LA ROTTA DI ULISSE

 


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Vita, vitalità, vitalismo e identità

di Massimo Michelini

Sembra banale affermarlo urbe et orbi, ma se sono qui a raccontarvi cose e a spiegarvi concetti astrologici è perché sono vivo. Se qualcuno legge, è perché a sua volta ha una sua essenza vitale, altrimenti detta vita. Quindi esistere è una condizione essenziale per tutto il resto, come ribadiscono filosofia, medicina e fisica dalla notte dei tempi, come pure afferma il buon senso. Non ci vuole un gran genio per dirlo, è una delle poche certezze dell’umanità.
Eppure, se vuoi davvero tentare di capire non devi dare nulla per scontato.
Se volessimo addentrarci nella storia della filosofia, potremmo ripassare il concetto espresso da Parmenide che “‘è’ e non è possibile che non sia, ‘non è’ ed è necessario che non sia1”.
Aiuto, già mi sta venendo mal di testa! Se vogliamo fermarci ai massimi esponenti del pensiero umano pare che il concetto sia in contraddizione con le convinzioni di Eraclito che faceva il tifo per il “panta rei”, tutto scorre. Se poi ci mettiamo di mezzo pure le derive letterarie, come il celeberrimo “to be or not to be, that is the question!”, essere o non essere, questo è il problema, tutta la faccenda si ingarbuglia ancora di più.
Per toccare un concetto inerente, le neuroscienze e la neuropsichiatria, oltre alla solita filosofia, insistono sul concetto di coscienza, e hanno ragione a farlo, anche se la questione, se pur apparentemente banale, è tutt’altro che semplice. Per coscienza, infatti, non si intende il senso morale rispetto ai nostri comportamenti, quanto piuttosto la consapevolezza di chi si è, o della semplice constatazione che si è.
La psicologia ha sempre affermato che il neonato quando viene al mondo non ha cognizione del fatto che esiste una realtà al di fuori di lui, e solo dopo qualche mese comincia ad avvertire la differenza tra sé e il mondo con inevitabili conseguenze. Anche quando però ha la piena o parziale coscienza di non essere il centro dell’universo, gli resta addosso una dose più o meno ampia di egocentrismo, succede pure alle persone all’apparenza più modeste e meno egopatiche.
Quindi, al centro del nostro passaggio sulla faccia della Terra resta il nostro stato di Essere (inteso sia come sostantivo sia come verbo) e della consapevolezza di Essere tali. Tanto che per le persone in coma vegetativo si è soliti dire, con ragionevolezza, che non si tratta di vita.
Diamo quindi per scontato che non siamo più neonati, abbiamo scoperto una realtà fuori da noi, qualche filosofo la definirebbe Non Io, sappiamo all’incirca chi siamo, ogni giorno ci alziamo dal letto e interagiamo con il mondo per garantirci la sopravvivenza, per nutrirci, per godere, per realizzare le nostre ambizioni.
Stiamo parlando quindi dell’Io conscio, come si direbbe in psicanalisi. Concetto forse in parte superato ma che riassume però bene la sostanza della questione, attribuibile in gran parte in astrologia al Sole.
Sole inteso come vita, come calore, come irradiazione del nostro essere, ma non basta. Esistiamo infatti – ossia “siamo” e non è possibile che non siamo, per dirla ancora con Parmenide - nel momento in cui siamo certi di avere una nostra identità, ritenendola a buona ragione unica e immutabile.
Intendiamoci, la vita è un gran contenitore che ospita e accoglie molte sfumature anche importantissime ed essenziali, come l’amore, il cibo, il rapportarsi intellettualmente con il mondo esterno, il ridere, il piangere, la salute, la voglia di emergere, la necessità di sicurezza, eccetera e di questo parleremo nei prossimi mesi.
Vivere inoltre è legato al tempo, lasso cronologico tra il nascere e il morire e bisognerebbe forse citare Einstein e la teoria della relatività per capirci di più, ma sto già complicando le cose e non è il caso di appesantirle ancora di più.

Fatta questa lunga premessa, arriviamo alla parte astrologica. Proprio come accade nel nostro sistema planetario, la vita va attribuita anzitutto al Sole, attorno al quale ruotano però tutti gli altri pianeti, ciascuno con una sua funzione precisa. Del resto, la vita è calore e, quando si muore, si perde lentamente il calore stesso. Così l’esistenza del Sole grazie alla sua regolarità permette agli esseri umani, ma a pure tutte le altre creature ospitate nel pianeta e nella nostra fetta di cosmo, di “esserci”. In qualche modo, “siamo” perché c’è un astro che “è” e ci guida.
Sempre essere, essere, essere. Siamo perché qualcosa ci trasmette il calore attraverso il quale pure noi emaniamo calore, che contribuisce in qualche modo al riscaldamento globale.
Il piccolo si riflette nel grande ed è un suo riflesso, ne ricalca gli schemi perché ne rappresenta una parte.
La vita e la vitalità sono quindi riconducibili al Sole e ai segni governati dal Sole, ossia Ariete, dove l’astro è esaltato, e Leone, dove è in domicilio. Ma non ci si può limitare a questo. La nascita è infatti rappresentata dalla quinta casa, cosignificante del Leone, e si prende il via con l’Ariete, il primo segno dello Zodiaco, come pure dalla prima casa, che indica l’individuazione dell’Io. Secondo la teoria degli Zodiaci B, inoltre, il Sole è esaltato per trasparenza in Scorpione, e per questo motivo l’ottava casa può essere considerata anch’essa l’inizio di un nuovo ciclo, sia pure molto meno appariscente di quelle legate a Leone e Ariete.
Banale affermare che inizio è sinonimo di nascita, quindi di vita.
Aggiungo inoltre che, come ho affermato nel mio articolo del mese scorso sulle simbologie di Y (https://www.larottadiulisse.it/simboli-pianeti/Y-iniziotempo.html), l’ultimo pianeta del sistema solare delimita e, proprio per questo, presiede all’identità. Quella anagrafica che corrisponde in qualche modo, semplificando, anche al riconoscere se stessi, tramite quello che in psicologia viene definita identificazione dell’Io.
Ossia, per vivere come essere umano nel contesto di una società civile, devi avere un nome, un ruolo, una classificazione sociale, una identità. Tutti garantiti da Y, pianeta amico del Sole in Leone e in Ariete, segni più legati a una visione maschile-patriarcale della società. L’identità di Y contribuisce quindi a fissare la vitalità del Sole. Per vivere più a lungo possibile, come vuole il Sole, devi limitare i suoi eccessi, regolare i suoi consumi energetici tramite la ripetizione di certi comportamenti abituali.
Le neuroscienze2 stanno infatti constatando che la mente umana tende a risparmiare energia per durare più a lungo possibile, ossia per vivere tanto, reiterando pregiudizi, pensieri, abitudini. Il fare o pensare le stesse cose, per quanto possa sembrare noioso, garantisce la durata.

Nel processo vitale sono impiegati ovviamente tutti i pianeti e le loro funzioni, perché non potremmo mai vivere senza Nettuno, Venere, Urano e quello che essi comportano sul piano simbolico e materiale.
Ma in ciascun istante di vita, sempre a quanto affermano attualmente le neuroscienze, vengono trasmesse a ogni singola cellula del corpo energia e informazioni. Pare quindi fondamentale anche l’apporto del pianeta parallelo di Y, Mercurio3. Pianeta che tra l’altro non si allontana mai troppo dal Sole, a differenza di tutti gli altri, a voler ribadire la sua vicinanza con il Sole e alle sue funzioni.
Mercurio, insieme a Y, simboleggia e governa guarda caso il tempo, non separabile dalla vita.
Già, ho scritto una bella pappardella teorica, ma all’atto pratico come posso applicare questa parte teorica nell’interpretazione dei temi natali?
Semplice, l’analisi del Sole indica anche le modalità energetiche del soggetto con tutte le varianti e sfumature del caso. Si è in un certo modo e si ha un certo tipo di energia.
Così, ad esempio vediamo il Leone caldo, vitale, ma immobilistico (Y) tanto da sembrare ed essere pigro, per arrivare però in certi momenti di surriscaldamento interiore ad esplosioni cosmiche capaci di spezzargli il cuore o travolgere il mondo circostante. Ma per la maggior parte del tempo irradia calore e s’illude di essere eterno. Ci crede talmente tanto da farlo credere pure alle persone che gli sono vicine, riuscendo a riscaldarle.
Nell’altro segno dove il Sole A è forte, l’Ariete, troviamo invece uno scoppio di energia continua, grazie ai domicili di Marte e Plutone che indirizzano la sua forte vitale verso l’affermazione nel mondo. L’Ariete, tanto forte a parole ma con più di una insicurezza interiore. A differenza del Leone che si crede superiore al tempo, il Sole Ariete vorrebbe poi essere eternamente giovane per l’esaltazione in trasparenza di Y, e bara più di tutti sull’età, oltre a spaccare gli orologi perché gli ricordano il trascorrere degli anni.
Nello Scorpione, dove il Sole è esaltato per trasparenza, la vitalità è sotterranea e si accende dal confronto con il pensiero della morte, pronta a dare il meglio di sé nei casi in cui sta per rischiare di brutto.
L’altro segno dove il Sole è forte, anche se non si direbbe, è il Cancro nel suo domicilio B. Qui l’energia non è tanta, anzi, ma c’è un vitalismo di fondo che spinge i nativi a sopravvivere a dispetto di tutto, come se fossero fatti di gomma pronta a respingere i colpi della vita.
Ci sono poi i segni in cui il Sole dà il suo peggio. A cominciare dall’Aquario, segno poco vitale e caloroso, tanto che spesso fa del risparmio energetico il suo bisogno primario. Anche nei rapporti umani tende a non eccedere, preferisce non bruciare, il Sole gli è carente.
Altro segno di scarsa vitalità è la Bilancia, anche se appare meno evidente rispetto a quanto accade in Aquario. La forza di Saturno esaltato nel segno, compensa infatti la carenza di energia. Manca però quasi del tutto l’impulsività, il vitalismo senza se e senza ma non appartiene ai nativi.
Nemmeno il Toro dove è in caduta il Sole B si può ritenere segno di grande vitalità o almeno vitalismo. Va detto che lo Zodiaco è uno strumento prodigioso per compensare ipotetiche carenze dei segni. Così per una cosa tolta un’altra è donata. Il Toro, che “ha” poco Sole, trova un compenso nel Saturno esaltato per trasparenza, che dona la volontà per sopportare grandi fatiche, facendo disdegnare invece gli sprechi energetici insensati. Come pure dà poco amore per la vita mondana, a suo dire una perdita di tempo.
In maniera analoga nel Capricorno davvero poco solare – nessuno può metterlo in dubbio – prevale la volontà di Saturno, che avvolge i nativi del segno di freddezza, l’esatto opposto di quanto prevede il Sole. Nel segno però è esaltato Marte e l’energia viene attinta dal pianeta rosso.
Restano fuori dall’influsso del Sole, in positivo o in negativo, Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci. Tra questi l’unico segno “caldo” è il Sagittario, per l’elemento a cui appartiene, il fuoco. Nel segno infatti mancano cosiddetti pianeti fortemente vitali, eppure il Sagittario lo è. Prendo atto che non so dare una spiegazione convincente rispetto al fatto che si tratti di un segno di fuoco, e mi pare mi manchi un tassello logico.  
I Gemelli hanno energia nervosa, ma non sono calorosi, anzi. Si rianimano grazie a Mercurio e Plutone, il primo per la spinta alla curiosità, l’altro per la voglia di primeggiare, mentre Y fa sì che i nativi tendano a non sprecare l’energia che hanno.
Cosa che accade anche alla Vergine, che ha una sorta di termoregolatore interno precisissimo, impiegato per usare l’energia e dà le risorse esatte per svolgere al meglio il proprio compito sulla faccia della Terra, cercando di mantenersi il più possibile simili a se stessi.
Quanto ai Pesci, la loro vitalità è emotiva e incostante, irregolare come l’acqua dell’oceano che ha un suo ritmo interno ma che, visto dall’esterno, sembra o è ingestibile.
Senza scendere nell’analisi dettagliata della posizione del Sole nelle case, semplificando dico che di certo la posizione in quinta casa porta a vivere senza freni o mezze misure – salvo eccezioni dettati dal resto del tema – all’insegna di una vita spericolata alla Vasco Rossi, Aquario sì, ma con il Sole appunto in quinta.
Il Sole in case legate per cosignificanza a Y, come la prima, la quinta stessa, la terza e la sesta rafforzano inoltre l’identità o il bisogno di appartenenza a un ceto o a una classe lavorativa ben precisa, mentre quelle nelle case opposte, in particolare l’undicesima, la nona e la dodicesima tendono invece a confondere le acque per l’influsso di Nettuno.
Infine, ci sono aspetti planetari che rafforzano o indeboliscono la vitalità come ad esempio rapporti positivi del Sole con Marte o Plutone. Anche se è noto che questi aspetti possono portare anche a grosse esagerazioni o a eccessi difficili da gestire.
Di certo ci sono poi altre particolarità che al momento mi sfuggono, ma mica puoi dire tutto in un colpo solo, ci mancherebbe.

Quindi, la vita, cosa è mai? Vediamo cosa afferma in una sua canzone Vasco Rossi, Aquario ma con il Sole in quinta, perciò esperto della questione:
“Vivere
È passato tanto tempo
Vivere
È un ricordo senza tempo
Vivere
È un po' come perder tempo (…)”4.

Insomma, vivere, il calore e il tempo vanno di pari passo, l’astrologia ma anche Vasco Rossi lo confermano. Sembra banale ma non lo è affatto.

 

 

N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana5, da me creato e gestito.



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1 https://www.treccani.it/enciclopedia/essere_%28Dizionario-di-filosofia%29/.
2 Lisa Feldman Barrett, 7 lezioni e ½ sul cervello, 2020, il Saggiatore
3 Secondo le teorie di Lisa Morpurgo i pianeti paralleli sono quelli in domicilio nello stesso segno, e in esilio nel segno opposto, ossia Mercurio-Y, Venere-X, Marte-Plutone, Giove-Nettuno, Saturno e Urano. Forse anche Sole e Luna, ma è un argomento complesso e non è questa la sede per affrontarlo..
4 Vasco Rossi, Vivere, 1993.
5https://www.facebook.com/groups/198516613553915/

 

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ottobre 2021


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