LA ROTTA DI ULISSE

 


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Y, l’ultimo pianeta - L’inizio del tempo, la fine del tempo

di Massimo Michelini

Per la serie “continuiamo a farci del male”, non mi è bastato tuffarmi nell’analisi di X-Eris, che ancora utilizzano solo in quattro gatti, di certo i quattro gatti più lungimiranti.
Ora voglio spingermi oltre, occupandomi dell’ultimo pianeta ipotizzato da Lisa Morpurgo, Y, di cui ancora non c’è traccia di avvistamento.
Qualcuno potrebbe chiedersi o chiedere a me che senso ha scrivere un articolo su un pianeta solo ipotizzato, perché di questo si tratta. Non essendo ancora stato individuato non si sa quale sia la posizione attuale di Y, quale sia il suo moto, e quali aspetti possa formare nel nostro tema natale.
Nel momento in cui varai il mio sito, dodici anni fa, mi riproposi di fare opera di divulgazione dell’astrologia morpurghiana, come è accaduto. All’interno di questa struttura logico-cosmica ha un peso rilevante Y, come tutti gli altri astri, avvistati oppure no.
Eventuali critiche, perciò, mi scalfiscono appena e vado avanti per la mia strada, come è sempre stato. Sono costretto però a fare un passo indietro per spiegare perché è necessario capire il significato di Y, anche se non si sa dove si trovi materialmente ora. Da qualche parte sta lassù, nel firmamento stellato, ma gli astronomi non lo hanno ancora individuato, e forse è meglio così anche per gli astrologi. Stiamo infatti ancora assimilando a piccole dosi il significato di X-Eris: per Y c’è tempo, mi pare. Almeno io la penso così.  
Lasciamo dunque che gli astronomi si prendano il loro tempo per scovare questo ultimo pianeta, certi che ogni scoperta avvenga quando Zodiaco vuole che accada.
Anzitutto, vediamo di riassumere perché Y DEVE esserci e avere una precisa funzione all’interno dello schema zodiacale. Perché ogni pianeta simboleggia qualche peculiarità del vivere, proprio come gli altri Dei dell’Olimpo presiedevano l’amore, la guerra, il potere, la furbizia eccetera eccetera. Dei, bisogna ricordarlo, che nella versione originale1erano dodici, quanti sono i segni e quanti devono essere i pianeti esaltati nei vari segni.
Certo, un tempo gli astrologi antichi riuscivano ad analizzare un tema natale e a fare previsioni anche solo con i sette pianeti della tradizione. Ma con l’individuazione di Urano, Nettuno e Plutone si riuscirono a chiarire le istanze zodiacali che spingono a farci prendere decisioni repentine nella nostra vita, come pure la tendenza alla fuga e alla trasformazione, oppure i fermenti creativi o distruttivi presenti in ognuno di noi. Ossia, per semplificare, le funzioni di Urano, Nettuno e Plutone.
Come ha dimostrato circa cinquant’anni fa Lisa Morpurgo, i pianeti mancanti per arrivare alla cifra di dodici, che chiamò X e Y in attesa della scoperta da parte degli astronomi, che avrebbero pure dato loro il nome, devono essere dopo Plutone nell’ordine di distanza dal Sole2.
Non si provi a obiettare che, per arrivare a dodici, si possono anche impiegare altri corpi celesti. In questo ambito non hanno alcun valore Chirone, Cerere o chissà chi altri. Deve trattarsi di un pianeta oltre Plutone, anzi oltre all’ultimo individuato, X-Eris.
Giusto per facilitare la comprensione di come funziona questo gioco numerico-geometrico-cosmico ecco lo schema dei pianeti in domicilio ed esaltazione.

















Pianeti in domicilio ed esaltazione
Senza ripetere a pappagallo tutte le regole che sottostanno alla struttura zodiacale, mi limito ad affermare che Y è il pianeta opposto e complementare di Nettuno. Per questo, rappresenta i valori antagonistici di Nettuno. Ha il suo domicilio primario in Vergine, quello base in Gemelli, è esaltato in Leone ed è esaltato per trasparenza in Ariete secondo la teoria degli Zodiaci B.
Per dialettica zodiacale, quindi, è in esilio in Pesci e Sagittario, in caduta in Aquario e in caduta per trasparenza in Bilancia.
Bene, qualcuno potrebbe dire: “Certo, ha sciorinato la formuletta, ma cosa me ne faccio?”
Se qualcuno vuol sapere quando troverà l’amore della sua vita, se vincerà il premio Oscar o diventerà milionario senza alzare un dito passi oltre senza problemi, questa lettura è del tutto inutile, forse pure soporifera.
Se invece vuole capire tramite un’analisi astrologica seria e logica come funziona la mente umana, perché ci comportiamo in un determinato modo, come ci fissiamo e su cosa ci fissiamo, legga con attenzione.
Certo, Y è solo una parte del tutto, e si può sopravvivere senza sapere nulla di lui, come del resto è accaduto in passato per tante altre questioni.
Quale la funzione di Y, per il quale Lisa Morpurgo ipotizzò come nomi Eolo o Crono?
“(…) è il signore delle origini, del rassodamento della crosta terrestre, della formazione dei continenti e degli oceani, è il vento divino dell’atmosfera, primordiale elemento di vita.” E ancora: “(…) La scoperta di Y dovrebbe consentire l’interpretazione e la previsione dei fenomeni metereologici e geologici.”3
All’apparenza quindi si tratta di manifestazioni cosmiche e universali. Ma cosa c’entrano con la nostra vita e con il nostro carattere?
C’entrano, eccome.

Y segna l’inizio del tempo, quindi è il principio della vita. Del cosmo, ma anche della nostra esistenza. Come si sa, ognuno di noi acquista una propria identità nel momento in cui, uscito dal ventre della madre ed emette il primo vagito quando l’aria gli entra nei polmoni. Emette ed immette, immette ed emette, come fa per tutto il resto della sua vita, ritmicamente e regolarmente. Ossia getta fuori il fiato ed entra in contatto con il mondo. Certo un medico inorridirà per questa mia spiegazione raffazzonata, ma sorvolando sulla mia ignoranza delle più elementari conoscenze della fisiologia, se si pensa che, nel momento opposto all’inizio dell’esistenza, la morte, si esala l’ultimo respiro, si può intuire che vivere è intrinsecamente legato anche alla respirazione, quindi a Y.
Nasci emettendo un respiro, riconsegni l’anima al creatore gettando fuori dal corpo l’ultimo soffio d’aria.
Un pianeta che dà dunque il ritmo all’esistenza, come fanno i polmoni che governano i Gemelli, che ispirano ed espirano aria. Il tempo, scandito con regolarità dal corpo e che determina anche il battito cardiaco, e il cuore è indicato dal Leone dove Y è esaltato. Aggiungo che un tempo i medici per controllare la regolarità del battito premevano con la punta delle dita (astrologicamente rette dai primi dieci gradi della Vergine, dove Y è in domicilio primario) sul polso (sempre Gemelli, anche se in questo caso nei primi gradi governati da Mercurio). Mercurio e Y, si sa, sono pianeti paralleli, che collaborano con le loro funzioni. Per fare un esempio chiaro, i percussionisti spesso usano la punta delle dita come pure l’attaccatura del polso (negli ultimi gradi della Vergine dove ha sede Mercurio) per emettere suoni e fare musica. Ossia producono vibrazioni che recepisce l’orecchio, un altro organo governato dai Gemelli. 
Y ha una funzione regolatrice, normalizzante che ti garantisce la ripetizione di gesti istintivi e involontari che assicurino la continuità della vita.
Ciò fa sì che Y influisca anche sulla produzione di orologi, metronomi, strumenti di regolarità e forse misura.
Per tutti questi motivi Y in musica influenza gli strumenti a fiato, come pure la produzione di vasi e bottiglie per la cui realizzazione in alcuni casi ha un ruolo fondamentale l’aria. Quando erano fatte a mano, come lo sono ancora quelle artistiche realizzate a Murano, veniva infatti impiegato il fiato per gonfiarle e dare alla silice la forma definitiva. Portando a compimento i capolavori del cosiddetto vetro soffiato.
Su un altro fronte Y parla di meteorologia, ossia le previsioni dei cambiamenti atmosferici, e sempre di aria si tratta. Possibile o probabile che la sua posizione nel tema natale dia il piacere del vento o al contrario il non sopportarlo.
Inevitabile che chi ha forti valori ipsilonici tenda alla regolarità, forse a fissazioni su determinati questioni, come pure preferisca il conforto delle abitudini e della gerarchia sociale. A Y inoltre è legato l’assegnare nomi a cose e persone. Va ricordato infatti che, almeno nella società occidentale di stampo maschilista, è quasi sempre stato trasmesso ai figli il cognome paterno (l’accoppiata Sole-Y del Leone), che viene poi classificato e conservato nella sesta casa cosignificante della Vergine, dove Y ha il suo domicilio più forte. Un cognome identifica, assegna una identità, ti categorizza in uno schema sociale.
Tutte caratteristiche che paiono il contrario di quanto ha scritto Charles Darwin rispetto all’evoluzione, legata guarda caso al pianeta naturalmente opposto a Y, Nettuno, che presiede alle trasformazioni, ai cambiamenti, all’irregolarità.
Ossia di tutto quello che, prima o poi, incrinerà l’ordine ripetitivo del suo pianeta opposto.
Y poi delimita, richiede precisione e regolarità e, chi subisce la sua influenza, al momento verificabile solo grazie a valori Leone, Vergine, Gemelli e Ariete, detesta il cambiamento. Perché il Leone crede di essere eterno, immutabile e perfetto; la Vergine teme i cambiamenti e proprio per questo tende a reiterare sempre le stesse cose; i Gemelli sembrano poco ripetitivi ma in realtà sono come bambini al parchetto giochi. Ossia ripetono fino allo sfinimento4 gli stessi schemi per tentare di divertirsi e, quando si sono stancati del parco giochi in cui hanno passato le ultime ore, ne cercano un altro. I Gemelli poi sono fissati con la gerarchia sociale, su chi è trendy e chi invece è infrequentabile. Essere dalla parte giusta sociale li rassicura, inutile farsi illusioni. Infine gli Ariete sono terribilmente gerarchici. In fondo rappresentano i militari e le forze dell’ordine, dove i gradi hanno un ruolo fondamentale, e dove bisogna eseguire quanto comandano i superiori. Inoltre, in parte come il Leone, l’Ariete vorrebbe restare sempre giovane, ed è convinto di esserlo. Proprio per questo, come ho sempre scritto e credo di essere stato il primo a farlo, bara ferocemente sull’età, o almeno detesta dichiararla, anche se ha solo diciott’anni.

Queste le funzioni generali di Y, per quanto deducibile dalla struttura zodiacale. È ragionevole supporre che, all’interno di un tema natale, possa indicare il grado di immobilismo di una persona, eventuale fissazioni o nevrosi, tendenza a delimitare le situazioni oppure a non accettare limiti, problemi respiratori o polmoni d’acciaio e chissà quanto altro.
Accontentiamoci di quanto sappiamo, per ora.
Nel momento in cui i tempi cosmici saranno maturi, e solo il disegno complessivo sa quando lo saranno, qualcuno infine scoverà Y là agli oscuri confini dell’universo. E gli assegnerà un nome, quello giusto, perché ha bisogno di ricevere una identità precisa. Fa parte delle sue necessità.
E non sarà più un’oscura e poco chiara incognita, ma sarà senza possibilità di dubbio un pianeta, l’ultimo pianeta.


IN CHIUSURA
Dopo diversi anni ho infine terminato l’opera di divulgazione in senso stretto. Cosa succederà dal prossimo mese. Lo scoprirete a breve. Di certo è che non mi stancherò di sicuro di scrivere, e di pubblicare. Cambierà però modo di farlo. Come?
Ottobre è vicino ed è pure il mese del mio compleanno.

Le simbologie di Y
L’inizio del tempo
Il tempo lento
Gli orologi
L’immobilismo caratteriale
La ripetitività
Le fissazioni
La gerarchia
Il cognome
La denominazione delle cose
I contorni
I limiti
La difficoltà ad accettare i cambiamenti
La meteorologia
La precisione
I polmoni
Gli strumenti a fiato
I vetri e le vetrerie

 

N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana5, da me creato e gestito.




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Lo si trova in tutti gli store on line o nelle principali librerie. Da non perdere e da leggere, se possibile, insieme ai volumi precedenti per avere un panorama completo dell'astrologia.

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1 Prima che fosse corrotta e contaminata nel tempo.
2 Chi vuole avere un quadro completo su una situazione complessa può rivedere questa mia serie di studi: https://www.larottadiulisse.it/strutturaz.html
3 Lisa Morpurgo, Introduzione all’astrologia e decifrazione dello Zodiaco, Milano 1972, pag. 71.
4 Vale la pena notare che fine, sfinimento, infinito e finito hanno tutti la stessa radice etimologica.
5https://www.facebook.com/groups/198516613553915/

 

massimomichelini1@virgilio1.it

settembre 2021


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