LA ROTTA DI ULISSE

 


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Lezioni di astro-logica – capitolo settimo

La vita è eccesso: il Leone e la quinta casa

di Massimo Michelini


Riassunto delle puntate precedenti!

Per capire come si svolge la trama della vita non bisogna mai dimenticare quanto c’è stato prima, proprio come accade per ogni storia, quelle semplici e quelle intricate.
Vediamo dunque da dove siamo partiti. Sembrava tutto semplice, poi…
La sequenza delle prime tre case e segni indica un percorso chiaro e lineare, vale a dire:
la prima=esisto e so di esistere;
la 2a=apro gli occhi, guardo e mi nutro;
la 3a=voglio conoscere chi mi sta vicino e sapere più cose possibili. Eccetera eccetera, e tutto dovrebbe procedere secondo logica.
No, con la quarta abbiamo visto che questa linearità non funziona più. Già, perché altrimenti la tappa successiva dovrebbe essere la casa della famiglia? Dopo che hai visto cosa c’è intorno, perché mai dovresti chiuderti tra le mura della tua abitazione? Ti sei spaventato e fai come le tartarughe che si nascondono nel proprio guscio? La confusione non è finita, anzi il mistero si infittisce, perché la questione si ripropone se non si amplifica con la casa seguente, la quinta.

A rigor di logica, le manifestazioni del quinto settore dovrebbero collocarsi alla prima posizione, perché si parla di partenza, visto che la quinta casa simboleggia il sesso1 e la nascita. Eppure siamo al quinto posto! Come mai cito l’inizio, se l’ho già nominato parlando dell’Ariete e della prima casa? Bella domanda! Perché allora si parla di principio, se già la prima casa tratta di individuazione dell’Io? Semplice, qui c’è l’impulso sessuale2, grazie al quale tutto prende il via. Non lo sanno pure i bambini dell’asilo nido che sono nati perché i loro genitori hanno fatto sesso? Da lì si parte, non può essere in altro modo.

Forse la questione nasce dal fatto che il Sole è sì domiciliato in Leone, ma si esalta in Ariete e, nel momento in cui arriva nel primo segno, in qualche modo scatena l’inizio. Nella quinta casa si tromba3 e di conseguenza si nasce, ma la vita conscia comincia con l’ascendente e la prima casa. Strano, ma è così.

Anche se non rispetta la logica temporale che ci aspetteremmo - ossia il prima segue il dopo - la quinta casa e il cosignificante Leone sembrano creare uno scoppio vitale da cui prende il via un eterno presente in cui si confondono il prima e il poi, quasi che la legge della relatività di Einstein fosse solo una bizzarra fantasia. Mi spiego prima di fare venire il mal di testa a tutti, oppure di fare scappare anche i più volonterosi aspiranti lettori.
Era, c’è, ci sarà: sembra ed è la logica temporale chiara ed accertata. Il passato precede il presente, il presente precede il futuro.
Eppure…
Senza voler scomodare il curioso caso di Benjamin Button4, in cui il protagonista nasce vecchio e, col trascorrere del tempo, torna poco alla volta bambino, né la teoria dell’Eterno Ritorno dell’Uguale, coniata nientepopodimeno che dall’esimio e un po’ folle Friedrich Nietzsche, e attinta ai modelli filosofici precedenti dello stoicismo, a Baruch Spinoza e altri illustri pensatori, resta il fatto che l’esistenza è un gran mistero.
Insomma, siamo vivi, non sappiamo il perché e crediamo con grande ingenuità che tutto resterà sempre uguale a se stesso. Come vuole il Leone, come vuole la quinta casa.

O meglio. Tutti diamo per scontato che viviamo, è l’unico stato dell’essere che conosciamo. Sappiamo per sentito dire che prima o poi moriremo, non possiamo ricordare il momento della nostra nascita e, quasi sempre, le reminiscenze della nostra esistenza partono dai primi anni, sorvolando sulla primissima infanzia, di cui quasi sempre abbiamo notizia grazie ai racconti di genitori e nonni. In qualche modo pare che siamo coscienti solo della vita adulta, fossilizzati in una immagine mentale di eterno presente.

In qualche modo, non crediamo davvero che moriremo, e chi ha assistito persone in fin di vita sa quanto sia difficile per chi sta per lasciarci capire a cosa va incontro. È successo di recente alla persona a me più cara e, fino alla fine, non sapeva davvero che stava andandosene. Per sempre, se si è atei. Con un passaggio a miglior vita, se invece si è credenti.
E, nel momento in cui ci congediamo definitivamente da questa valle di lacrime, il corpo si raffredda e viene a mancare il ritmo vitale dettato dal respiro. La cassa toracica smette di espandersi e di contrarsi, l’aria sfiora soltanto l’involucro esterno del nostro corpo e non irrora più di ossigeno ogni singola cellula del corpo.

Insomma, la vita è energia, è ritmo, è credere che tutto resterà sempre uguale a se stesso. Partendo dalla voglia di divertirsi, che può spaziare dal sesso al piacere della vita notturna, non necessariamente vissuta tra bagordi, lounge bar e discoteche, quando ci si poteva andare ancora liberamente. Magari semplicemente non si ha voglia di andare a letto o lo si fa più tardi possibile, magari all’alba quando spunta il nuovo giorno. Giusto per avere una giornata di ventiquattro ore vissute con intensità. Tutto nella quinta e nel Leone sprizza calore, senza se e senza ma, senza il quale il sangue non può fluire in ogni angolo del corpo, apparato riproduttivo compreso. Puoi sì congelare ovociti e spermatozoi, ma per dare la vita poi la temperatura deve alzarsi, altrimenti resti bloccato in un’algida, anzi gelida, possibilità di vita.

Per essere (Sole) non devi pensare, è necessario illudersi di essere eterni. Ma, visto che secoli e secoli di esperienza umana hanno fatto capire anche al più sognatore che prima o poi se ne andrà, lo Zodiaco ha trovato uno stratagemma per non andarsene del tutto. Si creano così nostri piccoli cloni (Y), a cui in America spesso viene assegnato pure il nome (Y) del padre, seguito da uno junior, giusto per distinguerlo dall’originale5. Ma già l’appellativo “jr” in qualche modo ridimensiona il pargolo, e lo rende in qualche modo una potenziale copia (sempre Y). Parlo al maschile senza scomodare la schwa, un po’ finita in secondo piano grazie alla guerra in Ucraina, che tra tante conseguenze nefaste e dolorose almeno ci ha fatto capire che al mondo ci sono questioni più serie di una definizione o non definizione di genere.

Di rado la quinta e il Leone conoscono la moderazione, salvo i casi in cui la casa capiti in Aquario o Capricorno o ospiti Saturno, oppure che un Sole Leone capiti in undicesima o sia raffreddato dal suo pianeta opposto, Saturno appunto. È noto poi che ciascuno di noi si sente il centro dell’universo, anche i più educati e all’apparenza modesti. Per forza, la vita è legata al Sole e, in automatico, calcare il palcoscenico del mondo implica egocentrismo, per quanto ben celato.

Tanto che personaggi eccessivi e dall’identità inconfondibile nascono con il Sole in quinta, come le compiante Amy Winehouse e Moira Orfei. Entrambe uniche nel loro genere, e accomunate da una cofana di capelli, per dirla con un’altra grande artista che non c’è più Anna Marchesini6, anch’essa con una quinta casa strapiena e che spesso e volentieri si agghindava con conci esagerati, caricaturali. Quasi come se le donne con quinte case importanti recuperino in qualche modo il desiderio di avere tanti capelli propri del Leone. Esigenza dettata da X-Eris esaltato per trasparenza nel segno. X-Eris che, guarda caso, regola anche i capelli. L’influenza di Eris è molto chiara nel Leone, con le sue doti di generosità, accoglienza e capacità di nutrire la propria corte con il proprio calore. Forse bisognerà ragionare ancora un po’ per capire in pieno gli effetti che X-Eris esercita sulla quinta casa.

Certo che tra la Orfei, Amy Winehouse e la stessa Anna Marchesini abbiamo campioni di donne forti, originali, consegnate al nostro immaginario come immutabili. La tormentata ed eccessiva Winehouse non ebbe il tempo di cambiare. Morì infatti all’età in cui ci lasciano spesso le rockstar più geniali e distruttive, a ventisette anni. Moira Orfei stuccò per contro la sua immagine con un trucco eccessivo e un sorriso radioso tanto solare quanto irreale. Come un Sole d’agosto illuminò il mondo con le sue belve e colombe, come una sorta di demiurga e ammaestratrice che sa domare le creature dell’universo per mostrare all’umanità un po’ di luce e divertimento.

Sempre uguale e al comando di un’arca di Noè dove si conservarono tutte le possibili specie animali, la quinta casa non contempla la morte. Vuol divertirsi, vuol durare in eterno, porta in sé i semi di nuove vite pronte a svilupparsi al momento opportuno, per perpetrare se stesso e il suo ricordo. Non vuole cambiare, e spera di restare sempre uguale anche attraverso una immagine fossilizzata.
Si illude di essere eterno, e a modo suo riesce pure ad esserlo, per il tempo che il Destino gli ha assegnato. Ma il Leone si ritiene il signore del tempo, e lasciamo a lui e a tutti noi l’illusione di esserlo. La sua casa cosignificante, la quinta, ci spinge a riprodurci, procurando attraverso eccessi e divertimento, ossia uno stratagemma al tempo stesso illusorio e utopistico architettato dallo Zodiaco per portare avanti la specie, la nostra specie. Della quale siamo un frutto mortale, anche se ci illudiamo del contrario.

Terminata questa tappa del cammino, o capitolo della storia, il prossimo appuntamento è a maggio. Sarà la volta della normalizzazione proposta dalla sesta e dalla Vergine.

N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana7, da me creato e gestito.



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1 Il sesso e la nascita sono ascrivibili solo alla quinta casa e non al Leone. Ossia il Leone fa sesso e nasce come tutti gli altri segni, ovvio. In questo caso c’è una certa differenza tra segno e casa.
2 Qualcuno dice che il sesso stia di casa nell’ottava casa, per cosignificanza con lo Scorpione spesso assatanato in fatto di eros. A mio avviso il sesso risiede in ogni casa, ma l’impulso erotico iniziale va attribuito solo ed esclusivamente alla quinta.
3 Mi scusi il lettore per l'espressione scurrile ma, arrivato alla mia veneranda età, sono giunto alla conclusione che si tende a drammatizzare troppo le questioni sessuali. Preferibile quindi buttarla in ridere, e usare un po' di sense of humour per quello che succede tra le lenzuola.
4
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_curioso_caso_di_Benjamin_Button_(film)
5 Non dimentichiamo che originale deriva da origine, vale a dire il primo stampo.
6
In realtà non c’è certezza di un preciso tema natale della Marchesini. Ella stessa infatti dichiarò che non era sicura della sua vera data di nascita, perché suo padre dichiarò la nascita all’anagrafe in un giorno diverso da quello autentico. Non si sa però se sia vero oppure se sia il tipico gesto da Scorpione che non vuol far sapere le cose sue, compresa la data di nascita.
7
https://www.facebook.com/groups/198516613553915/

 

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aprile 2022


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