Come funziona l’astrologia?
Lo Zodiaco, gli Zodiaci
di Massimo Michelini
È
noto che Lisa Morpurgo ipotizzò sin dai suoi primi studi astrologici
l’esistenza di universi (o per meglio dire Zodiaci) paralleli
e complementari al nostro. Ad esempio alla fine dell’Introduzione
all’astrologia scrisse:
“Non sappiamo nemmeno se il messaggio zodiacale riguardi soltanto
il destino dell’uomo e se, sparita la razza umana, la Terra
continuerà ad essere felicemente abitata da quanti gatti e coccodrilli
e rinoceronti e delfini siano sfuggiti alla catastrofe. Non sappiamo
nemmeno se il moto circolare indicato dallo Zodiaco si arresti al
principio e alla fine del sistema solare, o ne coinvolga altri; e
se l’uomo, straniero sulla Terra, venga proiettato a intervalli
eonici per iniziare un nuovo ciclo su un analogo pianeta. Il mistero
delle origini si dilata in dimensioni cosmiche e, forse, il mistero
del paradiso terrestre ci accompagna da un esilio all’altro
come il fantastico ricordo di un’infanzia felice”.1
Il condizionale impiegato nell’esprimere le sue ipotesi fu quasi
di certo un blando sotterfugio per non spaventare più del dovuto quanti,
la maggior parte dei lettori, non potevano ancora essere pronti ad
accettare le sue ipotesi così all’apparenza fantascientifiche.
E in tutta onestà anche oggi molti che applicano le teorie morpurghiane
sorvolano su questi apparenti voli di fantasia, in realtà frutto di
ragionamenti solo ed esclusivamente basati sulla logica, non sulla
suggestione. Oppure ne impiegano solo il frutto finale, quello più
spendibile nell’interpretazione astrologica, ossia le esaltazioni
B presenti nei vari segni. Oppure ancora li adattano a proprie teorie,
forse più rassicuranti ma edulcorate a causa di una non totale accettazione
di ciò che il messaggio sottintende.
È sì vero che solo gli scrittori di science-fiction osano
fare ipotesi simili senza essere tacciati di visionarietà, ma è insito
nella loro arte immaginare come sarà il futuro, o cosa è sotteso dietro
la facciata della nostra esistenza, spesso usando in realtà troppa
prudenza e fantasie non paragonabili a ciò che poi accadrà davvero.
Ad esempio, i passi da gigante compiuti negli ultimi 20-30 anni nel
campo della tecnologia e dell’informatica testimoniano in tal
senso. Chi davvero solo 40 anni fa poteva realmente preventivare che
saresti stato connesso e visibile in ogni angolo del pianeta restandotene
a casa di fronte a uno schermo illuminato? Se questo succede sul piano
della tecnica, vale altrettanto se non di più su quello della conoscenza
pura, il campo di cui appunto stiamo trattando.
Così a taluni pare più logico pensare che l’astrologia funzioni
per assonanze cosmiche o ripetizioni di immagini simboliche e mitiche
(che pur ci sono, intendiamoci), quasi che la musicalità delle assonanze
e la potenza icastica del mito evitassero l’impatto diretto
con certe verità difficili da digerire. Per tornare al brano finale
dell’Introduzione all’astrologia, Lisa Morpurgo
impiegò il condizionale nel riferirsi all’unicità dello Zodiaco,
espressione prudenziale che ben presto abbandonò. Nel successivo Convitato
di pietra, infatti, parlò esplicitamente di uno Zodiaco speculare
al nostro, dove devono prevalere valori femminili, visto che nel nostro
c’è, c’è sempre stata e sempre ci sarà una dominanza fisico/culturale
maschile.
Secondo le più comuni leggi della fisica, se esiste un più deve esserci
anche un meno. Puoi definire il giorno perché c’è la notte,
e viceversa, la vita perché c’è la morte, il maschio grazie
alla femmina. E viceversa. Se quindi viviamo in uno Zodiaco a prevalenza
e inizio maschile (non dimentichiamo che il nostro prende il via dall’Ariete2
dove sono esaltati e domiciliati Sole, Marte e Plutone, tutti maschi…)
in qualche parte dell’universo deve essercene uno a predominio
femminile. Un’analisi anche superficiale della storia dell’umanità
e della struttura sociale e mentale del genere umano non potrà che
confermare tale ipotesi. Inutile andare ad analizzare le sparse e
remotissime civiltà matriarcali che apparvero sulla Terra: si tratta
di eccezioni, e come tali confermano la regola. Ossia, nel mondo ha
sempre comandato l’essere umano di sesso maschile, con tutto
ciò che comporta la dominanza virile, nel bene e nel male.
Il ragionamento della Morpurgo si fonda però non su un’ipotesi
astratta o storico-culturale ma anche su evidenze numerico-geometriche,
la parte di certo più difficile da capire, per tutti.
Data la complessità del ragionamento vediamo di ripercorrere le sue
tappe passo dopo passo.
Come
visto alla fine del capitolo precedente, se in sede di domicilio (Sagittario
e Pesci) Giove e Nettuno si ritrovano a fianco del segno dove sono
in domicilio Saturno e Urano (Capricorno e Aquario), in sede di esaltazione
sono invece nel segno al fianco del domicilio dei luminari a loro
naturalmente opposti, ossia il Sole e la Luna. Così il Sole esaltato
in Ariete e la Luna esaltata in Pesci sono accanto a Giove esaltato
in Toro e a Nettuno esaltato in Aquario. In qualche modo quindi Giove
e Nettuno si rovesciano, cambiando di posto. Il moto dai domicili
all’esaltazione, quello che dà il via alla vita, prevede già
in qualche modo un’inversione di tendenza, o un moto in un’altra
direzione. Ossia,
per tentare di rendere ancora più chiaro un argomento complesso, Giove
e Nettuno, come tutti gli altri pianeti, con il loro movimento suggeriscono
un moto in direzione del Sole, ma anche uno nella direzione opposta
verso Saturno. E Sole e Saturno, come abbiamo visto più volte, sono
naturalmente opposti.
Così lo spostamento appena indicato di Giove e Nettuno, Mercurio e
Y, segnalò appunto l’ipotesi di un “rovesciamento”
delle forze planetarie a Lisa Morpurgo, che scrisse a tal proposito:
“Cominciai a procedere per tentativi, e mi accorsi che in uno
schema dove tutte le opposizioni (segni e pianeti) erano già sistemate,
il solo rovesciamento possibile era quello numerico della sequenza
planetaria”3. Tale spostamento si
doveva quindi tradurre nel rovesciamento numerico della sequenza planetaria.
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, la sequenza numerica del
nostro Zodiaco è la seguente:
Sole |
1 |
Y |
2 |
X |
3 |
Plutone |
4 |
Nettuno
|
5 |
Urano
|
6 |
Saturno |
7 |
Giove
|
8 |
Marte
|
9 |
Venere |
10 |
Mercurio
|
11 |
Luna |
12 |
Se poi trascriviamo o disegnamo questa sequenza numerico-planetaria
come se fosse inscritta nel cerchio zodiacale otterremo quanto segue:
Sole |
1 |
12 |
Luna |
Y |
2 |
11 |
Mercurio |
X |
3 |
10 |
Venere |
Plutone |
4 |
9 |
Marte |
Nettuno |
5 |
8 |
Giove |
Urano |
6 |
7 |
Saturno |
Dall’1 si scende verso il basso per arrivare
fino al 6, poi dal 7 si sale per arrivare al 12-Luna, numero parallelo
dell’iniziale 1-Sole.
Così, partendo dal Sole datore di vita, si passa poi dai pianeti più
lenti fino a quelli più rapidi. Se in qualche parte dell’universo
esiste davvero uno Zodiaco complementare al nostro (ed esiste, fidatevi),
la sua sequenza numerico-planetaria dovrà essere differente ma corrispondente
e complementare all’altra, uguale in senso speculare ma anche
sua parte integrante.
Perché dovrebbe essere così? Meglio affidarsi alle parole di Lisa
Morpurgo, nella parte finale de Il convitato di pietra:
“ […] questo recupero della memoria [riveste] una funzione essenziale
e [deve] imprimersi nella matrice genetica di tutti i sistemi planetari
futuri e soprattutto sul terzo pianeta di ogni sistema planetario,
destinato a ospitare la vita umana.
[…] lo schema zodiacale, infatti, ci suggerisce un nuovo tipo di matematica,
diciamo così, tridimensionale, dove l’origine della sequenza
numerica sia data dalla scissione di un 4 unitario in quattro spicchi
e in ciascuna metà il 2 rappresenti non già (come attualmente si pensa)
la somma di 1 + 1 ma, al contrario, la scissione dell’1 in due
metà, per opera di una forza che si trova negli altri due spicchi
della mela il suo uguale e contrario. Arriveremo così all’eliminazione
dei numeri dispari visti soltanto quale metà dei pari (come già immaginato
da Leibniz) e a un tipo di calcolo che tenga conto della bi direzionalità
dinamica scoperta da Newton.
Seguendo questo criterio, la vita si svilupperebbe soltanto sul terzo
pianeta di ogni sistema perché tale pianeta è la metà del suo opposto
esistente in ogni sistema planetario uguale e contrario e insieme
(3 + 3) ricostruiscono il martellante, onnipresente numero 6.
Scoprire il perché dell’importanza del 6 e del doppio 6 (12)
spalancherà senza dubbio una porta su orizzonti finora sconosciuti,
ma ritengo che già adesso lo Zodiaco possa fornire indicazioni preziosissime
su molti problemi intorno ai quali la scienza si sta accanendo con
mezzi inadeguati”.4
Partendo da queste basi logiche, dato che per le questioni celesti
esiste come abbiamo visto e teorizzato il concetto di specularità,
nell’ipotizzato Zodiaco femminile il numero 1 lo assumerà Saturno,
in quanto pianeta opposto e complementare al Sole 1. Allo stesso modo
Urano, opposto della Luna, avrà il numero 12. Nettuno poi, opposto
di Y-2, assumerà il secondo numero, e così via. Il “catalogo”
risulta quindi il seguente:
Zodiaco
maschile |
Zodiaco
femminile |
Sole |
1 |
Saturno |
Y |
2 |
Nettuno |
X |
3 |
Plutone |
Plutone |
4 |
X |
Nettuno
|
5 |
Y |
Urano
|
6 |
Luna |
Saturno |
7 |
Sole |
Giove
|
8 |
Mercurio |
Marte
|
9 |
Venere |
Venere |
10 |
Marte |
Mercurio
|
11 |
Giove |
Luna |
12 |
Urano |
Se estrapoliamo da questa seconda sequenza numerico-planetaria
il numero di alcuni pianeti vediamo che riescono a “riempire”
parte del vuoto numerico-planetario del nostro Zodiaco:
Sole |
1 |
Saturno |
Y |
2 |
Nettuno |
X |
3 |
Plutone |
Plutone |
4 |
X |
Nettuno
|
5 |
Y |
Urano
|
6 |
Luna |
Saturno |
7 |
Sole |
Giove
|
8 |
Mercurio |
Marte
|
9 |
Venere |
Venere |
10 |
Marte |
Mercurio
|
11 |
Giove |
Luna |
12 |
Urano |
Infatti Plutone, pianeta esaltato nel terzo segno,
i Gemelli, ha ora – nella sequenza femminile – il numero 3. Y, esaltato
nel quinto segno, il Leone, ha il numero 5. Mercurio, esaltato nello
Scorpione ottavo segno, ha il numero 8. Marte, signore del decimo
segno capricornino, ha infine davvero il numero 10. Allo stesso modo,
se si pensa che lo Zodiaco femminile inizia con la Bilancia – segno
naturalmente opposto all’Ariete che dà il via al nostro Zodiaco
– e il Saturno numero 1, il terzo segno di questo Zodiaco femminile
sarà numerato dall’ X-3 della nostra sequenza numerico-planetaria
maschile, il suo quinto (l’Aquario) verrà contrassegnato dal
nostro Nettuno-5 e così via.
Mancano però all’appello altri 4 numeri, quelli che dovrebbero
esaltarsi in Toro, Cancro, Sagittario e Aquario (e nello Zodiaco femminile
nei segni opposti a quelli citati, ossia Scorpione, Capricorno, Gemelli
e Leone). Dove andare a pescarli, se mi si consente l’irriverenza?
Bisogna applicare ancora una volta la logica, anzi la logica numerica.
E, come molti (spererei) o alcuni (più probabile) già sapranno, i
numeri mancanti sono rintracciabili negli “autentici”
Zodiaci B. Perché se nei suoi primi studi Lisa Morpurgo era convinta
che sarebbe “bastato” un solo Zodiaco per completare il
nostro (e il suo ciclo vitale) ragionamenti e studi successivi la
portarono a ipotizzare che gli Zodiaci non possono essere due ma devono
essere quattro. Ma della struttura complessiva del sistema zodiacale,
ossia della teoria dei 4 Zodiaci parleremo infine esaustivamente il
mese prossimo. Qualcuno forse penserà che centellino troppo queste
informazioni – del resto di dominio pubblico nel momento in cui Lisa
Morpurgo ne scrisse – ma credo che essendo una teoria più che complessa
vada assunta a piccole dosi, come certe medicine potentissime a cui
il nostro fisico non è abituato, e che vanno appunto somministrate
a dosi omeopatiche, se non si vuole che siano rigettate.
Quando non si capisce una cosa si corre il rischio di respingerla,
di sputarla fuori da sé quasi come un corpo estraneo. Ma se davvero
Lisa Morpurgo ha ipotizzato il giusto, e quasi tutti gli indizi danno
credito a tale ipotesi, allora nelle sue scoperte ci sono molti dei
segreti dell’universo, o l’indicazione corretta per rintracciarli.
A qualcuno non gliene fregherà niente, chiederà all’astrologo
solo cosa gli succederà il prossimo anno, se troverà infine il fidanzato
o la fidanzata o riceverà un aumento salariale. Alcuni invece adotteranno
queste teorie perché vi scorgeranno la possibilità di recuperare il
sogno di una sorta di paradiso perduto, una specie di nuovo culto
religioso (come tale basato su un atto di fede, non su un ragionamento
scientifico qual è) oppure con un atteggiamento veterofemminista vi
andranno a cercare una rivincita sul maschio oppressore mimando solo
in realtà i più beceri istinti di sopraffazione propri di una certa
mentalità virile. Altri infine, forse una minoranza ma non importa,
si affacceranno a tali teorie convinti che siano una terrazza sui
misteri cosmici, un punto di osservazione corretto e ineguagliabile.
È a loro che mi rivolgo, ma anche coloro che vogliono ottenere al
più presto l’appagamento sessuale, e si rivolgono all’astrologo
per queste o altre facezie, potranno vedere arricchite le conoscenze
anche della loro vita, poiché dei quattro Zodiaci c’è traccia
pure nel nostro, e solo grazie a loro si riescono a intuire molte
sottigliezze che altrimenti passerebbero in secondo piano, o non sarebbero
scorte affatto. E per quanto si fatichi a crederlo, in realtà scoprire
queste finezze nascoste è un aiuto per chiunque si interessi di astrologia...
Ma dove si troverebbero nello spazio questi 4 Zodiaci, anzi dove si
potrebbe trovare lo Zodiaco femminile di cui stiamo parlando? Lascio
la parola a chi l’ha rintracciato, Lisa Morpurgo:
“La deduzione più ovvia era che i pianeti opposti si sovrapponevano
e dunque anche le loro sedi si sovrapponevano. Il secondo Zodiaco
si trovava sotto oppure dietro il primo […]”5.
Di questo parleremo però il mese prossimo, il cervello ha bisogno
ora di riposare.
Continua…
1 Introduzione all’astrologia e decifrazione dello
Zodiaco, Milano 1972.
2 Chi si occupa di astrologia ben conosce l’importanza
dell’inizio in ogni cosa. Ad esempio per capire il destino di
una persona siamo “costretti” a tornare alla rappresentazione
grafica della situazione planetaria al momento della sua nascita.
E quell’intreccio di simboli planetari e segni zodiacali indicherà
la vita di quella persona, non solo su un piano simbolico ma si tradurrà
in fatti, azioni, sentimenti.
3 Un lungo cammino, capitolo 2°, Ricerca
’90, ottobre 1993.
4 Il convitato di pietra, edizione TEA 2004,
pagg. 284-285.
5 Un lungo cammino, capitolo 3°, Ricerca
’90, aprile 1994.
massimomichelini1@virgilio1.it
1/12/2012