Mirto

di Laura Nicoli

Nome botanico: Myrtus communis
Famiglia: Mirtacee
Sinonimo: Mortella
Descrizione: pianta sempreverde molto ramificata a comportamento arbustivo-cespuglioso. Le foglie sono coriacee, lanceolate, i fiori presentano una corolla bianca a cinque petali.
Distribuzione: originario del Nordafrica, oggi è diffuso in tutta l’area mediterranea, dove cresce spontaneo e viene coltivato come arbusto da giardino. L’olio essenziale viene prodotto principalmente in Marocco, Corsica, Tunisia, Italia e Francia.
Profumo: fresco, aromatico; odora leggermente di eucalipto
Colore: giallo, arancio o verde pallido
Energia: moderatamente yang
Simbologia planetaria: Venere, Sole, Mercurio
Proprietà: tonificante, espettorante, mucolitico, antisettico, diuretico
Indicazioni principali: affezioni delle vie respiratorie (raffreddore, tosse, sinusite, bronchite), tendenza alle vene varicose

Storia
Myrtus communisTutta la tradizione mediterranea è intessuta di leggende e di credenze sul mirto.
Nella mitologia greca i nomi di molte eroine o amazzoni avevano la stessa radice del mirto: Myrtò, Myrsine, Myrtila. La pianta fu sempre associata a divinità femminili, come Ishtar (o Astarte, divinità babilonese), Afrodite (o Venere per i Romani). Secondo il mito greco Afrodite, la dea dell’amore, quando emerse dalla spuma del mare si nascose dietro un cespuglio di mirto. Per il suo legame stretto con la femminilità, questa pianta è simbolo  di fecondità e di vita ricca di affetti.
Il mirto rappresenta l’amore nelle sue varie manifestazioni: l’amore passionale, quello coniugale, quello casto e innocente, l’amore spirituale.
Il mirto è il simbolo della gioia di vivere: protagonista indiscusso dei giardini romani, si riteneva che sul suo tronco scorresse la gioia.
Presso altre culture veniva usato per “segnare” i bambini appena nati, donando loro la gioia di vivere, e per toccare gli sposi nella regione del cuore, al fine di propiziare una gioiosa vita in comune.
Dal legno si riteneva emanassero radiazioni vitali.
Roma era considerata la “città del mirto” in quanto questa pianta esisteva già sul territorio su cui essa fu fondata. Secondo Plinio, il mirto fu il primo albero ad essere piantato ne luoghi pubblici, affinché Venere offrisse la sua benefica energia di pace. La pianta simboleggia anche la vittoria ottenuta senza spargimento di sangue.
Il mirto era considerato anche una pianta funeraria: ne crescevano boschetti nell’Ade: il mirto accompagnava, quindi, l’uomo dalla nascita alla morte, simboleggiando il prolungamento della vita nell’aldilà. Come un altro albero funebre, il cipresso, anche il mirto partecipa dei due simbolismi, della vita e della morte, della luce e delle tenebre. La pianta è associata in diversi miti a personaggi umani, a dei o a semidei che vengono sacrificati.
Pianta magica, usata in decotti per favorire gli incontri amorosi, era anche cara al dio della guerra e, assieme all’alloro, ornava il capo dei guerrieri vittoriosi; veniva inoltre associata alle Amazzoni.

Principali indicazioni
Il suo profumo rende l’atmosfera armoniosa, aiuta a chiarire le idee nei periodi di cambiamento e trasformazione e dona tranquillità interiore.
L’essenza di mirto è particolarmente delicata e ben tollerata e in aromaterapia trova impiego soprattutto nelle affezioni respiratorie, per le sue proprietà mucolitiche, espettoranti, antispasmodiche, per inalazioni, frizioni sul petto, vaporizzazioni e per infezioni genitournarie.
Ha un effetto decongestionante e astringente in presenza di emorroidi (per semicupi) e tendenza alle dilatazioni venose degli arti inferiori (per massaggi drenanti).
Può essere utilizzato per vaporizzazioni e unzioni del torace, per favorire la risoluzione delle affezioni respirazioni stagionali.
Tonifica la pelle e riduce l’eccessiva untuosità.

Come utilizzarlo:

  1. Affezioni bronchiali: assumere 30 gocce di TM in un po’ d’acqua, 3 volte al giorno, fino al miglioramento;
  2. Digestione difficile: versare una tazza di acqua calda su 2 cucchiaini di erba essiccata; lasciare in infusione per 10 minuti, poi filtrare e bere all’occorrenza;
  3. Gengiviti: diluire 3 gocce di olio essenziale ed usare la miscela per sciacquare il cavo orale;
  4. Emorroidi: applicare un unguento a base di mirto.

Tonifica le articolazioni, combatte la sudorazione e l’eccessiva untuosità della pelle, esercita un’azione astringente, diluita in acqua, per lavaggi o impacchi, in presenza di emorroidi.
L’essenza di mirto diffusa nell’ambiente con un bruciatore di essenze, purifica l’aria nella stanza di un malato.

È consigliata anche per i bambini e per le persone anziane, al posto della più energica essenza di eucalipto, con cui condivide le proprietà balsamiche, antisettiche ed anticatarrali.

nettuno_nl@libero.it

2/6/2008