LA ROTTA DI ULISSE

 


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Dizionario astrologico delle emozioni e dei sentimenti

Introduzione - Capisco quello che sento

di Massimo Michelini

“History began when humans invented gods,
and will end when humans become gods”
Yuval Noah Harari


Non temete, non sto per occuparmi di argomenti per languide signore o signorine appassionate di Beautiful o telenovelas turche, visto che quelle sudamericane sono ormai passate di moda o quasi.

No, parlo di cose che riguardano tutti, perché strutturano l’intera gamma della nostra percezione del mondo, anche se ce ne accorgiamo poco o male.
Inoltre, sentimenti ed emozioni hanno una gamma di manifestazioni molto varie e possono passare dalla tenerezza e l’affetto all’ira, all’odio e agli istinti omicidi., tanto per semplificare.
Se poi uso argomenti atipici, non mi sto allontanando dall’astrologia, cerco piuttosto di allargare il campo d’indagine. Qualcuno potrebbe tacciarle di scientismo, ma scientismo non è.
Si tratta “solo” di cercare di capire. Magari ampliando gli strumenti di analisi.
Credo e crederò sempre che l’astrologia sia uno strumento di indagine e diagnosi unico, capace di fornirti spiegazioni più che valide nell’arco di pochi secondi, ammesso che chi interpreta quei glifi interconnessi tra di loro, l’astrologo, li sappia davvero decodificare e non proietti su di loro la sua visione soggettiva.
Nonostante questo, sono convinto che anche l’astrologia vada integrata o arricchita attraverso altre discipline, in particolare i più recenti studi di neuroscienze, che si occupano di capire davvero il comportamento umano tramite un’attenta analisi delle funzioni cerebrali.
Indagine che afferma che il nostro modo d’essere e sentire permea il rapporto con il circostante.
Esiste infatti il mondo al di fuori di noi, ma entriamo in relazione con esso principalmente attraverso le nostre sensazioni, sentimenti, emozioni, attese e paure.
Quasi sempre, per quanto riteniamo di essere razionali e logici, all’atto pratico tutte le nostre conoscenze e scelte sono influenzate dalla nostra griglia percettiva, infarcita in gran parte di emozioni soggettive, che contribuiscono al buon funzionamento della nostra vita conscia.
Mica lo dico io, mi limito a fare da grancassa agli studi delle neuroscienze più attuali, come ad esempio quelli di uno dei più importanti studiosi contemporanei della mente1, António Damásio. Mi ha fatto conoscere il suo pensiero l’amica e complice di esplorazioni astrali e psicologiche Laura Toni, con la quale abbiamo inaugurato quella singolare forma di percorso di conoscenza psico-astrologico e rielaborazione del vissuto chiamato Rammendo astrologico. Ma quella è un’altra storia, qui devo concentrarmi sui sentimenti e sulle emozioni.  

Secondo – e la quasi totalità dei neuroscienziati contemporanei tende a dargli ragione – le emozioni non sono solo una parte del processo di conoscenza, ma per tutta la formazione della struttura della personalità, soprattutto quella infantile, sono l’unica modalità di conoscenza. Anzi, a seguito di approfonditi studi, Damásio afferma che chi ha avuto danni cerebrali per malattia o incidente può poi avere difficoltà a interagire in maniera davvero logica col mondo, perché il suo cervello non riesce più a processare nella maniera corretta appunto un certo tipo di emozioni.

Damásio (…) “nel saggio del 1995 L'errore di Cartesio,2 dimostra come, al contrario di una tradizione culturale che ha sempre svalutato le emozioni perché perturberebbero la serenità della ragione, esse siano alla base del buon funzionamento della mente: se l'uomo perde la capacità emozionale non è in grado di essere ragionevole. Negando la concezione cartesiana del dualismo mente-corpo, due elementi necessariamente scindibili, egli mette in evidenza l'azione reciproca del corpo e del cervello, che costituiscono un organismo unico e indissociabile. La ragione non potrebbe funzionare correttamente senza le emozioni, ovvero senza lo stretto collegamento con il corpo, che offre costantemente la materia di base con cui il cervello costruisce le immagini da cui origina il pensiero. Damsio dimostra come le emozioni siano dimensioni cognitive.
La nuova teoria dell'interconnessione tra il mondo emotivo e la razionalità confuta la tradizione scientifica che confina le emozioni nei centri sottocorticali più antichi e meno evoluti e ne trascura quindi il nesso con il pensiero”3.

Facciamo un passo indietro, senza ragionare per il momento di neuroscienze.
Pensiamo ad esempio al bambino molto piccolo, che non ha ancora sovrastrutture, e classifica le persone e le cose come buone o cattive, belle o brutte. Così lo spigolo in cui sbatte e gli procura dolore diventa cattivo, mentre tutto quello che gli procura piacere è buono. Non fate l’errore di ritenere questo modo di intendere il mondo solo come un passaggio primitivo, prima di raggiungere maturità e consapevolezza. Se pensate alle follie collettive nel giudicare una persona o un fenomeno, ora più che mai vistose nell’epoca dei social media, potete constatare con facilità che anche i plurilaureati in teoria in grado di avere un pensiero più evoluto cadono nelle stesse semplificazioni interpretative di un bambino. Così l’avversario politico diventa un mostro, non parliamo della squadra che compete con quella del proprio cuore. La mente si è strutturata a pensare così già nei primi anni di vita e di rado poi opera in maniera differente, anche se l’educazione adulta maschera la soggettività della percezione e delle emozioni inquadrandole in finte o surrettizie strutture apparentemente logiche. Si è strutturata così perché lo prevede lo Zodiaco, ossia il codice della vita. Mai dimenticarlo.
Guarda caso, a dare forma all’Ariete e alla prima casa che indica come l’Io si vede ed è, sono il Sole in esaltazione, Marte in domicilio primario con la sua tendenza a fare la guerra a tutto e tutti per difendere se stesso, Plutone con il suo carico di protagonismo e omertà, Y in trasparenza che fissa l’attaccamento alle proprie idee, sensazioni e modi d’essere.
Quindi lasciamo da parte l’ingenua credenza che agiamo in maniera razionale, così non è. Siamo tutti sospinti da istinti ed emozioni che ci indirizzano là dove vogliono loro.
Istinti ed emozioni dettati paro paro dal tema natale, ossia dalla trascrizione della posizione dei pianeti nello spazio dello Zodiaco al momento della nostra venuta al mondo.
Pianeti-Dei che rappresentano simbolicamente le forze del nostro agire attraverso i racconti fantastici delle loro vicende, che riflettono in qualche modo, “indirizzando” la nostra storia e quella dell’umanità. Infatti “La storia cominciò quando gli uomini inventarono gli dei, e finirà quando gli uomini diventeranno dei”,3come ha scritto uno degli storici più geniali del nostro tempo, Yuval Noah Harari che, guarda caso, nei suoi studi ha indagato sulla forza simbolica dei racconti di mutare la storia.
Facciamo parte di un tutto ma non possiamo essere il tutto. Così assorbiamo quel tanto che in quel dato momento ci è dato prendere, subendo una impronta che ci seguirà tutta la vita. Lo stampino, le fondamenta, la struttura, chiamatela come volete, quella rappresenterà la struttura del nostro essere, e del nostro capire.
Così le nostre emozioni e sentimenti non sono mai frutto della pura logica, a volte sono solo follia, ma in ogni caso sono parte dell’essere umano e come tali vanno analizzate.
Del resto, se ci guardiamo intorno, spesso ci sembra pazzia o sciocchezza quello che provano gli altri. Va detto che, per ovvi motivi, anche quello che proviamo noi agli occhi del prossimo può sembrare altrettante volte follia o stupidità incurabile.
L’unica cosa saggia da fare è allora analizzare il comportamento umano come un insieme di funzioni vitali che in qualche modo sono necessarie al nostro modo d’essere, sia che ci facciano bene sia che non ce lo facciano. 
La prima delle quali è appunto avere conferma a quello che siamo. Ne abbiamo tutti bisogno, una necessità fondamentale dal primo all’ultimo momento della nostra vita.

E lo facciamo in maniera istintiva, non ragionata, come i tifosi di una squadra di calcio hanno una sorta di amore che sconfina nel culto della cosa in cui credono, in cui si identificano, che li qualifica tramite l’appartenenza.

Ad esempio, tifare Juventus o Sampdoria fa sentire parte di un gruppo, ma lo stesso accade a tutti i livelli della nostra esistenza. Così, se ci troviamo a pranzo con gente che non conosciamo e ci accorgiamo che hanno gusti alimentari del tutto diversi dai nostri, in qualche modo li sentiamo alieni, estranei, possibili nemici che si intromettono nella nostra conquista del mondo. Quindi, guai se gli altri amano le cozze mentre noi adoriamo le vongole, o viceversa, guai se vanno matti per la pasta al sugo mentre noi la preferiamo in bianco, ma anche il contrario, ovvio. Paradossalmente la troppa differenza spesso ammorbidisce il conflitto anziché amplificarlo. Così la diatriba nasce tra chi ama mitili diversi, ma non tra chi li adora e chi invece non li sopporta proprio. Fanno parte di un gruppo differente.
Non pensiate che questo istinto venga a cadere col grado di cultura. Anzi, i bibliofili, i cinefili e i filosofi si accapigliano in discussioni infinite come e più dei tifosi di calcio di una divisione dilettantistica. Se non arrivano alle mani, e non è detto che non possano spingersi a tanto – vedi Sgarbi e Mughini - è semplicemente perché hanno paura di perdere il primato intellettuale, che esclude il passaggio alla violenza.
Quindi, non pensate che il vostro punto di vista sia quello unico e giusto, come non lo è il mio e non lo è quello di nessun altro al mondo.
Ne ho già parlato nel mio ciclo precedente di articoli, le lezioni di astro-logica, in cui ho anche trattato di come l’appartenere a un determinato ambiente e il riconoscersi in esso, rassicura la nostra identità.5
Per concludere, meglio trattare un caso di astrologia, può rendere chiare tante cose. Molti hanno presente la singolare storia di Patrizia Reggiani Gucci, narrata di recente nel pessimo film House of Gucci. Al di là di un film mal riuscito, vale la pena ricordare in breve la vicenda di questa donna ambiziosa che, lasciata da un marito molto importante, non accetta l’idea di perdere lo status e la visibilità che la separazione comporta e organizza uno sgangherato delitto affidandosi a mentecatti che si fanno scoprire alla velocità della luce. Quello che mi colpì nell’ascoltare le interviste all’ex signora Gucci è che, indipendentemente dal fatto che non si confessava colpevole, però in qualche modo pretendeva di avere ragione a dichiararsi parte lesa nella vicenda, anche perché il marito aveva avuto il torto di lasciarla. Durante il processo, si scoprì che aveva chiesto a mezzo mondo come assoldare un killer, poco ci mancava lo avesse fatto anche nel bar sotto casa mentre faceva colazione.

Quando analizzai a suo tempo la vicenda6 in Zodiaco Killer, con l’amica Giuliana Giani, non potei non riscontrare nel suo tema natale un egocentrismo violento, oltre a forti problemi nel matrimonio e nel rapporto con gli altri in generale. Lo avrebbe fatto anche un astrologo dilettante, quattro pianeti in prima casa (Sole, Luna, Marte e Giove), tre dei quali lesi da Urano in settima, indicano questo. Sembrava quindi il perfetto esempio di chi è certo di avere sempre ragione, proprio come ho appena scritto. Aggiungo ora che, dopo aver letto il libro di Damásio, scopro che chi ha subito danni cerebrali importanti, come ad esempio l’asportazione di un tumore cerebrale, anche se benigno, pur sembrando “normale” perde certi freni, venendo così danneggiata socialmente. Quello che successe a Patrizia Reggiani Gucci. Le era stato asportato appunto un grosso tumore benigno prima del delitto e, subito dopo, chiedeva anche ai passanti dove trovare un sicario. Poi, uscita dal carcere dopo aver scontato la sua pena, si vantava impunemente di aver comunque ereditato un sacco di soldi. Non era però solo pelo sullo stomaco, perché un giudice ha dovuto poi intervenire per darle un amministratore di sostegno, visto che, pur se tanto attaccata al denaro, si faceva derubare in maniera spudorata da presunte amiche. L’astrologia forse non avrebbe potuto individuare un tumore cerebrale, ma un grande egocentrismo che avrebbe influito pesantemente sul suo rapporto con il prossimo certo sì, tumore o non tumore.


Patrizia Gucci agì così perché aveva un certo tipo di sentimenti, se pure distorti e perniciosi per gli altri e per lei stessa, ma in maniera meno vistose, le emozioni influiscono su tutte le nostre decisioni.
Certo, una qualche opinione dobbiamo però pur averla, altrimenti non sapremmo come confrontarci con il mondo. La consapevolezza del nostro modo d’essere, soggettivo per forza di cose, può essere però il primo passo per migliorarci e interagire meglio con il prossimo, se ci interessa farlo.
Magari attraverso un bizzarro dizionario astrologico dedicato a sentimenti ed emozioni.
Partendo da un concetto tutt’altro che scontato, l’amarsi.


Ci vediamo a febbraio, per scoprire se ci amiamo e come ci amiamo.

 

N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana7, da me creato e gestito.

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1 Va detto che, a differenza di quanto si riteneva da Cartesio in poi, le neuroscienze attuali non fanno distinzione tra cervello e mente. Ossia il ragionamento può esserci solo attraverso un normale funzionamento del cervello. Come hanno dimostrato Damásio ed altri, particolari lesioni cerebrali possono creare gravi difficoltà nell’interagire, anche se il ragionamento astratto, le nozioni apprese in precedenza eccetera non hanno subito danni.  .
2 L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, 1995
3 http://www.psychiatryonline.it/node/5270
4
https://www.ynharari.com
5
https://www.larottadiulisse.it/lez.astro_logica/vita-vitalit%C3%A0.html
6
https://www.larottadiulisse.it/zkiller/reggiani.html
7 https://www.facebook.com/groups/198516613553915/


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Gennaio 2023


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