LA ROTTA DI ULISSE

 


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Lezioni di astro-logica – capitolo dodicesimo

Un’insensata voglia di equilibrio - L’undicesima casa e l’Aquario

di Massimo Michelini


Siamo quasi giunti alla fine del ciclo di queste lezioni ed è il turno del settore più difficile da inquadrare, o almeno meno semplice da afferrare. Non per nulla in undicesima e in Aquario a farla da padrone, sia pure in maniera mimetizzata, è il pianeta esaltato nel segno. Nettuno, signore della metamorfosi, dell’inquietudine, dell’andare oltre. In questa sede è talmente forte da risultare ancora più impalpabile che nella sua posizione in Pesci e dodicesima, dove l’inquietudine è palese e visibile. In undicesima e Aquario invece Nettuno è talmente forte da riuscire a non far accorgere il prossimo della potenza che qui esercita. Del resto, chi ha sperimentato un transito in positivo del pianeta col tridente, sa che spesso non ce ne si accorge, a differenza di quanto accade con gli altri pianeti, in particolare quelli lenti. Nettuno si insinua come un virus sottopelle, ti occupa la mente senza lasciare traccia, ti induce a fare cose che sembrano frutto della tua volontà, quando sono solo una inconsapevole manifestazione di dipendenza da una spinta alla trasformazione1. Proprio come accade agli addicted, si tratti di tossici, alcolisti o giocatori d’azzardo, che inseguono il loro desiderio negando di essere da esso guidati, e non il contrario. In Aquario e undicesima però Nettuno non agisce del tutto in questo modo.
Facciamo un passo indietro, per tentare di capire. Le impalpabili manifestazioni dell’undicesima appaiono infatti come logico contraltare al fuoco di vita della quinta casa con i suoi eccessi. L’Aquario sembra poi in qualche modo un’evoluzione coerente dopo lo svettare e il dominare del Capricorno, e del suo sforzo di restare in cima, e di avere tutti gli altri al di sotto. Non dimentichiamo che l’Aquario in qualche modo è l’altra faccia della medaglia del Capricorno, per così dire. Se analizziamo i pianeti che strutturano i due segni, vediamo che in entrambi i pianeti in domicilio sono Saturno e Urano. Ma se in Capricorno è più forte Saturno, in Aquario lo è Urano. Quasi che, col passaggio di settore zodiacale, la durezza morale di Saturno lasciasse spazio al pragmatismo di Urano. Senza dimenticare che nel primo è esaltato l’irruente ed erettile Marte, necessario per l’arrampicata, mentre nel secondo la fa da padrone appunto Nettuno, con la sua mutevolezza.
Nessun segno o casa può essere però la fotocopia di un altro settore, ognuno ha un suo senso e funzione.
In questo caso lo ha nella successione di segni e casa, facendo in qualche modo tirare i remi in banca per tuffarsi per così dire alla ricerca di qualcosa di universale, e non solo di personale, fornendo anche un benefico raffreddamento rispetto agli eccessi, all’egocentrismo, alle troppe certezze. Lo ha pure non come progredire della nostra vita nel tempo ma in qualche modo come termoregolatore che ciascuno di noi ha in ogni momento dell’esistenza per non dar di matto, ma anche per cercare di non andare oltre.
Si stemperano gli eccessi dell’Io, per puntare sugli Altri o su un Altro modo di essere, meno egocentrico o almeno diversamente egocentrico.
Per paradosso, da un lato qui si va oltre, dall’altro si ritiene preferibile non andarci.

Segno e casa inducono a porsi dubbi, a interrogarsi su molte cose arrivando di rado a credere a verità definitive. Tutto qui appare possibile e al tempo stesso è impossibile, o almeno non definitivo. Si cerca un equilibrio, ben sapendo che la minima vibrazione potrebbe farti mettere in fallo e precipitare nel vuoto. L’importante è rimandare la fine. Nettuno non la contempla, pensa piuttosto alla trasformazione perpetua, all’infinito, ossia la non fine.

Ribadisco, il nettuniano da casa undicesima o da Aquario mica se le dice a chiare lettere queste cose, preferisce mantenerle nel possibile, nel non definitivo, proprio perché non ama le tendenze del suo pianeta opposto, Y.
Segno e casa sono molto intellettuali, si sa, anche perché opposte e complementari al calore del Leone, egocentrico e accentratore. L’Aquario si nebulizza, pensa a soluzioni alternative e, se gli chiedi una risposta immutabile svicola, senza impegnarsi in un unico soluzione, in un unico modo d’essere. Oppure finge, dissimula la verità, se mai ne possiede una. Plutone in trasparenza agisce anche così. Lo fa soprattutto quando parla di sé ma, se tratta di questioni ideologiche, allora è tutta un’altra musica. Perché Nettuno è legato anche alla musica, oltre che all’ideologia.
E nella musica sono famose le improvvisazioni jazz, come pure le fughe di Bach, Nettuno, Nettuno e ancora Nettuno. In realtà anche le improvvisazioni parlano di variazioni sul tema, ossia del non ripetere allo stesso identico modo un brano scritto e pensato da altri. La musica poi è l’arte più aerea, meno fisica, euforizzante come un buon bicchiere di vino o un allucinogeno. Ti trasporta altrove, sempre Nettuno, ti distacca dalla realtà, ancora Nettuno. Guarda caso il pianeta del Dio dei Mari governa anche l’equilibrio mentale, che si perde se ti abbandoni agli eccessi, tipici dell’opposta quinta.
Nell’undicesima e in Aquario ovviamente non è presente solo Nettuno, ma sono di casa anche Urano e Saturno. Di entrambi i pianeti a volte si parla male, soprattutto di Saturno, per la fama di portatore di privazione che giustamente gli appartiene. Saturno però consente anche di scegliere, come accade anche nel segno dove è più forte, la Bilancia. Segno indeciso quanti altri mai, con forti difficoltà a mettere in alto delle scelte proprio perché vorrebbe alla fine prendere la decisione migliore. L’Aquario non è altrettanto esitante, anche grazie al fortissimo influsso di Urano. Al tempo stesso, pur non avendo le stesse fisime della Bilancia, preferisce trovarsi con i suoi simili, creandosi intorno una cerchia di amici con cui confrontarsi alla pari. O almeno auspica di farlo. Poi all’atto pratico si accontenta di quello che trova, il pragmatismo opportunistico di Urano gli impone di andare in questa direzione.

L’undicesima ci suggerisce quindi che l’equilibrio lo si raggiunge anche attraverso l’aiuto e il confronto con le amicizie, capaci di farti da contorno in caso di eccessi, come fanno certe persone molto marcate dalla quinta casa, che amano far baracca tutte le notti, come si dice dalle mie parti. Non ci si diverte in discoteca da soli, se vuoi brillare hai bisogno di un contorno.

Quel contorno poi, anche per quelli a cui del divertimento selvaggio non importa nulla, può essere di conforto e un mezzo (Urano) ragionato (Saturno) per ottenere o mantenere un equilibrio (Nettuno) e farti capire che tutto passa e tutto va. Mentre l’opposta quinta-Leone ha l’illusione che tutto durerà in eterno.
Nella dialettica degli opposti le illusioni nettuniani si applicano alla quinta. Anche se sono ben presenti, anzi sono essenziali, pure nell’undicesima. Sono un mezzo per credere che la vita non finirà qui, in questo mondo, e potranno esserci vite successive. Con la reincarnazione, il paradiso o quello in cui si crede, anche se le credenze religiose sono più legate agli altri due segni o case nettuniane, Sagittario e Pesci, nona e dodicesima, dove oltre a Nettuno è presente in maniera massiccia Giove. Giove è del tutto estraneo all’undicesima, forse rendendo la casa appunto più fragile in qualche modo, perché mancano certezze a cui aggrapparsi anche solo immaginate.
L’unica arma per non dar di matto è restare sul vago, “respirare piano per non far rumore2”, gli altri potrebbero sentirti e capire che ti stai masturbando, non importa se sul piano sessuale o su quello intellettuale.
Meglio non mettersi contro il fato ma, anche se non ci credi, è preferibile non dirlo a voce alta. Magari non esiste, ma non si sa mai.
Preferibile puntare sulle possibilità, quello che potrebbe essere ma non è detto che sia, come le relazioni amichevoli, con le quali non stringi un contratto vincolante, che possono farti favori, che puoi ricambiare. Se vuoi. Altrimenti chissà.

Senza farsi male reciprocamente, se possibile, altrimenti, si può sempre perdonare o chiedere perdono, come ha scritto l’Aquario Paul Auster.

“Chiedere perdono a qualcuno è una cosa complicata, una prova di delicato equilibrio tra la durezza dell’orgoglio e lo strazio del rimorso, e se non riesci ad aprirti sul serio con il tuo interlocutore, tutte le scuse suonano superficiali e false.”
Sottolineando da profondo conoscitore della questione, per il Sole opposto a Plutone e al Sole, e per un ascendente Scorpione, che si tratta tutto di un equilibrio tra te e l’altro, tra l’Io e il Non Io, quello che ti consente di ridimensionarti e passare oltre. Perché come ha scritto il Pesci Albert Einstein, che aveva però Nettuno e Plutone in undicesima, e un trigono tra Urano e Plutone che rafforzava un suo lato aquariano: “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.”
Nettuno non ti consente di stare fermo. Se lo fai cadi e ti fai male.
Già la vita è una cosa complicata e come dice il grandissimo Vasco “…la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sulla follia”. Chi altri poteva dirlo meglio se non un Aquario con il Sole in quinta casa, Saturno e Nettuno in trigono al Sole e Plutone opposto al Sole stesso?

 

 

 

 

 

 

 

Non pensate però di essere immuni da questa logica se nessun pianeta del vostro tema natale cade in Aquario o in undicesima.
Follia e depressione sono una possibilità dell’esistere, che a volte colpiscono anche gli insospettabili. Meglio tenerli alla larga cercando appunto l’equilibrio, il distacco dalle passioni3. A volte è semplice altre no, ma così è la vita. Un mutevole percorso in cui non sappiamo mai cosa accadrà nel capitolo successivo. Possibilità che gli Aquari ritengono una salvezza dell’anima.




Il prossimo mese si cambia ancora musica. Sarà il turno della dodicesima casa e dei Pesci. Si tratta della fine di un ciclo, di un percorso concluso per guardare e andare oltre, dove non importa. Interrogandosi sull’aldilà, sulla fine, su un percorso precedente che è ormai passato e non ci riguarda più. Lasciando però un senso di ansia, una paura confusa, il sentirsi esclusi dalla massa o voltarle con consapevolezza le spalle. Insomma, qui c’è voglia di stranezza, che può portare genio o isolamento, o entrambe le cose. La noia e la normalità però stanno di casa altrove.  


N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana4, da me creato e gestito.



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1 Trasformazione etimologicamente indica appunto andare oltre la forma, per cercarne un’altra.
2 Ovvia citazione del nettuniano Vasco Rossi e della sua Albachiara.
3 Passione deriva da Pathos, dolore, non dimentichiamolo.
4 https://www.facebook.com/groups/198516613553915/

 

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ottobre 2022


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