista. Giove è infatti esaltato per trasparenza nel segno, secondo la teoria degli Zodiaci B di Lisa Morpurgo, ed è quindi in una posizione privilegiata. Fa parte della famiglia degli edonisti razionali, capaci di privarsi di piaceri se necessario ma, quando le cose vanno bene, non ama privarsi di niente che gli piaccia. Senza esagerare, pensando che, se strafa, esaurisce poi il fondo delle carte di credito, si danneggia lo stomaco, si becca qualche malanno dettato da imprudenza. Vede in positivo quindi quello che allo stato attuale delle cose può ottenere. Non pensa che la vita sia un campo fiorito dove tutto è perfetto. Sa anzi che dovrà pure fare fatica ma, se fa scelte giuste in partenza, poi ogni difficoltà può almeno essere contenuta. Non crede quindi alla fortuna che capita a casaccio. O meglio pensa che magari può pure arrivare e, se bussa alla porta, sarà la benvenuta. Ma non avendo la certezza di un suo ipotetico intervento, programma il futuro perché, nei limiti del possibile, la vita gli riservi quanti più piaceri possibili. Quindi, si para i colpi del destino, magari sognando in una vincita al Superenalotto. Nel frattempo intanto fa bene i calcoli per godersi quante più cose possibili alla sua portata.

Giove in Aquario ha alcune caratteristiche simili a quello in Capricorno, altre diverse. Tende anch’esso a una riflessività ponderata rispetto a quello che ci aspetta materialmente dalla vita ma, grazie all’influsso di Nettuno esaltato nel segno, non disdegna di aprire le braccia alla speranza. Di solito non indirizzata ad ottenere beni materiali, grandi possessi o godersi la vita come il michelazzo del proverbio, “che mangia, beve e va a spasso”, anche se esiste una versione più triviale, facilmente intuibile. La speranza di questo Giove è legata a possibili miglioramenti esistenziali per il soggetto e per l’umanità intera. Quindi vede e immagina una società più giusta, dove non ci siano diseguaglianze e si sia aperti alla diversità. Non bisogna però pensare che questo Giove sia solo o soltanto idealista. In realtà persegue perfettamente il suo vantaggio, senza farlo capire troppo. Non è poi affatto disinteressato ai beni materiali, ma punta al tempo stesso a un’elevazione personale e della collettività. Con il realismo proprio di Urano e Saturno sa che, per potersi concentrare sulla libertà universale, non devi morire di fame, devi avere un tetto sulla testa, la connessione a internet funzionante e così via. Perciò l’ottimismo si tinge di pragmatismo e non si pensa di poter diventare i più ricchi del mondo, ma ad avere quanto serve per fare tutto quel che piace, o almeno una buona parte di esso. La fortuna poi può arrivare dagli amici, ossia hai un problema legale che ti risolve un amico avvocato, hai denti che stanno su per miracolo e un altro amico ti consiglia il dentista giusto per risolvere al meglio la situazione e così via.
I Pesci possono essere campioni di apparente catastrofismo, eppure sono una delle sedi di Giove ed è quindi impossibile che non abbiano almeno un po’ di ottimismo. O addirittura tanto. Per non parlare della fortuna, da cui spesso e volentieri vengono baciati in maniera quasi sfacciata. Qualcuno dice che sono loro ad avere inventato i miracoli, e di certo sono tra coloro che li perseguono con costanza e fiducia incrollabile, riuscendo spesso pure ad esserne beneficiari. Il carattere apprensivo ed emotivo fa a volte equivocare sulla reale natura del loro ben celato ottimismo. Se pure hanno il terrore di venire schiacciati da un asteroide se si sporgono dal balcone o di morire soffocati da una piuma di passaggio, poi si aspettano di vincere il Nobel, l’Oscar, il primo premio alla lotteria. Riuscendoci pure, grazie anche alla capacità genetica di seguire strade differenti dalla massa, spesso geniali. Il Giove dei Pesci guarda oltre, affidandosi a entità superiori, al destino ultimo dell’umanità verso cui sono proiettati (di certo molto positivo per loro, credenti per natura) a una botta di c…o imprevedibile ma da loro auspicata come imminente e certa. E se chi non è stato dotato da Madre Natura di ottimismo o fortuna si dà da fare per riuscire ad ottenere quello che comunque desidera, il pianeta nell’ultimo segno preferisce congiungere le mani per pregare (realmente o solo sul piano simbolico) in attesa del miracolo. Che a volte arriva come le apparizioni della Madonna di Medjugorje, puntualissimo ogni pomeriggio all’ora del tè, possibilmente servito con pasticcini. Nonostante i risultati nella vita testimoniano una sostanziale e ottima tenuta rispetto ai contraccolpi nel corso dell’esistenza (impossibili da non ricevere prima o poi), anche fortuna e ottimismo non riescono a spegnere del tutto un sottofondo di apprensività o ansia. Ossia si vince comunque il primo premio della lotteria, ma poi si ha paura di perderlo, di non riuscire a incassarlo, si teme che lo stato fallisca e non paghi quanto dovuto. Ognuno ha le sue nevrosi e il Giove in Pesci non può non angosciarsi anche se un’analisi obiettiva affermerebbe il contrario. Al prossimo compleanno regalategli un ansiolitico.


Il prossimo mese si passa al pianeta nelle case e in rapporto con gli altri pianeti, per una visione sempre più dettagliata di come riusciamo ad essere o non essere ottimisti. E in quali settori e in che modo la fortuna può aiutarci, o mostrarci le terga.

N.d.A. : Alcune delle riflessioni riportate nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Facebook Rotte e approdi5, da me creato e gestito.

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maxmicmax3@gmail.com o edizionigagliano@gmail.com




 

1 https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Pollyanna
2 https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_E._P._Seligman
3 http://www.etimo.it/?term=fortuna
4 https://it.wikipedia.org/wiki/Pollyanna_(romanzo)
5 https://www.facebook.com/groups/198516613553915/

 

massimomichelini1@virgilio1.it

5/5/2017


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