LA ROTTA DI ULISSE

 


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Dizionario astrologico delle emozioni e dei sentimenti

Decima puntata

Amore di figlio (per papà)

di Massimo Michelini

Quale sentimento prova un figlio per il padre? In linea di massima, s’intende, mica tutti i figli provano le stesse emozioni nei confronti dei genitori.
Proviamo a capirlo.
Se nei rapporti tra figli e mamma di rado riesci ad escludere del tutto un sentimento di amore – anche nei casi estremi in cui la madre sia stata pessima se non atroce – quando viene coinvolta la figura paterna il sentimento spesso assume sfumature differenti. Anzi, a volte si fatica a individuare un qualsiasi tipo di affettività nel rapporto, men che meno il cosiddetto amore. Spesso, non sempre.
Come si formano i sentimenti? Nella prima parte della vita, ovvio, quando si strutturano le varie modalità di espressione umana. Il cervello tende infatti a risparmiare energia e ripete per il resto della vita gli schemi comportamentali ed emotivi vissuti in un primo momento. Le neuroscienze lo stanno scoprendo in maniera sempre più chiara e dettagliata.1 Allo stesso modo l’astrologia, per capire il carattere e il destino di un adulto, si concentra sulla posizione di pianeti e segni al momento della nostra nascita.
A quanto sottolinea la fisiologia, nel ruolo del maschio verso il figlio mancano le modalità di relazione proprie del femminile. Quelle secondo le quali si trasmette al piccino tenerezza e sensualità tramite il contatto epidermico, che quasi sempre è il primo indicatore dell’amore e costituisce pure le basi per l’attrazione erotica. Qualcuno potrebbe obiettare, a ragione, che negli ultimi decenni la figura del genitore maschio è molto cambiata, e ormai quasi tutti i papà cambiano il neonato, lo nutrono al biberon o hanno verso di lui atteggiamenti protettivi e affettuosi, tipici nel passato della madre. Nemmeno questo si verifica sempre. Tutti conosciamo, oggi ma anche nei secoli scorsi, donne che hanno rifiutato o delegato ad altre le peculiarità della figura materna. Le balie esistono dalla notte dei tempi e non sempre chi si rivolgeva a loro lo faceva perché non aveva latte suo per nutrire la prole.
Per tornare all’argomento dell’articolo, nella relazione del padre con un figlio prima bambino, poi adolescente, alla fine cresciuto e diventato uomo, non c’entra quindi la tenerezza. Dà piuttosto - o dovrebbe farlo - una struttura caratteriale alla parte della personalità rivolta all’attività professionale, al rapporto di potere con il mondo, piccolo o grande esso sia. Inoltre, il figlio ha la funzione di tramandare il nome del padre, anzi il cognome2. Il padre, tramite il suo seme-Plutone, vuole trasmettere nel figlio parte di sé, anzi continuare la vita-Sole. Si tratta di una tendenza istintiva, non ragionata. La vita è, non pensa.
Il padre “medio”, quello che segue i dettami comuni della nostra società ancora patriarcale, auspica di solito di fornire al figlio una posizione nella società. Spesso proiettando su di lui i sogni che non ha realizzato o, purtroppo, se ritiene di aver raggiunto il top delle proprie possibilità, castrandolo, criticandolo ferocemente, come fanno certi militari che vogliono tener in riga i sottoposti per mantenere il potere. Da un lato c’è quindi chi vorrebbe che il figlio superasse quanto lui non ha fatto nella vita, dall’altro c’è chi teme che vada oltre i suoi risultati. Ne ho parlato in abbondanza nel capitolo del Dizionario dedicato all’amore del padre per i figli.3

Si trasmettono attese e si insegnano ruoli, passando attraverso l’esempio o il ripetere “devi” o almeno “dovresti”. Mancando quindi un contatto fisico significativo, salvo i dolorosi casi in cui il soggetto è manesco, la figura paterna viene introiettata come una sorta di giudice interiore. Può essere un modello positivo o negativo, un personaggio che apprezza il tuo operato, lo critica in maniera più o meno pesante, ti considera un incidente di percorso causato da una eiaculazione non programmata, magari sbolognandoti alla madre perché non ne vuole sapere di te, proiettando su di te sogni, frustrazioni o paranoie.
Sia stato un ottimo padre, pessimo o inesistente, ti ha dato la vita. e, per questo, in astrologia per capire che padre hai devi analizzare la posizione del Sole. La vita è il Sole, non dimentichiamolo. Per interpretare il tuo rapporto con quel Sole, sia tu maschio o femmina, indaghi poi anche sul pianeta più vicino alla stella al centro del nostro sistema planetario, ossia Mercurio. Si tratta di pianeti che non parlano di affetto, ma di trasmissione di valori, anche sociali. Il Sole vuol farsi vedere dal mondo e Mercurio si pubblicizza, comunica, si muove nel circostante. Mercurio è un pianeta piccolo, e il Sole è ovviamente il pianeta più grande tra quelli usati in astrologia. Il figlio-Mercurio in qualche modo risulta sempre suddito del Sole-Padre, anche se da adulto magari avrà ottenuto molto più di chi lo ha messo al mondo. Eppure, dentro, se pensi al padre ti senti bambino, ricordi e vivi la missione che ti ha dato, se te ne ha data una, oppure gli imputi le cause del tuo malessere, come del resto accade anche per il rapporto con la madre.
L’unico aspetto che si può formare tra i due infatti è una congiunzione, guarda caso, ossia lo Zodiaco ha previsto che il figlio debba restare nell’orbita del padre, per andare oltre ma senza stravolgerlo, sempre sulla carta e in teoria.
Da parte del figlio verso il padre resta quindi un rapporto di confronto, di invidia, di definizione dei ruoli, tutto cerebrale (Mercurio) anche in funzione dell’affermazione sociale.

L’affetto, se c’è, pare quindi soprattutto relativo al sentimento generato dal rispetto nei suoi confronti o dall’aver deluso le attese paterne. La situazione non è lineare, intendiamoci. Se sei stato un bravo figlio e hai soddisfatto le esigenze paterne ottieni il suo plauso, apertamente o dentro di te, se ha invece è una figura che pesa o ha pesato in negativo, cerchi spesso di fare l’esatto contrario di quello che era o si aspettava da te, spesso costringendoti a premere sul pedale della contestazione della sua figura. Come facevano certi Sessantottini che rinnegavano l’autorità del padre, magari armandosi di bombe molotov o di kalashnikov. Oppure fai quello che voleva, ma ti sembra comunque di non aver mai fatto abbastanza.
In qualche modo il padre, nella mente del figlio piccolo che continua a vivere nella psiche dell’adulto, può risultare come un supereroe, come un giudice spietato e capace di condannarti, come un fantasma o un diavolo che ti perseguita nel corso dell’esistenza. Con tutte le sfumature del caso, anche astrologiche. Il Sole e il Mercurio di ciascuno di noi infatti sono ospitati in determinati segni e case, e formano aspetti con altri pianeti.
In teoria, già il segno del Sole dà indicazioni sul tipo di padre che abbiamo avuto.

Così l’Ariete ha una venerazione per il padre, anche nel caso in cui fosse una persona controversa.
Il Toro vede nel padre una figura concreta e concentrata sulle questioni economiche.
Il Gemelli è figlio di un personaggio vivace e giovanile.
Il Cancro ha un papà mammo, in quale modo è tutto da verificare.
Il Leone può restare abbagliato da una figura paterna troppo brillante, mentre il Vergine può avere un genitore concentrato sul lavoro.
Per il Bilancia, il padre è visto soprattutto nel suo ruolo di parte di un matrimonio e lo Scorpione sarà figlio di un uomo complicato e forse oscuro.
Il Sagittario nasce da un uomo entusiasta, mentre il Capricorno da una persona rigida, a volte anziana.
L’Aquario ha un padre atipico e poco caloroso, il Pesci sarà figlio di un uomo sfuggente, emotivo e particolare, come è tutto da verificare.

Poi ovviamente c’è la posizione del pianeta nelle case, e suggerisco di leggere i miei articoli sulle case per avere un quadro più completo, oppure di consultare la serie del mio Manuale di astrologia, in particolare il terzo volume dedicato appunto alle case4
.

Infine, chi vuole avere un quadro sul rapporto con il padre di un soggetto, in questo caso maschio, deve tenere conto anche di eventuali rapporti che il Sole ha con altri pianeti, che possono modificare in maniera netta le opzioni di base. In maniera analoga, va studiato come è Mercurio, per capire appunto come si vive il proprio essere figli.

Passiamo ai casi concreti, con qualche storia di personaggi famosi, ognuno indicativo di un rapporto particolare con il padre.

Partiamo dal più famoso pittore del Novecento, Pablo Picasso. Forse non tutti sanno che Picasso era il cognome della madre, di origini italiane. Il padre era José Ruiz y Blasco, un pittore naturalista che insegnava all’accademia e fu il primo e credo unico insegnante del figlio, dal talento strepitoso e del tutto precoce. Tanto che, secondo la voce di Wikipedia spagnola: “Estudiante brillante y precoz, Picasso superó en un solo día, a la edad de catorce años, el examen de ingreso en la Escuela de la Lonja, y se le permitió saltarse las dos primeras clases. De acuerdo con una de las muchas leyendas sobre el artista, su padre, tras reconocer el extraordinario talento de su hijo al contemplar sus primeros trabajos infantiles, le entregó sus pinceles y su paleta y prometió no volver a pintar en su vida.5” Che, tradotto in estrema sintesi, sta a significare che, visto che aveva messo al mondo un genio della tavolozza, il padre rinunciò a dipingere per non sfigurare. Picasso avrebbe poi adottato il cognome materno non solo perché più distinguibile rispetto al troppo comune Ruiz, ma per rapporti tutt’altro che idilliaci col genitore. Forse fu per questo o solo per cercare spazi più consoni al suo genio, a meno di vent’anni si trasferì a Parigi e in Francia rimase per tutta la vita.
Nel suo tema di nascita troviamo il Sole-padre e Mercurio-figlio in Scorpione e quarta casa, entrambi solo lesi. A significare che il rapporto fu, almeno, complesso. Tanto da fargli preferire una carriera fulminante e unica altrove rispetto alla casa paterna (la quarta) e alla madre patria (sempre la quarta), con cui ebbe sempre un rapporto tormentato e critico. Poiché come si suol dire una mela non cade mai lontana dall’albero nel tema del padre troviamo una personalità virile infinitamente forte, per la triplice congiunzione di Sole-Marte e Plutone in Ariete, ma Mercurio-figlio è sì in trigono a Giove-fama e denaro, ma è pure quadrato a Nettuno, a indicare una difficoltà di fondo a comunicare.
Picasso andò infinitamente oltre suo padre e, il sentimento quasi di certo almeno ambiguo del genitore verso di lui, lo spinse a non accontentarsi mai dei risultati raggiunti e a cercare di minare le basi della pittura precedente, rivoluzionandola. Il suo rapporto complicato con il padre andava anche in questa direzione. In fondo, l’amore è l’altra faccia dell’odio e non esisterebbe l’uno senza l’altro.

Un altro sentimento irrisolto nei confronti del padre lo troviamo in Morgan che, come molti sanno, ha alle spalle una storia tragica. Quando era adolescente, suo padre infatti si suicidò, lasciandogli dentro, si suppone, un vuoto difficile da colmare. Geniale, istrionico e capace di mille polemiche e rotture di varia natura, incarna l’immagine e forse anche la sostanza dell’artista maledetto, incapace di restare nella norma, con grande probabilità anche per un carico di insoddisfazione profonda che riversa nel rapporto con gli altri. Anche nel suo caso, come per Picasso, troviamo sia il Sole sia Mercurio lesi, anche se Mercurio riceve pure sostegni positivi. Il Sole, senza recuperi, subisce un quadrato da Plutone, a indicare un padre insoddisfatto che gli ha trasmesso un senso di non appagamento costante. Inoltre, il Sole è in undicesima, a indicare problemi di equilibrio, mentre Plutone è in ottava, la morte, la rottura dei contratti e della stabilità, le questioni occulte che non trovano pace. Mercurio è in Sagittario e decima casa, congiunto a Venere e Nettuno, in trigono alla Luna, opposto a Saturno in quarta. L’opposizione a Saturno ancora ribadisce i problemi familiari, Mercurio in decima segnala la necessità di trovare presto una propria emancipazione anche attraverso la musica-Nettuno. Purtroppo, in questo caso la ferita è profonda e il trauma per quel padre - che non l’ha amato a sufficienza per non suicidarsi - gli resta irrisolta dentro. Ha trovato parziale soluzione nell’arte, ma non è sufficiente a placargli l’anima.


Come tragico testimonial di un rapporto del tutto irrisolto e finito nel peggiore dei modi, ho scelto Edoardo Agnelli. Unico figlio maschio dell’Avvocato, Re d’Italia in un periodo storico in cui non era più in vigore la monarchia, Edoardo fu schiacciato dalla personalità del padre, che lo disprezzò sempre per inconciliabili differenze caratteriali e differenza di ambizioni. Edoardo non volle infatti seguire il padre alla guida della FIAT, e forse non ne sarebbe stato in grado. Preferiva la filosofia e lo studio delle religioni, come voleva nel suo tema natale Nettuno in trigono al Sole, come pure forse non disdegnava del tutto l’uso di droghe. Mercurio nel suo tema è in Cancro e opposto a Marte, ma anche congiunto largamente a Venere e Giove. Va detto per amore di cronaca che la Luna nel suo tema natale è pessima, a segnalare problemi emotivi. Fatto sta che, evanescente e timido e incapace di trovare una sua pace, a quarantasei anni si lanciò nel vuoto da un viadotto della Torino-Savona. Fu il padre a dover riconoscere il suo corpo.

Gianni Agnelli aveva perso il padre da adolescente per un incidente aereo e fu cresciuto dal nonno, come vuole nel suo tema natale l’opposizione Sole-Saturno, tra Pesci e Vergine. Il Sole è anche congiunto a X-Eris. Nel tema dell’Avvocato anche Mercurio è in Pesci e seconda casa, congiunto a Urano, trigono a Plutone, sestile a Venere e opposto a Giove in ottava. Suppongo che, a fronte di rapporti intensi con i propri fratelli, Gianni Agnelli non fosse un gran che come padre, perché anche i rapporti con l’altra figlia, Margherita, furono tutt’altro che pacifici. Resta il fatto che il povero Edoardo si ritrovò una figura paterna troppo ingombrante e non riuscì a trovare un proprio ruolo nel mondo. Scelse la fuga, come vuole Nettuno. Una fuga definitiva.

Infine, ho scelto a mo’ di esempio di rapporti felici e realizzati con il padre una figura di strettissima attualità, l’eroe nazionale Jannik Sinner, aspirante numero uno al mondo nel tennis. Giovanissimo, ha scelto di dedicarsi full time al tennis, andandosene da casa con il consenso dei genitori a tredici anni, come spesso fanno le promesse dello sport. Come molti avranno letto, la madre di Sinner non riusciva ad avere un figlio e i genitori adottarono un orfano russo. Poco dopo, come spesso accade, la madre restò incinta e nacque Jannik. Ha commosso in tanti la dichiarazione al momento della vittoria degli Open di Austrralia, in cui ringraziava la famiglia per averlo sempre sostenuto nel migliore dei modi. L’astrologia conferma il profondo legame con le radici. Nel suo tema Sinner ha infatti un Sole in Leone in quarta e una Luna in Cancro in seconda casa, a conferma che la sua visione della famiglia è tradizionale, ma in senso buono. Pure Mercurio è in quarta casa (il sentirsi figlio), in sestile alla Luna. Insomma, il figlio perfetto. Nel suo tema il Sole è al trigono di Marte, tipico di molti sportivi ma opposto a Urano in decima, a significare che l’autonomia personale costa, e che forse il padre era ed è un grande lavoratore. Ma anche Sinner, per arrivare ai suoi risultati, ha dovuto e deve sostenere grandi fatiche. Il padre non solo è stato un modello per lui, gli ha dato grandi ambizioni (il Leone) ma gli ha anche trasmesso per insegnamento o DNA che il successo non si conquista ma va costruito mattone dopo mattone.

Forse in questa puntata ho usato il termine amore in senso non tradizionale ma, come detto, i sentimenti hanno infinite sfumature e, per capire la nostra vita, vanno analizzate tutte. Rispetto, emulazione, conflitto, idealizzazione, sempre di sentimenti si tratta.

PS: Dedico quest'articolo alla memoria di mio padre, merita questo e molto altro.

Ci vediamo a marzo, tratterò dell’amore di una figlia per il padre.

 

N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana6, da me creato e gestito.

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1 Consiglio di approfondire con la lettura del libro di Lisa Feldman Barrett, 7 lezioni e ½ sul cervello, Il Saggiatore, 2020.
2 Scrissi più di vent’anni fa un articolo sull’argomento, Nel nome del padre, pubblicato sul primo numero del 2002 de L’Eco dei Feaci.
3
https://www.larottadiulisse.it/dizionarioemozioniesentimenti/amoredipap%C3%A0.htm
4
hhttps://www.larottadiulisse.it/case.html e https://www.amazon.it/Manuale-completo-astrologia-segni-ascendenti/dp/8899364508/ref=sr_1_2?qid=1705672394&refinements=p_27%3AMassimo+Michelini&s=books&sr=1-2
5
https://es.wikipedia.org/wiki/Pablo_Picasso
6
https://www.facebook.com/groups/198516613553915/


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febbraio 2024


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