LA ROTTA DI ULISSE

 


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Dizionario astrologico delle emozioni e dei sentimenti

Terza puntata

di Massimo Michelini

Dopo i primi due capitoli dedicati all’amore di sé1 e all’amore romantico2, penso che valga la pena riflettere ulteriormente su cosa sia l’amore, prima di trattare l’argomento di questo studio, ossia l’amore passionale. Tutti infatti pensiamo di avere un’idea definitiva di cosa sia l’amore, o il vero amore, ma non è detto che lo sappiamo davvero.
Meglio sempre capire di cosa stiamo parlando e, se pensiamo che il battito accelerato del cuore alla vista di una persona che ci piace oppure l’afflusso di sangue alle parti basse, e relativo sconvolgimento ormonale, sia davvero amore o se ne sia sempre una sua componente indispensabile, trascureremmo altri modi di intendere il sentimento, del tutto legittimi.
Partiamo allora dalle definizioni del dizionario:
“amóre s. m. [lat. amor -ōris, affine ad amare]. – 1. Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia: […] e per estens., la concordia dei sentimenti: […] Può anche essere rivolto a sé stesso, come manifestazione di egoismo e di egocentrismo: […]; in partic., amor proprio, onesta ambizione di non rimanere indietro agli altri in una competizione, in un lavoro comune e sim.; desiderio di rivelare e far apprezzare le proprie capacità e buone doti, impegnando la propria volontà nello sforzo di accrescerle e potenziarle: […]; nella teologia e nella morale cattolica, l’amor proprio, che per sé stesso non è condannato e riprovato, è considerato riprovevole quando è privo di carità, quando cioè chi ne è affetto preferisce il bene proprio a Dio e non tiene conto del prossimo. […].; fam., per ao per forza, di buona o di mala voglia. 2. a. Sentimento che attrae e unisce due persone (ordinariamente ma non necessariamente di sesso diverso), e che può assumere forme di pura spiritualità, forme in cui il trasporto affettivo coesiste, in misura diversa, con l’attrazione sessuale, e forme in cui il desiderio del rapporto sessuale è dominante, con carattere di passione, talora morbosa e ossessiva; comune a tutte queste forme è, di norma, la tendenza più o meno accentuata al rapporto reciproco ed esclusivo: […]., si diceva, nel passato, quando una donna cedeva alle richieste sessuali da parte dell’uomo (e analogam., pretendereesigere una prova d’a.); apurosensuale (o dei sensi); aromantico, che si esprime in forme di tenerezza sognante; aplatonico, casto, che si appaga dell’unione spirituale con la persona amata, secondo la dottrina platonica per cui l’amore è contemplazione della bellezza e impulso di elevazione morale (nel linguaggio com. è però talvolta inteso come amore unilaterale, non rivelato e non corrisposto); alibero, libertà di unione sessuale fuori del matrimonio; aeterosessuale, fra persone di sesso diverso; aomosessuale, fra persone dello stesso sesso (v. omosessualità). Come materia di scritti, opere letterarie e sim.: […]; patire di mal d’a., essere fortemente innamorato, soffrire per un amore ostacolato o non corrisposto; figlio dell’a., eufem., figlio naturale. Fare all’a. (region. fare l’a.), avere una relazione amorosa, amoreggiare, o, anche, unirsi nel rapporto sessuale (con quest’ultima accezione, oggi quasi esclusivam. fare l’amore); fig.: […]. b. Con senso più esplicitamente erotico: […]; andareentrareessere in a., di animali (e volg. dell’uomo), sentire l’istinto dell’accoppiamento:  per estens., anche delle piante, quando sono nel periodo della fecondazione. c. Amoreggiamento, vicenda o passione amorosa: il primo anon si scorda mai; nel plur., vicende amorose o le vicende di una passione: ha avuto molti anella sua vita; […]. d. Amore, il dio dell’amore nella mitologia pagana, venerato col nome di Eros dai Greci e di Cupido dai Romani e raffigurato in varie forme nella letteratura e nell’arte (a questa rappresentazione artistica si riferiscono espressioni fam. quali: è bello come un a., e sim.); […];). 3. a. In senso più spirituale, lo slancio dell’uomo verso Dio e le cose celesti, e reciprocamente la benevolenza che Dio accorda alle creature; quindi, l’eternoil sommoil supremoil divino a., […]; come esclam., può esprimere impazienza, rafforzare una raccomandazione, o essere negazione recisa: taci una buona voltaper l’amor di Dio!; […]; b. Carità verso il prossimo: l’ache dobbiamo ai nostri similil’aper gli umili4. a. Desiderio, brama di avere, di ottenere, di possedere una cosa: […]. b. Vivo attaccamento o inclinazione per qualche cosa: […]. Locuz.: con a., volentieri, con quella premura o diligenza che nasce dall’attaccamento per la cosa a cui si attende: […]. 5. a. concr. Persona o cosa che è oggetto dell’amore: […]; come espressione di tenerezza, amor mio! […]. b. Di persona che abbia doti di grazia, bontà, gentilezza, e anche di cosa assai graziosa: […].3

Ommamma, l’amore dunque si può declinare in infiniti modi! Bisogna dunque prenderlo a piccole dosi.

Troppe e troppo variegate le sue forme e l’idea che scatena in noi. Questa volta mi concentro su quello che la Treccani definisce: “forme in cui il desiderio del rapporto sessuale è dominante, con carattere di passione, talora morbosa e ossessiva; comune a tutte queste forme è, di norma, la tendenza più o meno accentuata al rapporto reciproco ed esclusivo”. Parliamo di passione, quella in cui non riesci a usare troppo la testa. Insegui il demone, e spesso ma non sempre è Plutone a farla da padrone.

Terza puntata - L’amore che brucia l'anima

Da persona ormai vicina alla senescenza o già in quella fascia di età, che possiede però pur sempre nonostante i tanti anni una insensata e incontenibile congiunzione di Venere a Plutone in Leone quadrata a Saturno in Scorpione, penso che l’amore debba bruciare l’anima, altrimenti non è amore, è altro.
Mica dico che il mio modo di intendere il sentimento sia quello giusto, ma è il mio. Inoltre, so perfettamente che ci sono altre sfumature dell’affetto, molto più gestibili, anzi arricchenti sul piano umano e interpersonale, come l’amore per genitori e figli, per gli amici, per una idea o per l’arte, tanto per citarne alcuni tipi. E anche nell’amore per così dire “classico” molti non conoscono la passione, o la hanno sperimentato solo per l’arco di un mattino.
Inoltre, la passione non è tanto semplice da trovare, non la vendono al supermercato ma ti capita – se capita – quando può arrivare e il destino ha deciso che devi incontrarla. Non solo, al di là della scintilla iniziale bisognerebbe mantenerla viva nel tempo e si tratta di un’operazione forse ancora più complessa dell’incontro. Quasi mai le passioni infatti durano in eterno e, se accade, è quasi sempre per la morte di uno dei due partner, che lascia l’altro nel congelamento di una passione che non potrà più replicarsi.


Perché la passione è una sorta di esplosione cosmica senza logica e priva di programmazione, capace di ustionarti, a volte di devastarti, in cui però rivivi ai massimi livelli l’illusione di essere il centro dell’universo, protagonista di quel big bang che dette il via al tutto.

Anzi, a guardarla con un pizzico di cinismo e di disincanto ti accorgi che è forse una vera assurdità. Qualche mia conoscenza molto ironica e dalla lingua mordace, al sentire certi racconti di presunta passione sfrenata e unica ha osato commentare: “Che esagerazione, in fondo si tratta solo di una trombata!4".

Eppure, anche se sarebbe salutare non perdere la testa, in realtà ogni singolo atto sessuale è una copia su scala infinitamente ridotta di quel processo vitale che coinvolge e ha coinvolto l’intero cosmo, e che si ripeterà dall’esplosione iniziale fino a quando creature umane, e pure quelle animali, popoleranno il pianeta. Anzi, fino a quando la stella che dà vita al nostro universo esaurirà del tutto le sue possibilità di combustione, e sarà l’ennesimo astro che si spegne, una tra le tante stelle ormai morte.
Ma veniamo all’astrologia strettamente detta. Se sfrondiamo l’analisi precedente per arrivare al succo della storia, la passione sottesa a un certo tipo di amori nasce anzitutto dal tentativo di rendere eterna la vita, attraverso atti sessuali. Vista in quest’ottica, se il coinvolgimento del Sole in quanto sinonimo di vita è certo, meno prevedibile appare l’uso dell’ultimo pianeta transplutoniano, quell’Y esaltato in Leone che parla dell’inizio del tempo ma pure della ciclicità, anzi della ripetitività che ci spinge a cadere nelle stesse abitudini, impulsi, reiterazioni. Intendiamoci, il sesso sta di casa altrove, ossia nell’accoppiata maschile Marte-Plutone e in quella femminile Venere-X-Eris, mentre tutti gli altri pianeti fanno da corollario.

L’attrazione, passionale oppure no, comporta il cercare quello che non hai, sul piano fisico o su quello caratteriale, anche quando si parla di rapporti gay o lesbo. Se non sentissimo una mancanza di qualcosa non cercheremmo nessuno, ci risparmieremmo fatica, dannazione, drammi, ma anche tanto piacere. Quello che è o dovrebbe essere alla base di ogni rapporto, sul piano erotico e non solo.

Partendo appunto dal piacere che genera il sesso, perché la natura ci ha dato organi genitali che tendono a incastrarsi o strofinarsi nell’altro da sé per il proprio soddisfacimento. Anche le coppie caste, per restare insieme, adottano comportamenti che ripetono quel rito sia pure escludendo il corpo. Ossia ci sarà chi accoglie e chi penetra, e non importa di quale sesso si è biologicamente, perché ognuno ha in sé una parte attiva e una passiva, più o meno sviluppata. Magari facendolo solo mentalmente o affettivamente. Perché anche se il tema natale tende all’ascetismo o alla rinuncia dei piaceri, magari per un Saturno forte che porta la tendenza a controllarsi sempre e comunque, ha pur sempre una Venere, un Marte, un Plutone, una Eris.

Non dimentichiamo poi che misticismo e sesso in qualche modo sono due facce della stessa medaglia, come dimostrai qualche decennio orsono nel mio studio su Nettuno5. Psicanalisti e studiosi vari ad esempio hanno sottolineato da sempre che la raffigurazione di Gian Lorenzo Bernini di Santa Teresa d’Avila sia a metà strada tra l’estasi e l’orgasmo. Ossia, al di là di ogni irriverenza, non si sa se la religiosa veda Dio oppure stia godendo. Tanto che l’angelo-Eros che incombe su di lei è pronto a trafiggerla con una freccia, e non c’è bisogno di scomodar Freud per capire cosa s’intende simbolicamente per questo tiro d’arco. Immagino che nella visione di Bernini le due cose siano in qualche modo collegate, come a volte capita di vedere alcuni religiosi trascendere nella loro descrizione dell’amore per il Signore e nel trasporto ad esso ispirato, in un mix di valori astrologici a metà strada tra Nettuno e Plutone.

Indipendentemente dal fatto che un Dio esista, dal mio punto di vista questi religiosi o mistici vanno oltre anche se, se scorriamo le varie tipologie incluse nel lemma “amore” della Treccani, troviamo ribadito che in esso c’è anche l’amore per il Signore, che di certo non può avere un riscontro carnale, ma che a volte viene vissuto come tale.
Ma torniamo a noi, all’astrologia. Se la passione amorosa non appartiene a tutti, molti però nel corso della vita ne hanno provato almeno una, in cui stentavano a contenerrla o a mantenerla entro binari accettabili, almeno per un certo periodo di tempo. Di sicuro è necessaria una predisposizione natale, in cui Saturno non la fa da padrone, sono necessari valori solari o d’acqua. Per Venere o Marte in Leone e Ariete si tratta di accendersi senza ragionare come sono portati a fare, mentre Cancro, Scorpione e Pesci molto stimolati amplificano la necessità di sentimenti, fughe immaginative, protezione emotiva che va e viene, rendendosi aperti e suggestionabili da un eventuale incontro, sul quale proietti infinite attese. Ma, se la volta precedente abbiamo parlato degli amori nettuniani in cui non è necessario essere in due, anzi basta uno solo con un eccesso di fantasia, la passione non è illusione, è contatto carnale che si accende ed esplode in un’eruzione di piacere.
Non basta infatti innamorarsi, l’altro deve farsi accendere e accenderti, in una esplosione erotica, in qualche modo di origine cosmica, come abbiamo visto.

Passione ha in sé però etimologicamente il pathos, il dolore, il dramma. Nei casi estremi ti porta alla morte come ebbe modo di sperimentare Gesù Cristo. Ma anche chi non è costretto a salire sul Monte Calvario per arrivare alla fine, con la passione sperimenta in qualche modo il piacere unito al dolore, in un mix tra il marchese De Sade e von Masoch, campioni letterari di esagerazione e teatralizzazione dell’eros, tra chi ama far del male e chi vuole riceverne. Ai giorni nostri i loro repertori di fruste, corsetti e tacchi a spillo da usare nell’intimità te li porta a casa Amazon se ti vergogni a varcare le soglie di un sexy shop ma, esagerazioni a parte, ma l’eros intenso, anche se rientra nell’ambito della cosiddetta normalità senza trasgressioni, comporta un tasso di partecipazione all’eros e al trasporto verso l’altro che difficilmente non risulta divorante.

Prima o poi queste storie si spengono, quasi sempre perché non si riesce a mantenere il ritmo della passione divorante o l’attrazione reciproca scema un po’ e subentra la consapevolezza dell’altro. E chi ha questo tipo di propensione di rado si accontenta di altro. Se lo fa, scende a compromessi, quelli che ci consentono di sopravvivere, pur nel rimpianto di un momento di piacere assoluto. Nei casi estremi, come narra uno dei film più passionali ed erotici del secolo scorso, Ultimo tango a Parigi, la storia può concludersi solo con l’omicidio di uno dei due amanti.

Molti possono essere gli esempi letterari e cinematografici di questo tipo di amore, ma vorrei addentrarmi non nell’immaginazione ma nella realtà, prendendo come esempio una delle love story più chiacchierate del secolo scorso.

Chi non è più giovane ricorda l’amore travolgente tra due star del cinema, Liz Taylor e Richard Burton. La coppia di divi si conobbe a Roma sul set di un colossal in costume, Cleopatra, che, guarda caso, narrava di una delle più grandi passioni che la storia ricordi, quella tra la regina d’Egitto e Marco Antonio, vicenda umana in cui si intrecciano anche questioni storiche. Il susseguirsi delle disavventure politiche e storiche portò al suicidio di entrambi, nel momento in cui persero il potere. Nella vita reale, Liz Taylor che, a fine vita raggiunse la bella cifra di nove matrimoni, due dei quali con Richard Burton, perse la testa per il compagno di scena durante le riprese, con il quale nasce una passione travolgente che dura più di una decina di anni. Al momento dell’incontro entrambi sono sposati ma l’attrazione reciproca è troppo intensa perché sappiano resisterle.
Lui le scrive una dichiarazione d’amore sotto forma di ossimoro6, “ti amo più di un secchiello di ghiaccio gettato su un corpo bollente”, che ben rappresenta questo genere di rapporto. Perché la passione sboccia tra opposti e complementari, si accende se scatta l’attrazione tra contrari. Così Liz e Richard fanno sesso selvaggio, litigano, bevono come spugne – lui addirittura tre bottiglie di gin al giorno - fanno pace, lui le regala dopo ogni lite una pietra preziosa di valore inestimabile, recitano insieme e rappresentano il loro modo d’essere, tra la Bisbetica domata e Chi ha paura di Virginia Woolf. Alla fine si lasciano, nel 1974. Dopo il divorzio si risposano l’anno seguente, per separarsi definitivamente nel 1976. Dodici anni di passioni, follie e tormenti, ma era troppo, come in tutte le passioni autentiche. Tra un divorzio e l’altro, lui le scrive una sorta di manifesto dell’amore passionale: “Prometeo è stato punito dagli dei per aver rubato il fuoco. Io sarò punito per sempre dagli dei perché mi è stato donato il fuoco ed ho cercato di spegnerlo. Il fuoco ovviamente sei tu”. La passione è fuoco che arde e quando ha consumato l’aria è destinata a trasformarsi in cenere e rimpianto.

Analizziamo i loro temi natali per cercare di capire. Se della Taylor c’è un’ora di nascita certa, per Burton, dodicesimo figlio di un minatore gallese su tredici figli in totale, no. Ciò nonostante, l’analisi astrologica è come sempre illuminante.

La Taylor possedeva una congiunzione Sole, Marte e Mercurio in Pesci e seconda casa, opposti a Nettuno. Ossia, era attirata da uomini irrequieti e sfuggenti, virili ma con i quali cercava un dialogo a metà tra l’intellettuale e l’empatico, tutto però tormentato da ansie di varia natura e ad alto tasso di aggressività. Se guardiamo poi i pianeti femminili, Luna e Venere, sono entrambi in segni marziani e in rapporto a un Plutone in Cancro e settima casa. La Luna è in Scorpione e trigono a Plutone, mentre Venere è in Ariete, congiunta a Urano e quarta casa e quadrata a Plutone in Cancro e settima. Ossia non godo se non sto male, incendiandomi, facendo la bisbetica, creando all’interno della coppia un inferno per accendere il mio eros, che non sa risvegliarsi se non soffre, riceve male e fa male a sua volta. Giusto per sentirsi vivi, intendiamoci. Burton aveva invece un tema tutto sommato più tranquillo, pur senza un’ora di nascita precisa. La congiunzione di Sole e Saturno, parla effettivamente di un tentativo di controllo, quel cercare di spegnere il fuoco che era uno dei suoi pensieri almeno nel rapporto con la Taylor. Però Sole e Saturno sono pure in trigono a Plutone e Urano, mentre Marte in Bilancia può parlare di violenza esercitata nell’ambito della coppia. Aggiungo che la Luna in Vergine e Venere in Capricorno fanno pensare che fosse portato a relazioni stabili molto più della famosissima moglie. Va detto infine che l’accoppiata Scorpione e Pesci spesso è tendenzialmente incline a rapporti sado-maso, anche se, in questo caso, per quello che dice l’astrologia, forse era più la Taylor a istigare la rissa. Forse. Ma se Burton non fosse stato portato a questo genere di relazioni se ne sarebbe andato dopo una settimana o due. Rimasi invece in quel trionfo di eccessi e sado-maso per quattordici anni.

In ogni caso è quasi impossibile come ho scritto sopra che questo genere di rapporti duri per tutta la vita se entrambe la parti non accettano di venire a più miti consigli, e a modificare il loro comportamento.
La passione è l’impulso sessuale e affettivo portato all’estremo limite, e proprio per questo è destinata ad avere un arco di vita limitato nel tempo, e poi a scemare, se l’impulso irrazionale e potentissimo non ha portato entrambi a distruggersi fisicamente o psicologicamente.
Ma, nonostante ne sia consapevole, credo anche che le passioni che ho provato nel corso della vita mi abbiano donato tanto. Proprio per questo le ringrazio, nonostante tutto. Ora però tengo l’estintore a portata di mano. Nel corso della vita mi sono già bruciato abbastanza.

Ci vediamo a giugno, con un altro tipo di amore, di modi d’amare ce n’è tanti, lo sappiamo tutti.

 

N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana7, da me creato e gestito.

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1 https://www.larottadiulisse.it/dizionarioemozioniesentimenti/amarsi.html
2 https://www.larottadiulisse.it/dizionarioemozioniesentimenti/amoreromantico.html 
3 https://www.treccani.it/vocabolario/amore/
4
Chiedo venia per il francesismo, ma a volte certe cose è meglio chiamarle col loro nome, oppure smontarle con una sana risata.
5  https://www.larottadiulisse.it/studi/mist.html
6
https://it.wikipedia.org/wiki/Ossimoro
7
https://www.facebook.com/groups/198516613553915/


massimomichelini1@virgilio1.it

Maggio 2023


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