LA ROTTA DI ULISSE

 


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I proverbi, i modi di dire e l’astrologia

di Floriana Raggi

 

A mio padre
decimo di undici figli
di famiglia contadina

Con questa ricerca mi propongo di esaminare i proverbi e i modi di dire sviluppando l’ipotesi che contengano messaggi riconducibili alle radici condizionanti di un segno o alla funzione di un dato pianeta. Le definizioni del termine “proverbio” reperibili sui dizionari riportano a questi elementi comuni1:

  • il carattere popolare
  • il contenuto di saggezza derivata da lunga esperienza
  • la forma breve, fissa, ricca di concetti, che risponde al bisogno di conservare e tramandare norme di condotta e avvertimenti di antica origine2.

Il “modo di dire” si differenzia invece dal proverbio perché non presenta uno scarto rispetto al discorso, viene assunto in prima persona dal parlante e si fonde nella frase in modo tale che quasi non ci si accorge più di usare una metafora3.
Se il proverbio resta fisso, quasi un’appendice che si aggiunge, il modo di dire viene spesso assorbito dal linguaggio e diventa irriconoscibile. Per noi che privilegiamo la griglia zodiacale nella lettura dell’esistente è utile, prima di passare alle analisi delle singole locuzioni, mettere a fuoco l’argomento in generale servendoci dei simboli suggeriti dallo Zodiaco.
Gli elementi costitutivi dei proverbi ci riconducono al pianeta Giove e alla sua espressione sia nel segno del Sagittario che del Toro, ma anche, in particolare per quanto riguarda i modi di dire, al Giove Pesci.
Possiamo individuare la simbologia di Giove-Sagittario in queste caratteristiche: il proverbio è convinto della sua “bontà” (anzi, di tramandare il meglio e una volta per tutte) così come il Sagittario è convinto della bontà del suo pensiero. Il proverbio condensa norme di condotta tradizionali, tramanda leggi, tabù, consuetudini, accorgimenti relativi alle attività umane fondamentali nelle società preindustriali, quali la caccia, la pesca, l’agricoltura, l’allevamento. Pertanto la funzione che svolge è quella di Giove-dottrina, ammaestramento, sapienza pontificante che porge, dall’alto della nona casa all’ambiente mercuriale della terza, un corpus di formule che sono non solo mezzo di comunicazione di un’esperienza, ma anche mezzo di persuasione. È il Giove-parola che tuona dal pulpito, dogmaticamente, sentenze che non intende mettere in discussione. Sicuro, forse, di un passato da recuperare a tutti i costi (Luna in trasparenza) aiutato spesso da una forma (le rime, l’assonanza) che favorisce grandemente la conservazione della memoria.

Il condizionamento taurino è rintracciabile nell’origine stessa, contadino-popolare. I proverbi sono veicolo di una cultura contadina millenaria tramandata oralmente di generazione in generazione; sono i testimoni della secolare saggezza di gente semplice e operosa, ancora molto lontana dalla attuale influenza dei mass-media. Se pensiamo che solo alla fine dell’800 ha inizio la lenta trasformazione di una società in cui il sapere si trasmetteva immutabile nei secoli dai nonni ai nipoti, non c’è da stupirsi se ancora oggi nel linguaggio corrente dei proverbi (e del dialetto) sopravviva l’eco di questa cultura, nonostante si vada inesorabilmente spegnendo. Saturno in trasparenza nel Toro garantisce questa lunga durata anche se pare messa a dura prova dalla recente accelerazione mercuriale di cui la nostra generazione è stata protagonista-testimone. “Il figlio del gatto mangia il topo”, proverbio di tipo taurino, in una società contadina aveva un significato molto più allargato di quello applicabile oggi. Altro esempio di come la saggezza antica non si modelli più sulle trasformazioni in atto nel mondo moderno è dato dal proverbio “l’abito non fa il monaco”. A me sembra di constatare che oggi “l’abito fa il monaco” e mi viene da pensare che il culto dell’immagine nella nostra società post-moderna, senz’altro molto più sviluppato che in passato, sia riconducibile all’età di Mercurio e agli effetti prodotti dalla esasperazione della simbologia dell’opposto Giove lungo l’asse Vergine-Pesci.
“L’occhio del padrone ingrassa la possessione” mirabile sintesi della simbologia Giove-Toro/seconda casa è oggi pressoché improponibile di fronte al dilagare dell’intervento tecnologico in agricoltura. Del resto anche la lingua, come tutte le cose vive, è in continua trasformazione, e il dialetto, sebbene ancora in uso nei paesi, sta diventando sempre più un oggetto di studio per esperti. Proverbio e dialetto hanno formato un binomio inscindibile (a conferma della matrice taurina legata a un contesto ambientale ristretto) tant’è che in Italia le raccolte più ricche e interessanti sono regionali, e quindi dialettali. I caratteri locali dei proverbi non impediscono tuttavia la loro universalità, li troviamo diffusi infatti, spesso uguali anche nella forma, in molti paesi del mondo (tanto per ritornare al Sagittario). È utile segnalare, sempre per una conferma astrologica, che in Europa la nazione che possiede la raccolta più numerosa di proverbi è la Germania, paese che sappiamo essere collocato, secondo le valutazioni di Lisa Morpurgo, sotto il segno del Toro.

Le caratteristiche descritte dei modi di dire, proprio in virtù della loro duttilità, che annulla qualsiasi tipo di dogmatismo, fanno pensare a Giove alleato di Luna e Nettuno nella combinazione Pesci. Va aggiunto che, pur essendo il loro significato universalmente noto, difficilmente nel pronunciarli si è consapevoli della loro origine, pur contenendo, nella loro sinteticità sibillina, precisi riferimenti. “Nella frase andare ramingo il termine ramingo non smuove più in chi lo pronuncia o in chi l’ascolta, la carica suggestiva dell’immagine che lo ha generato. Pochi si curano di sapere che ramingo fu detto dell’uccello che, uscito dal nido senza sapere ancora volare, saltella di ramo in ramo timoroso e senza meta. Come si può vedere già da queste brevi considerazioni il modo di dire presenta aspetti che rendono la sua fisionomia sfuggente e costringono a dare una definizione un po’ lontana dall’esattezza”4. Sono parole che sembrano confermare l’ipotesi Giove-Pesci.

La matrice semplice e legata alle società arcaiche dei proverbi e modi di dire mi ha indotta a escludere quelli più intellettualizzati ed esprimenti concetti astratti – specchio di società più evolute5 – per prendere in considerazione quelli che si appoggiano a fatti concreti, a immagini reali, a cose e animali. Pur avendo individuato nel pianeta Giove il punto di incontro sia dei proverbi che dei modi di dire in generale, va comunque precisato che ogni segno e ogni pianeta (spesso anche la dialettica tra pianeti) riescono a esprimere detti significativi, che rispecchiano la loro natura condizionante.
Il materiale raccolto è tale che, per ogni segno, si potrebbe enumerare un ricco e stimolante elenco di proverbi e modi di dire. In questa sede, per necessità di sintesi, ho operato una scelta di campo che passa per quelle locuzioni che si collegano al corpo umano e ad alcune sue parti. Per verificare se e come gioca il condizionamento zodiacale esaminerò proverbi e modi di dire che si collegano a parti del corpo di sicura corrispondenza a pianeti e a segni.

MANI
Si può “toccare con mano”, per esempio, l’attenzione che proverbi e modi di dire rivolgono a questo organo importantissimo che è appunto la mano, le cui funzioni sono racchiuse dal pianeta Urano. Il detto “avere le mani d’oro” che sottolinea l’abilità in ogni sorta di lavoro, si collega indubbiamente (e doppiamente per l’associazione con l’oro) all’Urano-Vergine. La conferma ci viene data dalla dialettica degli opposti: “fare un lavoro coi piedi” (Pesci) significa infatti farlo malissimo. Ovviamente “stare con le mani in mano” è sinonimo di oziare, di essere improduttivi, la qual cosa potrebbe essere gradita agli appartenenti al segno del Cancro, tant’è vero che “alla gente pigra il lavoro sfugge dalle mani”. Nelle espressioni “lavarsene le mani” e “mettere le mani avanti” è quasi sicuramente l’Urano Aquario a manifestarsi. Mentre avere il “mestolo in mano” che è un modo di dire derivato dal proverbio “chi ha il mestolo in mano si fa la minestra a modo suo” così come “avere il timone in mano” fanno pensare al segno del Capricorno, altra sede di Urano. Il detto “avere le mani in pasta” può invece riportarci all’Aquario e all’Urano alleato di Plutone che si trova qui esaltato per trasparenza. Le scoperte che Lisa Morpurgo ha fatto sui 4 Zodiaci portano alla considerazione di un altro pianeta per ogni segno. Possiamo pertanto constatare, attraverso l’osservazione, come Urano esaltato in Gemelli nei sistemi B continui ad agire “per trasparenza” anche nel nostro sistema A maschile. Così “prendere qualcuno con le mani nel sacco” può testimoniare la cripto-uranità dei Gemelli. Uranità di cui abbiamo ulteriore conferma dal proverbio “l’occasione fa l’uomo ladro”, dando ovviamente per scontato che l’occasione sia uraniana.

PIEDI
“Meglio inciampar col piede che con la lingua” recita un proverbio russo. Non stupisce che la Russia-Pesci spieghi in questo modo il bisogno di salvaguardare Giove-parola. “Darsi la zappa sui piedi” “sentirsi mancare il terreno sotto i piedi” “mettersi nei piedi di qualcuno” svelano caratteristiche dai connotati pescini. E ancora più chiaramente Pesci sono le espressioni “essere una palla al piede” e “lasciare uno a piede libero” perché ambedue riferite alla prigione.
Infatti è “a piede libero” chi è in attesa di processo senza essere rinchiuso in prigione e la “palla al piede” era un peso a forma sferica che si legava ai piedi dei carcerati per impedire loro la fuga.
“Tenere il piede in due staffe” è una locuzione che manifesta invece una indubbia abilità aquariana da attribuire a Nettuno e alle alleanze che Nettuno forma nel segno dell’Aquario con Urano e Saturno. “Essere un colosso dai piedi d’argilla” può dare l’immagine del tipo sagittariano-gioviale,
grande e imponente all’apparenza, ma con un risvolto nettuniano, quindi sensibile, mutevole e sfuggente.
Prendiamola come ipotesi suggestiva, ma il “tallone d’Achille” potrebbe rappresentare la vulnerabilità del genere umano e la sua inevitabile fine. Il tallone dunque come ultimo anello tra la vita e il salto, pescino, verso l’ignoto.

BRACCIA / GOMITO / SPALLE
“Lavorare di gomito” “lavorare di spalle” esprimono il farsi largo con ogni mezzo dell’arrampicatore sociale di sicura derivazione gemellare. “Avere l’asso nella manica” denota già molte probabilità di riuscita in qualche impresa. Si dice infatti di chi ha un elemento favorevole da far valere (da giocare gemellarmente) al momento opportuno, sfruttando l’Urano in trasparenza nei Gemelli.
“Fare da spalla a uno” nel senso di aiutarlo è un altro modo di dire che possiamo attribuire ai Gemelli, soprattutto perché preso a prestito dal teatro: indica infatti l’attore che serve a un comico per imbastire  un dialogo scherzoso. Anche “essere il braccio destro” ha il significato di aiuto a qualcuno, ma viene usato sovente per indicare una complicità tutta plutonica. Mentre i modi di dire “stringersi nelle spalle” “gettare i pensieri dietro le spalle” “fare un’alzata di spalle” rappresentano molto bene le caratteristiche del segno dei Gemelli, che sono quelle di non prendersela troppo per un problema perché infondo ci sono sempre nuovi interessi di cui occuparsi, nuove idee, nuove situazioni da cui lasciarsi catturare. Tutt’altro atteggiamento da quello che adotta la Vergine la quale facilmente “se la lega al dito” aiutata in ciò dalla grande suscettibilità che la caratterizza. Sempre alla Vergine e alla alleanza Mercurio-Urano presenti nel segno, si può attribuire il proverbio “quando le braccia lavorano l’immaginazione riposa” la cui anti lunarità e anti nettunianità è chiarissima. Infine “avere il gomito del tennista”, che è espressione in uso nell’ambiente sportivo, indica le innate abilità atletiche del giocatore di tennis, gioco collocato sotto il segno dei Gemelli.

GAMBE
C’è un proverbio romagnolo che sintetizza così la simbologia Giove-cibo e Giove-gambe “la bocca mantiene le gambe”; mentre l’opposizione Giove-Mercurio viene rivelata da “chi non ha testa abbia gambe” “chi fa bella gamba non fa bella testa” e, ancora, il carattere del Sagittario è mirabilmente descritto dal proverbio “dove l’entusiasmo è vivo le gambe sono leggere”. Può capitare poi che il tipo Sagittario, trascinato dall’entusiasmo gioviale che gli appartiene, faccia “il passo più lungo della gamba” incurante magari di avere intorno qualcuno che “gli dà alle gambe” (che gli dà contro nuocendogli con le parole) perché in fondo le scappatoie che Nettuno gli offre potrebbero sempre consentirgli di “darsela a gambe levate”. Tutto sommato quello che il Sagittario fa è sincero e senza malizia, le maschere e i nascondimenti appartengono all’opposto Gemelli, tant’è che “le bugie hanno le gambe corte”. Curioso notare quanto siano rivelatrici della cripto-lunarità (quindi della cripto-femminilità) del Sagittario le espressioni “far venire il latte alle ginocchia” “avere il ginocchio della lavandaia”.

TESTA
“Essere la testa d’ariete” è un modo di dire emblematico. L’ariete, macchina bellica del passato, usata da Assiri, Greci, Romani e fino al Medio Evo, serviva per sfondare le mura o le porte di una città assediata. L’espressione si usa ancora oggi per indicare chi, per primo, rompe la resistenza reale o psicologica. “Essere una testa calda” “fare un’alzata di testa” sono locuzioni che rendono bene il carattere arietino, portato a scaldarsi facilmente, ad agire sconsideratamente, sfidando rischi e pericoli senza necessità. L’opposizione di Saturno-Bilancia al Sole dell’Ariete è sintetizzata dal proverbio “più debole è l’intelletto, più cocciuta la testa”. Mentre “testa cocciuta, testa povera” esprime fin troppo chiaramente la testardaggine del Marte arietino. Trovo stimolante, pur rendendomi conto dell’azzardo, pensare alla locuzione “fare una cosa senza testa né coda” associandola al percorso zodiacale che va dall’Ariete ai Pesci, e compiere poi la stessa operazione per il detto “fare una cosa da capo a piedi” riferita a un’azione completa e compiuta, con un inizio Ariete e una fine Pesci.

ORECCHI
“S’impara più con gli orecchi che con gli occhi” recita il proverbio, sintetizzando con grande chiarezza le difficoltà che hanno i sordi, rispetto ai ciechi, nell’apprendimento, quindi nella formazione complessiva della personalità in cui la simbologia Mercurio-udito, specie per quanto riguarda lo sviluppo dell’intelligenza, ha una parte importantissima. “Rizzare le orecchie” “essere tutt’orecchi” rendono bene la qualità ricettiva, la capacità di attenzione che consente di afferrare i dati provenienti dall’ambiente circostante legato a Mercurio. La facoltà di comunicazione espressa da Mercurio viene confermata dal modo di dire “sturare gli orecchi a uno” per fargli intendere, con forza, quello che non vuole capire. Mentre l’espressione “mettere la pulce nell’orecchio” sa di alleanza Mercurio Plutone, allude velatamente a una notizia che può rendere inquieto e ansioso qualcuno e, a seconda se viene pronunciata con serietà (magari con un po’ di sadismo o con scherzosità e divertimento), può essere di matrice scorpionica o gemellare.
Nel fare “orecchie da mercante” è ben tracciato il carattere degli Scorpioni che fanno spesso finta di non sentire e, in realtà, come i mercanti di cui Mercurio è guida, registrano molto bene quello che a loro torna conto.
Scorrendo le raccolte dei modi di dire è stato curioso scoprire che “tirare le orecchie al diavolo” locuzione poco usata ma molto parlante circa l’abbinamento Mercurio Plutone, significa “giocare a carte”.

NASO
“Essere un ficcanaso” o meglio ancora “mettere il naso negli affari altrui” sono espressioni che delineano con chiarezza quanto l’esplorare del naso-Toro possa rivelarsi indiscreto, specie se gli affari sono costituiti, come spesso succede, da quelle manovre al limite tra il lecito e l’illecito in cui lo Scorpione eccelle. Altrettanto rivelatore dell’asse di scorrimento Toro-Scorpione è il proverbio “il denaro non ha odore” pronunciato sicuramente dallo Scorpione, segno che simboleggia il denaro liquido, opposto al denaro investito in beni immobili di cui è sostenitore il Toro. Ed è sempre lo Scorpione, grazie all’astuzia in cui è maestro, quello che riesce a fare una cosa “sotto il naso” di qualcuno, cioè a dispetto e nonostante il divieto, fino a riuscire a fargli credere quello che vuole “menandolo sotto il naso”. Siamo in piena trasgressione checché ne dica l’onesto Toro! Non si dimentichi però che anche al tranquillo e paziente Toro può “saltare la mosca al naso” e in questo caso l’esperienza insegna quanto sia consigliabile stare alla larga dalle esplosioni taurine. È interessante osservare quanto sia proprio la mosca, la cui predilezione per lo sporco la rende portatrice di una indubbia simbologia scorpionica, a irritare il sensibile naso taurino. Ancora attribuibili al Toro sono i modi di dire “non vedere più in là del proprio naso” e “non mettere il naso fuori dall’uscio” a dimostrazione dell’ambiente circoscritto e immobilistico della seconda casa, refrattaria e diffidente rispetto alle intuizioni mercuriali proposte dall’ottava. A conferma dell’orizzonte limitato cui è orientato il naso e la funzione che svolge si può citare il proverbio “chi porta il naso troppo alto facilmente inciampa”. Da una impostazione di vita chiusa  in un ambiente territoriale ristretto non può che scaturire un modo di pensare e agire “a lume di naso”, privo cioè di quegli elementi di conoscenza e approfondimento che il Mercurio-Scorpione possiede e che usa contro i pregiudizi correnti e le idee conservatrici, col gusto spesso provocatorio cui lo spinge l’alleanza con Plutone.

OCCHI
“Costare un occhio della testa” “schizzare il grasso dagli occhi” “avere gli occhi di bove” (detto di chi vede le cose più grandi di quelle che sono) sono tre espressioni che riconducono a un Giove taurino, dilatante, legato ai soldi, all’opulenza. Il proverbio “tengono più gli occhi che non la pancia” e ancora la frase “mangi più con gli occhi che con la bocca” ci pongono di fronte alla simbologia che lega Giove al cibo. L’ultimo modo di dire è analogo al “Santa Lucia ti conservi la vista” che viene detto a chi a tavola si serve porzioni troppo abbondanti, sintesi folgorante di Giove-cibo e Giove-occhi. Assume un significato più estetico, legato quindi all’alleanza Giove-Venere l’espressione “l’occhio vuole la sua parte” usata generalmente sedendosi a una tavola imbandita con gusto, o di fronte a portate decorate con cura. L’opposizione dello Scorpione al Toro si evidenzia nei proverbi “lontano dagli occhi, lontano dal cuore” “occhio non vede, cuore non sente”. E sempre di stampo scorpionico è l’espressione “chiudere un occhio”, far finta cioè di non vedere, essere complice con chi ammette un errore, manifestare segretamente il proprio accordo strizzando l’occhio.  La capacità vendicativa dello Scorpione è rivelata in modo quasi lapidario nell’ “occhio per occhio, dente per dente”.

BOCCA
“A caval donato non si guarda in bocca” simile a “il dono chiude la bocca di chi lo fa e la spalanca a chi lo riceve” sono proverbi che esprimono l’abbinamento Giove-X Proserpina. Nel primo emerge più chiaramente, per l’immagine del cavallo, la simbologia del Sagittario; nel secondo si può individuare anche la simbologia del Toro. Sagittariana è la locuzione “essere la bocca della verità” che si dice, spesso in senso ironico, di chi pretende di dire sempre il vero o di parlare giustamente. L’opposizione Giove-Mercurio che traspare nel proverbio “il riso abbonda sulla bocca degli stolti” potrebbe essere di paternità capricornica perché la frase, indirizzata magari al Sagittario o al Toro, rivela una durezza e un senso di superiorità che sono specchio di una velata nostalgia suggerita al Capricorno dal Giove perduto dei sistemi B.
È fuor di dubbio invece che “l’acquolina in bocca” possa essere stimolata da quei bravissimi cuochi che sono in genere i nati sotto il segno del Toro. E non può che essere Toro colui che dice che “a pancia piena si ragiona meglio” dimostrando di recuperare in questo modo il perduto Saturno. E ancora, tanto per palesare l’azione sotterranea di Saturno, è sempre il Toro a rassicurarci che “a tavola non si invecchia mai”. I proverbi e i modi di dire sul cibo sono tantissimi, dandoci la dimostrazione di come, nelle società contadine, esso si affermi come un elemento estremamente importante. “La fame -purtroppo molto diffusa - fa parlare i muti” recita un altro proverbio associando in modo molto incisivo Giove-cibo a Giove-parola. Qualora lo Scorpione si decidesse a parlare è dalla sua bocca che potrebbe essere pronunciato il proverbio siciliano che recita “la vendetta è un piatto che si mangia freddo” .

Mi piace chiudere questo breve saggio con un modo di dire che ci tocca da vicino: “fare la pioggia e il bel tempo” usato per indicare chi ha il potere di disporre di tutto a suo piacimento; allude all’influenza che ebbero nell’antichità gli astrologi. Essi infatti venivano consultati prima di intraprendere un’impresa, sia sull’esito di essa, che sulle future condizioni atmosferiche.




1. Alcuni esempi di proverbi tra i più diffusi: “chi dorme non piglia pesci”, “chi va al mulino s’infarina”, “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”.
2. Non è certo questa la sede per svolgere un discorso esauriente sulle origini. Sarà sufficiente fare un accenno ad alcune grandi fonti cui attingono proverbi e modi di dire. Si va da quelle storiche (Erodoto) a quelle letterarie (Esopo, Fedro, La Fontaine, La Divina Commedia) ai testi sacri (Antico e Nuovo Testamento) alla Mitologia.
3. Sono modi di dire “fare il bastian contrario” “cercare il pelo nell’uovo” “essere il capro espiatorio”.
4. Carlo Lapucci, Modi di dire della lingua italiana, ed Vallardi.
5.Per esempio: “onestà e gentilezza superano ogni bellezza” “il bene non si conosce se non quando si è perso” “la prudenza non è mai troppa” “l’unione fa la forza”.




Bibliografia

Umberto Foschi, Modi di dire romagnoli, Longo, Ravenna
Carlo Lapucci, Modi di dire della lingua italiana, Vallardi, Milano
Id., Potere e diritto nel sistema proverbiale italiano, da “Le lingue nel mondo”, Valmartina, Firenze
Giuseppe Nardi, Proverbi, frasi e modi di dire del ravennate, Galeati, Imola
Gianni Quondamatteo, Tremila modi di dire dialettali, Galeati,
Salomone, Il libro dei proverbi, 1° dei Libri Sapienzali della Sacra Bibbia
Annarosa Selene, Dizionario dei proverbi, Siad, Milano
Tiziana Testi, Alimentazione e cucina nei proverbi dell’Istria, da “Le lingue nel mondo” Valmartina
Voce Proverbio nelle Enciclopedie: Boccardo, Einaudi (vol.11°), Garzanti, Treccani

florianaraggi@libero.it

* Questo studio venne presentato per la prima volta al congresso di studi di astrologia morpurghiana di Varese, il 26-27 settembre 1987.



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